New Rose Hotel (Abel Ferrara, 1998)

http://www.imdb.com/title/tt0133122/

Onanismo autoreferenziale di Abel Ferrara che parte dal racconto sci-fi/cyberpunk di William Gibson per tirar fuori una pellicola ostica ed introversa. Che lo spettatore si orienti o meno non pare essere un elemento che gli interessi più di tanto. Più che sceneggiatura, dialoghi e linearità narrativa, è lo stile visivo ad occupare i pensieri di Ferrara. Immagini sgranate, paesaggi industriali, panorami metropolitani allucinati, musiche stranianti, alterazioni continue della percezione, dialoghi tagliati e rimasticati alla William Burroughs, personaggi sopra le righe, estremismi, maledettismi e un po’ di inconografia nipponica che fa sempre futuro hi-tech.

Mereghetti lo ha descritto come un film dove tutto viene raccontato da personaggi che dialogano dentro delle stanze. Ed effettivamente è così, si dipinge il mondo (del futuro) mediante dialoghi (fumosi ed estremamente lirici) tra due o più persone in interni. Il resto sono dissolvenze, sovraimpressioni, cambi di registro stilistico, oltre a ripetizioni anche un po’ ammorbanti di scene già viste.

Kathryn Bigelow avrebbe inizialmente dovuto dirigere la pellicola, Virginie Ledoyen e Chloë Sevigny furono considerate per il ruolo di Sandii (Asia Argento), Scharzenegger invece sarebbe potuto essere Fox (Christopher Walken). Credo sia inedito in Italia in dvd.

lo vidi al cinema quando uscì e ricordo distintamente che all’uscita pensai di chiudere con Abel Ferrara, due palle fuori dal comune

radio gossip racconta che durante le riprese di questo film improvvisamente Asia e Abel sparirono nel nulla tanto che mamma Daria volò a cercarla per riportarla a casa a calci in culo.

Si erano infrattati per ciulare o per “farsi”? Comunque il film lo vidi tanti anni fa in vhs, e purtroppo mi confermò che per Ferrara cominciava un netto e inesorabile declino artistico. Gli anni di “The addiction” e “Fratelli”, ma anche “King of NY” e “Il cattivo tenente”, non sarebbero più tornati. Peccato. .
P.S. Sempre avuto l’impressione che Walken e Dafoe fossero lì giusto per fare un favore al regista. I primi a non credere ai propri personaggi sono loro due. .