nave turca in fiamme nell'alto adriatico, pericolo catastrofe ambientale

Surfcorner.it - Una nave mercantile proveniente dalla Turchia e diretta a Triste ha preso fuoco in alto Adriatico all’altezza della penisola istriana ed è subito allarme catastrofe ambientale.

La nave, che trasporta tra le 100 e le 200 tonnellate di carburante e 11 tonnellate di ‘materiali pericolosi ed esplosivi’ non meglio precisati, è tutt’ora in fiamme e a nulla sono valsi gli interventi di un Canadair croato che ha svuotato il suo carico per ben otto volte, senza riuscire a spegnere l’incendio all’interno del cargo.

“La nave è interamente presa dalle fiamme - ha dichiarato Dino Kozlovec, capo dei vigili del fuoco della regione Istria, - e non possiamo escludere che esploda. Le possibilita’ di spegnere l’incendio sono minime”.

Tutte le persone a bordo della nave, 9 passeggeri e 22 membri dell’equipaggio, sono stati messi in salvo da una nave greca di passaggio. Stando al ministero dei trasporti marittimi di Zagabria, la poppa del cargo e’ andata completamente distrutta mentre la prua e’ ancora in fiamme.

Il destino della nave, che era diretta a Trieste, si sta compiendo a circa 13 miglia nautiche, circa 24 chilometri dalla costa.
Gli esperti affermano che esiste il rischio di un danno ambientale grave.

“L’impatto ambientale di un incendio di questo tipo è terribile: si tratta di una piccola bomba ecologica” sostiene Silvio Greco, dirigente di ricerca dell’Icram, l’Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare. Secondo Greco i possibili danni nel caso di un incendio di questo tipo arrivano innanzitutto “dall’innesco di inquinanti come diossina e simili”, contando poi “le 800 tonnellate di carburante e 50 tonnellate di diesel marino, ma anche i 200 camion a bordo”.

Secondo l’esperto, a preoccupare sarebbero anche le 9 tonnellate di carico pericoloso ed esplosivo: “é importante chiarire subito la natura delle sostanze chimiche contenute”. In generale"'anche in caso di incendio si verifica sempre uno sversamento delle sostanze trasportate - afferma Greco - che creano tutte un problema, creando un film sullo strato superficiale dell’acqua che impedisce gli scambi gassosi con l’atmosfera e uccidendo tra l’altro fitoplancton e zooplancton. Il diesel, più pesante del normale carburante, poi scende ed entra a far parte della colonna d’acqua".

In ogni caso “questo tipo di incidente crea un tipo di impatto sia sull’atmosfera sia sugli ecosistemi marini”, quindi “la situazione va seguita con attenzione”.

Ma come è finita sta storia?
(devo prenotare la casa in croazia)

Ultim’ora. L’incendio scoppiato ieri sull’imbarcazione turca è stato domato. E’ stata quindi scongiurata l’ipotesi di un’esplosione della nave, che avrebbe aggravato la situazione con la dispersione del suo carico.

Il Presidente del centro oceanografico di Cesenatico Dott. Rinaldi, raggiunto telefonicamente dalla redazione, ha riferito che la nave è stata rimorchiata verso un porto Croato.

Gli esperti giunti sul luogo dell’incidente, situato a poche miglia dalle coste istriane nell’alto Adriatico, avevano inizialmente parlato di una catastrofe ecologica se la nave fosse esplosa. Fortunatamente ciò non è accaduto, e non sussiste dunque nessun rischio di contaminazione di sostanza tossiche nell’acqua.
Tuttavia il carico di 800 tonnellate di carburante e altri materiali esplosivi si è completamente bruciato, rilasciando nell’atmosfera una fitta nube di fumo nero.

Fonti croate riferiscono che esperti olandesi e norvegesi, specializzati in questi tipi di salvataggio, tenteranno di salire sulla nave per spegnere gli ultimi focolai.

L’ufficio stampa dell’ARPAV conferma che l’Osservatorio Alto Adriatico sta proseguendo le ricognizioni lungo la costa veneta. I dati rilevati dall’equipaggio in mare (quattro biologi marini) di ARPAV non evidenziano al momento anomalie.

In funzione dell’evolvere degli eventi e seguendo l’andamento in tempo reale dei venti e delle correnti, con il supporto della Rete Regionale di Boe meteomarine e del Centro Meteorologico – Dipartimento per la Sicurezza del Territorio ARPAV, sono in corso ricognizioni estese sull’area nonché rilevazioni e campionamenti specifici, volti a presidiare e registrare eventuali impatti ambientali dell’incidente.
Venerdì è prevista una seconda campagna di monitoraggio. Le informazioni sono integrate con il contributo del Consorzio CORILA che ha messo a disposizione i dati sulle correnti marine superficiali di bacino con aggiornamenti orari.

Le operazioni sono svolte in collaborazione con le strutture specialistiche di Arpa Friuli Venezia Giulia in collegamento con il Centro per le Ricerche Marine di Rovigno direttamente coinvolto nell’evento. Inoltre le strutture specialistiche in mare di ARPA Veneto e Friuli sono in contatto con il Reparto Ambientale Marino del Ministero dell’Ambiente.

L’Osservatorio Alto Adriatico è costituito da ARPA Veneto; ARPA Friuli Venezia Giulia; Stazione Biologica Marina di Pirano -Istituto Nazionale di Biologia di Lubiana, Slovenia; Istituto di Scienze Marine del CNR di Venezia, ICRAM e Centro per le Ricerche Marine di Rovigno –CRM; Istituto R. Boskovic, Croazia.

L’unico dubbio che rimane riguarda la possibilità che le particelle di idrocarburi bruciate nell’atmosfera siano ricadute in acqua e questa non sia quindi proprio benedetta…