Nel gorgo del peccato (V. Cottafavi, 1954)

NEL GORGO DEL PECCATO
un film di VITTORIO COTTAFAVI

con ELISA CEGANI, FAUSTO TOZZI, FRANCO FABRIZI, GUIDO MARTUFI, GIULIO CALÌ, UGO GRAGNANI, CARLO MARIOTTI e con MARGOT HIELSCHER
soggetto ORESTE BIANCOLI sceneggiatura ORESTE BIANCOLI, GIUSEPPE MANGIONE
fotografia AUGUSTO TIEZZI (AIC)
musica MARCELLO ABBADO diretta da GINO MARINUZZI
montaggio JOLANDA BENVENUTI
produzione ITALA FILM

Cocaina, concubinaggio, incesti, sparatorie, donne nude e musica d’avanguardia… in che sezione lo metto? :smiley:

Margherita Valli, anziana vedova ormai ridotta alla miseria, vede tornare a casa il figlio Alberto, fuggito dieci anni prima in cerca d’avventure. Il ragazzo, archiviati i trascorsi nella malavita, cerca di ricostruirsi una vita con la sua nuova compagna, Germaine. I due giovani, pur litigando di continuo, si amano profondamente, e proprio per questo la madre si sforza di accettare questa unione, di cui pure non capisce i presupposti. Ma Germaine invece è insofferente alla nuova misera vita in famiglia, e gli attriti con Margherita non tardano a manifestarsi. Proprio allora ricompare un vecchio socio di Alberto, Filippo, che cerca di coinvolgerlo nel giro degli stupefacenti.

Fra i cinque melodrammi diretti da Cottafavi negli anni Cinquanta, “Nel gorgo del peccato” è quello che più si avvicina alla formula classica dei successi di Matarazzo, pur corretta con elementi e personaggi tipici del noir. Ma l’originalità di Cottafavi, ancora una volta, va cercata soprattutto nei personaggi femminili: Germaine, con la sua sensualità nordica e moderna, è una figura più unica che rara, non una femme fatale ma una donna libera che, con tutte le sue contraddittorie sfumature, mette in discussione le convenzioni tipiche del genere. Non a caso il film fu fermato per quasi un anno in censura.

Appena uscito in DVD. Contenuti extra:
> Intervista con il compositore Marcello Abbado
> Soggetto originario + fotoromanzo (DVD-ROM)
> Brochure a cura di Giulio Bursi e Simone Starace

Da notare che del film sono circolati negli anni diversi montaggi, nessuno propriamente corrispondente alle intenzioni di Cottafavi. Senza pervenire a un’edizione “filologica” (impresa forse impossibile…), la documentazione nel booklet cerca se non altro di far un po’ di chiarezza in materia.

Vacca bestia, avevo giurato a me stesso di resistere alla tentazione ma l’ho appena ordinato su amazon… :smiley:

E per poco non aggiungevo all’ordine anche I nostri sogni, sempre di Cottafavi… devo smetterla <_<

Quando mi sarà arrivato ti farò sapere che ne penso, Simone :slight_smile:

Premetto però che il mio giudizio non fa testo, Cottafavi per me non si discute! :smiley:

Comunque se ti piace Matarazzo questo è sicuramente un film interessante, se non altro perché è il tentativo di un “Autore” di confrontarsi con tutte le regole del genere (c’è persino la canzone Mamma!). E poi il DVD finalmente permette di apprezzare in tutta la loro trasparenza gli abitini di Margot Hielscher, involontariamente castigati dalla bassa risoluzione dei passaggi televisivi.
Dettaglio curioso: Elisa Cegani, che qui interpreta la protagonista, tornerà in un ruolo praticamente identico nel melodramma successivo di Cottafavi, Una donna libera. Film che personalmente colloco fra i suoi capolavori, e in cui fra l’altro ci si può divertire a riconoscere in ruoli secondari le protagoniste dei film precedenti (c’è anche la Lianella Carell di Una donna ha ucciso, che interpreta il ruolo -strettamente autobiografico- di una reporter mondana).

(I nostri sogni invece in un certo senso è un tributo a Mario Camerini, una riflessione su vizi e virtù del cinema italiano degli anni Trenta. Con un De Sica straordinario, fra l’altro. Ma, ti ripeto, il mio giudizio non fa testo…)

Bel film davvero… fiammeggiante e molto moderno, direi. E non solo per le musiche, che certamente si notano immediatamente per il fatto di essere così diverse da quelle dei tipici melodrammi del periodo.
Già l’inizio tra le nuvole colpisce e fa entrare subito nella storia… poi due parole sull’ottimo cast, valorizzato come si deve: la Cegani è bravissima, e molto più bella della Hielscher a mio avviso. Tozzi gigantesco, a malapena contenuto da delle giacche paurose! Fabrizi perfetto nel ruolo che - con minime variazioni - ha ripetuto almeno 30 o 40 volte.
Splendido il momento in cui Germaine inconsapevolmente rischia di condannare il suo Alberto al carcere.

Nota a margine: mi ha colpito molto Rosetta, l’amichetta del piccolo Gino. Giovanissima ma già decisamente conturbante, stretta in quei vestitini… la censura degli anni '50 magari bloccava un film per un anno per tutt’altri motivi, e poi non si accorgeva di queste cose.

Benvenuto nell’universo Cottafavi, occhio che se ti lasci catturare non ne esci più, fra film e telefilm sono quasi 90 titoli :smiley:

Come forse ti avevo accennato in un altro topic, quello che mi entusiasma di questi melodrammi anni Cinquanta è che, a differenza di altri autori che pur mi piacciono, quelli di Cottafavi ci parlano ancora oggi come film in un certo senso “moderni”, proprio perché spingono il genere all’estremo mettendone in discussione i valori fondanti: qui, ad esempio, il punto di partenza era il conflitto fra amore filiale e amore sensuale, ma anziché risolverlo in un senso o nell’altro, il film si diverte a mescolare le carte, mostrandoci sia la faccia “violenta” della madre sia quella “materna” della femme fatale.
Senza lanciarmi in campagne pubblicitarie, ma io trovo ancora più bello Una donna ha ucciso, che invece è un tentativo di sposare melodramma e cronaca nera dell’epoca, con risultati qua e là veramente straordinari. Fra le righe, c’è anche una mezza parodia di Matarazzo, con una sequenza esilarante in cui si riassume la ricetta per arrivare immediatamente al cuore delle donne italiane: canzoni, costiera amalfitana, disgrazie familiari…

le musiche, che certamente si notano immediatamente per il fatto di essere così diverse da quelle dei tipici melodrammi del periodo.

Figurati fra l’altro che le musiche di questo film all’epoca vennero sonoramente spernacchiate dalla critica dei quotidiani, che le trovava più adatte a un cartone animato che non a un melodramma. Ma sull’uso della musica in Cottafavi, sempre stratificato, si potrebbe scrivere un’intera monografia: qui ad esempio convivono la modernità di Abbado/Marinuzzi con il “populismo” di Cesare Bixio, così come altrove spuntano a sorpresa Puccini (Una donna ha ucciso), Verdi (Traviata 53) e Cajkovskij (Una donna libera). E la colonna sonora di Avanzi di galera, composta da Giovanni Fusco, anticipa addirittura quella per Le amiche di Antonioni.

Infine, dote mai troppo esaltata, anche nei peggiori Cottafavi c’è sempre una capacità di costruire l’immagine che farebbe invidia ai più blasonati registi hollywoodiani: profondità di campo, chiaroscuro, geometrizzazioni e disposizione dei personaggi sono spesso inarrivabili, c’è poco da fare. Come ha scritto una volta Peter von Bagh, se Fritz Lang vale 100, Cottafavi vale 85.

Eh eh… ti dirò che sto vedendo di recuperare qualche Cottafavi di quelli che mi mancano, cioé tutti in pratica. Per ora ho già qui da vedere:

  • Una donna libera
  • Lo sconosciuto di San Marino
  • La fantarca, che è un film breve per la tv… vabbé tu lo saprai già
  • I nostri sogni
  • I cento cavalieri

Ovviamente aprirò discussione separate per commentarli, se già non sono presenti (e ne dubito).

Per i televisivi, però, preparati a fare i conti con le limitazioni non tanto tecniche quanto proprio tecnologiche degli anni Cinquanta e Sessanta. Scordati, in altre parole, la bellezza inarrivabile dei suoi 35mm, e preparati a una discesa nel gorgo dell’immagine elettronica com’era 50 anni fa. (Secondo me, comunque, ne vale la pena.)

  • La fantarca, che è un film breve per la tv… vabbé tu lo saprai già

Parlando di musica, questo secondo me è uno dei migliori (tele)film-opera mai girati. Delirante come pochi: in un futuro distopico, in cui il profitto è ormai eletto a religione di Stato, i calabresi vengono esiliati nello spazio perché non sono sufficientemente produttivi. Tutto cantato, su musiche sperimentali di Roman Vlad.

Tra i lavori televisivi c’è anche Ai poeti non si spara (1965), con l’omonimo libro ‘Ai poeti non si spara. Vittorio Cottafavi tra cinema e televisione’

http://www.ibs.it/code/9788895862019/poeti-non-spara.html

Spot autopromozionale :smiley:

In realtà il libro non si concentra soltanto su quel telefilm (fra l’altro delizioso), ma nelle sue 384 pagine vorrebbe essere una guida all’intera produzione di Cottafavi, con diversi saggi originali ma soprattutto con la riproposizione di quasi tutto quel che è stato pubblicato sulla sua opera: articoli di Truffaut, Tavernier, Bazin, Daney, Guarner, Gili, Mourlet, Legrand, Moullet, Lourcelles, Aprà, Ponzi, Bruno, Morandini, Sanguineti, Kezich, Cosulich, Rondolino e tutti gli altri che hanno scritto qualcosa di interessante. Soltanto la filmografia commentata occupa circa 200 pagine, con centinaia e centinaia di estratti da documenti inediti, materiali d’epoca e testimonianze di prima mano. Prima di quel volume, uscito nel 2010, c’era stato fra l’altro un numero monografico di “Bianco & Nero”, il n. 559 (2007), in cui avevamo già pubblicato diverse chicche, ma ancora adesso ci sono avanzati scaffali e scaffali di documenti che, un po’ alla volta, stiamo parzialmente pubblicando sotto forma di booklet o DVD-ROM con la RHV…

Cattive notizie: queste collane Ripley’s dedicate al cinema italiano popolare stanno andando molto male, per certi titoli si parla addirittura di sole 70-80 copie vendute. Peccato, significa che nei prossimi mesi difficilmente riusciremo a vedere altri DVD di Cottafavi, Matarazzo o Brignone…

Questo mi dispiace assai… :frowning:

E non ti ho detto la parte peggiore: di questo passo fra 2-3 anni la RHV ce la giochiamo…

La RHV è probabilmente la casa editrice di dvd che ha osato di più, facendo uscire molti film che probabilmente già in principio si sapeva avessero avuto scarso successo commerciale distribuendo molti film anni '30/'40.

E’ chiaro che titoli così di nicchia possono uscire soltanto perché sono bilanciati dalle vendite di Wenders, Godard e Renoir, però 70 copie per un Matarazzo sono talmente poche che operazioni del genere diventano impossibili…

Recensione su Sentieri Selvaggi.
http://www.sentieriselvaggi.it/16/47114/DVD_–_“Nel_gorgo_del_peccato”,_di_Vittorio_Cottafavi.htm

Il film passa stanotte su Fuori Orario…
La copia non è propriamente la stessa che c’è nel DVD, ma comunque è la stessa versione, diversa invece rispetto a quella che passa su Mediaset.

Ciao a tutti :slight_smile:

Finalmente un post su Cottafavi, uno dei cineasti che prediligo. :slight_smile:
“L’amore” è nato quando ho visto “Operazione Vega”, che ho ripetutamente ammirato e poi “7 piccole croci”.
Ma, fra tutti, “Maria Zef” è il film che ha incoronato Cottafavi tra i miei preferiti, è un peccato che non sia uscito in DVD, ho il film ma avrei gradito una qualità migliore, magari proprio dalla RHV.

Mi spiace per la RHV, speravo che pubblicassero film che ancora mi mancano per avanzare con la filmografia, che tra l’altro, prto avanti con un pizzico di orgoglio, di registi di quel periodo e anche prima: Brignone, Palermi, Matarazzo, Camerini, Genina, Righelli e altri.

SPeriamo bene per la RHV, scusate se sono andato OT!

Ciao :slight_smile:

Maria Zef, che è sicuramente uno dei più bei telefilm italiani mai girati, andrebbe restaurato, perché il colore non è granché. Abbiamo ritrovato fra l’altro la copia lavoro del regista, che è in discrete condizioni, e sarebbe bello se a partire da quella La Cineteca del Friuli riuscisse finalmente a mettere in moto il restauro. Sul set, fra l’altro, è stato girato anche un bel backstage che sarebbe perfetto come extra per un’edizione in DVD…
Sette piccole croci lo trovo anch’io delizioso, ne ho tentato un’analisi nel volume uscito per la Cineteca di Bologna (Ai poeti non si spara, 2010).

Grazie Saimo :slight_smile:

Sto provvedendo ad acquistare il libro (da quanto ho capito, sei uno degli autori), della quale non sapevo l’esistenza!
Sarà interessante la lettura e l’analisi dei film anche perchè, di questo regista in bibliografia non ho mai trovato tanto.

Per Maria Zef sarebbe bello un restauro e graditissimo il backstage della lavorazione.

Speriamo…

:slight_smile:

Il volume, al di là dei testi inediti miei e di altri colleghi, è utile proprio perché contiene una sterminata filmografia commentata di 200 pagine in cui, sotto forma di estratti, abbiamo riassunto praticamente tutto quello che è stato scritto su Cottafavi.