Nato per uccidere

Anno: 1967
Cast: Gordon Mitchell, Femi Benussi, Aldo Berti, Franco Gulà, Gualtiero Rispoli, Giovanna Lenzi, Angela Portaluri, Tom Felleghy, Fulvio Mingozzi.
Durata: 92 min.
Regia: Antonio Mollica


Recensione Spaghetti Western Database

La prossima settimana in edicola per la Fabbri

Uscito regolarmente ieri.Master ottimo con titoli in italiano.Dura circa 82 minuti,non ci sono extra.Per la verità stavolta non c’era il libricino,ma solo l’anticipazione dei prossimi titoli.Ho fatto un confronto con la vecchia edizione vhs dell’ Eureka video.Quest’ultima era un orrido full screen (basti confrontare dvd e vhs sulla scena finale con primo piano sulla Benussi per rendersi conto di quanto fosse tagliata l’immagine ai lati), e aveva i titoli di testa in inglese, ma durava circa 2 minuti in più.

nel mio il libricino cè!

Anche nel mio c’è il libricino. Se non c’è è un difetto di confezione. Richiedilo alla Fabbri. Io l’ho già fatto per altri film e m’è arrivato

Come sempre riporto il commento contenuto nel libretto della Fabbri: «…La chiave di lettura di Nato per uccidere è nelle prime sequenze, quando Roose è a letto e segue con gli occhi una mosca che vola in alto, vicino alle travi del soffitto della camera. Il ronzio fa quasi da colonna sonora alle sue considerazioni mentre si riveste e si prepara ad affrontare gli uomini venuti a sfidarlo per riprendersi i soldi che lui ha vinto loro a poker. Improvvisamente le sue mani si tendono nel vuoto e con una mossa repentina imprigionano la mosca. Il ronzio cessa ma l’insetto non è morto. Con delicatezza il pistolero avvicina alla finestra le mani chiuse a conchiglia, poi le apre e, soffiando sui palmi aperti aiuta la mosca a trovare la strada della libertà accompagnandola con la frase «Vivi in pace tu che puoi». In questi pochi gesti e in una frase quasi sussurrata c’è lo stato d’animo dell’antieroe che ha la faccia spigolosa dell’ex Maciste Gordon Mitchell. Il personaggio disegnato dal regista e sceneggiatore Antonio Mollica, alias Tony Mulligan, non prova alcuna soddisfazione a uccidere il prossimo, non si lascia mai sedurre dalla violenza pur esercitandola con grande maestria e senza alcun problema… …Nel più rigoroso rispetto dei codici di genere del western all’italiana Roose è un pistolero a tutto tondo che conosce bene il suo mestiere e affronta i duelli con la sicurezza che gli dà l’essere consapevole di non avere rivali. A prima vista non è diverso dalle centinaia di antieroi solitari che hanno animato l’epopea di questo genere cinematografico. Solitario, implacabile e tutt’altro che disponibile a porgere l’altra guancia si muove lasciandosi dietro una lunga scia di morte. Lo fa perchè deve farlo, perchè la sua condizione è quella, perchè, come dice appunto il titolo del film è Nato per uccidere, ma fin dall’inizio della storia fa capire che se dipendesse da lui la sua vita sarebbe diversa. Non si sente appagato dall’essere un pistolero infallibile. Per tutto il film il suo atteggiamento è molto simile a quello di un professionista che si trova a fare un lavoro che non ama. A differenza degli antieroi tipici di questo genere non è tormentato dalla passione o dal desiderio di vendetta, non è un giustiziere mosso da imperativi etici e non pensa di cambiare il mondo. Nel suo rapporto con la pistola non c’è la fascinazione che caratterizza, per esempio, il Brad Fletcher interpretato da Gian Maria Volontè in Faccia a faccia di Sergio Sollima. Mentre in quel film un uomo normale e pacifico finiva per essere corrotto dal potere dello strumento di morte fino a cambiare radicalmente la sua visione del mondo, in Nato per uccidere il pistolero vive la sua condizione con l’indifferente indolenza di chi spera prima o poi di cambiare vita. Per questa ragione respinge la proposta di mettere al servizio dei proprietari che si oppongono a Tyson e Dudgett la sua abilità con le armi e la sua esperienza nei conflitti violenti. La violenza è una condizione provvisoria non un mestiere. Lo dice chiaro e tondo, anche a rischio di essere considerato un pavido o un venduto: «Io non sono venuto qui per fare il pistolero, devo comprare delle terre…»

Doppiaggio:
Gordon Mitchell: Pino Locchi
Femi Benussi: Fiorella Betti
Aldo Berti: Massimo Turci
Tom Felleghy: Bruno Persa
Franco Gulà: Giulio Panicali
Fred Coplan: Glauco Onorato
Giovanna Lenzi: Vittoria Febbi
Alfredo Rizzo(non accreditato): Sergio Tedesco
L’attore che interpreta il banditore all’asta è doppiato da Renato Turi
L’attore che interpreta il barman è doppiato da Ferruccio Amendola
Diversi personaggi minori(Bill,lo sceriffo,uno sgherro di Dudgett,il giocatore di poker alla fine)sono doppiati da Arturo Dominici

Discreto western che nonostante la ristrettezza dei mezzi si fa apprezzare per la simpatia di Gordon Mitchell nel ruolo da protagonista pistolero e giocatore di carte e per il buon ritmo della pellicola . Da ricordare la partecipazione della bella Femi Benussi in una delle sue rare parti in cui e’ vestita:)

Visto oggi quel master… molti, moltissimi i tagli (e microtagli)…