Nightmare Cinema (Mick Garris, 2018)

Troppo arduo creare una serie tv antologica horror con ogni episodio girato in un Paese diverso diretto da un regista del luogo. Allora Mick Garris ha ripiegato realizzando questo horror film a episodi, selezionando 5 registi di differenti nazioni. Il risultato non è memorabile… ma si lascia vedere. Un vecchio cinema che pare abbandonato attira ignari spettatori: ognuno di loro sarà il protagonista della storia che appare sullo schermo.
Il primo episodio, The Thing in the Woods (di Alejandro Brugués) è il più divertente e riuscito: dei ragazzi in un bosco sono inseguiti da un killer mascherato, che ha già eliminato i loro amici. Toccando tutti gli stereotipi del genere, la storia all’improvviso si ribalta, trasformandosi da horror-slasher a sci-fi-pod invasion.
Nel secondo episodio, Mirare (di Joe Dante), una ragazza viene convinta dal fidanzato a farsi una plastica facciale per rimuovere una cicatrice sulla guancia. Al di là della frecciatina alla chirurgia estetica in generale, l’episodio ha poco mordente e un finale prevedibile, mentre questo tipo di storiella alla EC Comics dovrebbe avere un bel twist finale spiazzante.
Mashit (di Ryūhei Kitamura), il terzo episodio, è quello che mi è piaciuto di meno. Ambientato in una scuola cattolica, ha a che fare con una studentessa indemoniata… eccessivo, violento, esagerato, caotico (conosciamo il regista…) ma non in maniera creativa.
Il quarto episodio, This Way to Egress (di David Slade) è il più stilizzato, girato in un bel bianco e nero e dalle riuscite atmosfere Lynchiane e Cronenberghiane. L’epilogo avviene al ritorno della storia contenitore (nel cinema abbandonato).
Dead (di Mick Garris) è l’ultimo episodio: un bambino vivo per miracolo è perseguitato in ospedale non solo dal maniaco che gli ha sparato e che gli ha ucciso i genitori, ma anche dal fantasma di sua madre che lo vuole con sè nell’aldilà… sembra un episodio di Amazing Stories ma con l’amore familiare di Spielberg ribaltato!