Film “minore” di Wakamatsu, come sempre interessante e accattivante, anche se meno incisivo di altri suoi suoi lavori.
Si ruota introno ad alcune delle tematiche care al regista (la yakuza, il sesso, l’onore), anche se questa volta i temi più politicizzati vengono lasciati fuori.
È interessante notare come spesso, negli anni '60/‘70, i registi giapponesi si focalizzassero su alcuni temi che esploravano ininterrottamente film dopo film, facendo del loro cinema una variazione sul tema, un lungo saggio sugli argomenti da loro prescelti che si dipanava per decenni lungo tutto l’arco della loro filmografia, pellicola dopo pellicola. Questo vale soprattutto per chi aveva scelto tematiche sul mondo yakuza (Suzuki o Fukasaku, ad esempio), per chi percorreva la strada del pinku eiga/roman porno (Noboru Tanaka su tutti) e infine anche per chi si cimentava col kaiju eiga o la sci-fi (Honda per esempio). Penso che il discorso valesse un po’ per tutti i generi, poi va da sé che ogni regista ogni tanto variava e tirava fuori dal cilindro qualcosa di diverso, ma tendenzialmente ognuno aveva una specializzazione tematica e la percorreva con maniacale dedizione, esplorandola in tutte le sue possibili sfumature.
Tornando a questo Naked bullet, è la classica storia di vendetta, in cui un giovane yakuza che ha tradito la sua gang per amore viene punito crudelmente e altrettanto crudelmente, anni dopo, mette in atto la sua rivalsa. Il tutto condito con due personaggi femminili molto potenti e conturbanti (e molto nudi anche). Per Wakamatsu il corpo nudo è elemento significante e spesso simbolizza ed esprime il contenuto dell’anima di quei personaggi, per cui bisogna dare atto che non mancano neppure i nudi maschili, in un buon equilibrio percentuale che rompe le regole “da roman porno” in cui è la donna spogliata a reggere sulle sue spalle la responsabilità della riuscita della pellicola.
Visto nella curata edizione del cofanetto francese vol. 3 dedicato a Koji Wakamatsu; il film ha un’introduzione di Christophe Gans, che si rivela anche un buon critico oltre che un buon regista, mettendo in luce alcuni aspetti della vicenda potenzialmente autobiografici che non avevo colto ad una prima occhiata.
Questo film, come diversi altri del regista (e in generale come tanti film del genere yakuza/pinku di quel periodo), ebbe a suo tempo una sgaruppatissima distribuzione cinematografica anche da noi, ma come la stragrande maggioranza di queste opere resta ad oggi totalmente irreperibile nell’edizione italiana.