18 febbraio 2005, Casarano (Le), al Teatro Mascarano Anna Mazzamauro presenta “Nannarella” di Anna Magnani. Dopo averla raggiunta telefonicamente la convinco ad avere un breve incontro alle 19:00, prima dello spettacolo fissato per le 21:00. È come la immaginavo: simpatica, divertente, con la battuta pronta. Apro la locandina che ho portato con me per l’autografo di ordinanza, “Io zombo tu zombi lei zomba”, si copre gli occhi con le mani. Un membro della troupe esclama: “Wow! Bella!.. Nadia Cassini! L’ho vista l’altra sera a una sfilata… ancora bella, ma drogatissima!”. Anna mi accompagna nel suo camerino e iniziamo la nostra chiacchierata.
Lindo: “Il personaggio per cui tutti ti ricordano è certamente quello della signorina Silvani nei film di Fantozzi…” (mi interrompe)
A. Mazzamauro: “Ti ci mando subito oppure aspetto?”.
L.: “Lo so che tu non ami molto questo personaggio…” (mi interrompe nuovamente)
A. M.: “Ma no, io non rinnego niente e dico sempre scherzando e sul serio ben vengano trecentomila Fantozzi. Ma è anche vero che siccome l’Italia è composta da persone molto pigre soprattutto mentalmente, allora la gente ha stentato all’inizio, stando a casa, col sorbetto, in mutande, coi calzettoni a vedersi la televisione, ha stentato a venire in teatro… niente, scusa, ti ho interrotto…”
L.: "A me piacerebbe sapere qualcosa riguardo a un film del '75, “Frankenstein all’italiana”.
A. M.: “Mah, non era un film molto importante. Quando sei all’inizio fai tutto, non solo per soldi, ma anche per esercitarti. Poi veramente per me il cinema… io non capisco perché me lo hanno fatto fare. La mia vita è questa, è quella del teatro, la mia professione è quella di attrice teatrale. Però è un lusso il cinema, meraviglioso, al quale mi sono abbandonata. Per cui una volta è capitato quello, una volta quell’altro, una volta questo che stai nominando tu e poi finalmente è arrivato Fantozzi. Il regista era Armando Crispino, uno che si è incazzato con me una volta. Pensa che io ancora ingenua pensavo che la gente fosse tutta intelligente quando fa questo lavoro, piena di ammirazione gli chiesi “Ma come fai a ricordarti tutto?”. Non glielo avessi mai detto! Mi ha risposto malissimo”.
L.: “Ricordi dove lo avete girato?”
A. M.: “Mi pare che fosse un posto vicino Roma dove ci sono dei mostri di pietra e noi abbiamo fatto in aggiunta i mostri di carne”
L.:“L’anno dopo sei protagonista di uno dei tre episodi che compongono “Prima notte di nozze” di Corrado Prisco”.
A. M.: “Mamma mia! Stai tirando fuori delle cose che io volevo dimenticare. L’ho accettato perché Prisco era il fratello dello scrittore importante Michele Prisco. Avevo letto due o tre libri suoi ed era un buon autore, uno da premio Strega e quindi quando il fratello Corrado mi ha telefonato… quanti anni sono passati! Giravamo questa scena con Oreste Lionello in una camera d’albergo a Venezia. La cosa che mi ricordo di più è che tutti mi hanno guardata e hanno detto “Questa è pazza!”, perché tutti adorano Venezia e io dopo due minuti che stavo lì dondolando… me viè da vomità! E l’ho registrato nel film, dopo è diventato un fatto divertente, in viaggio di nozze questa che guarda prima appassionatamente e poi man mano… bleah!”
L.: "Un film alquanto originale questo “Io zombo tu zombi lei zomba”.
A. M.: “Sai che non mi ricordo niente… ricordo solo una bella conversazione con Montagnani, che non conoscevo, e lui mi ha rivelato il motivo per cui era costretto a fare questi film. È stato molto bello, eravamo in un camerinaccio brutto… però io ero contenta perchè il fatto che ci fosse Montagnani mi dava una garanzia, recitare con lui… cavolo! Un attore strepitoso!”.
L.: “E “Sfrattato cerca casa equocanone” di Pingitore come lo giudichi?”
A. M.: “Quello era carino… era il remake di “Totò cerca casa”. È uscito poco, non so perché. Era un gruppo in cui ho stentato un po’ a riconoscermi, era il gruppo del Bagaglino di cui io dopo ho fatto parte, ma di passaggio. Io sono un altro tipo di attrice, meravigliosi loro, meravigliosa io… Bombolo era estremamente simpatico, estremamente vero. Era sempre pieno di borotalco… gli piaceva darsi il borotalco, tutto bianco! Simpatico, faceva quello innamorato di me, il macellaio… va bene? Annamo a vedè a scena, sù!”.