Nuova ipotesi sulla morte di Bruce Lee.

…Una cosa sono le scene eliminate, volutamente ed in fase di montaggio e/o postproduzione dal regista per ragioni varie (toglie ritmo al film o, ad esso, reca nocumento per l’ininfluenza sullo sviluppo narrativo del medesimo), altra le scene tagliate (per ragioni censorie): qui è la prima ipotesi, ma cosa c’entra con la morte di Lee…
…è tutto finalizzato alla vendita di outtakes varie et similia? Se è così non mi interessa, e non è questa la sede per i consigli sugli acquisti…:mad:

…GU61, hai iniziato tu ad uscire fuori binario con questo topic parlando dei dettagli del dvd dnc di l’urlo di chen…(vedi messaggi precedenti) e poi mi dici a me che non è il topic per parlare d’acquisti???:confused:

Prima di spedirlo all’acquirente eBay australiano, riporto quanto scritto nell’ultimo capitolo di “Io - Bruce Lee”, di John Ott, a cura di Miranda Molgora, fine anni '70.

17 - Quel giorno fatale

E si arriva al 20 luglio del 1973.
Raymond Chow chiama Bruce per incontrarsi e lavorare insieme alla preparazione del copione di un nuovo film che Chow intende realizzare con Bruce come protagonista. In quei giorni Bruce e Chow lavorano dalle quattordici alle sedici ore. Betty Ting Pei che dovrà avere un ruolo femminile importante nella pellicola, lavora con loro; ed è a casa di lei che i due uomini si recano in quel 20 luglio, giorno fatidico per Bruce.
Bruce sembra perfettamente normale. I due uomini rivedono la sceneggiatura, fano le ultime annotazioni, discutono sui dettaglio. Più tardi Bruce si lagna di avere un forte male di testa, e Betty gli dà una pastiglia antidolore, un medicamento prescrittogli proprio dal medico.
Verso le 19 e trenta, nel momento in cui Raymond Chow si prepara ad andarsene al ristorante, e Bruce a casa sua, l’attore si rende conto di stare malissimo.
“Vieni a coricarti”, gli dice Betty: “Coricati nel mio letto e vedrai che ti passerà tutto.”
Bruce si lascia condurre dalla giovane nella stanza, si spoglia e si butta a dormire. Dormirà fino alle 21 e trenta. Chow che li aspettava entrambi a cena, telefona chiedendo le ragioni di quel ritardo. Betty gli dice che Bruce si è sentito male, che aveva bisogno di riposo e che adesso è a letto e sta dormendo. Comunque non ha dato alcun segno di convulsioni.
“Perchè non lo svegli, Betty?” le dice il produttore. “Ho tentato, ma non riesco a svegliarlo. Si direbbe che è svenuto”, gli risponde la ragazza, un po’ spaventata.
Raymond Chow si affretta a raggiungere Betty, sale in casa sua, scuote Bruce, tenta a più riprese di svegliarlo e non riuscendoci chiama per telefono un medico.
Per una decina di minuti il sanitario cercò di far riprendere conoscenza a Bruce, che era caduto in una specie di letargo; ma vista l’impossibilità di fargli riprendere i sensi, prese la decisione di farlo trasportare con l’autoambulanza all’ospedale Queen Elisabeth. Ma fa portare via un uomo già morto.
Quando scoppia la notizia della morte di Bruce Lee, la stampa di Hong Kong si scatena.
La morte di una vedette, di un attore come Bruce è una miniera d’oro per i giornalisti.
Il giorno dopo la morte di Bruce, Raymond Chow fa una apparizione alla televisione di Hong Kong, per fornire alcuni chiarimenti sul decesso. E in tale occasione rivela che Bruce è morto mentre si trovava non da Betty Ting Pei, ma nella sua propria casa, dove vive con la moglie e i suoi figli.
Senonché anche in questo caso si rivela che le bugie hanno le gambe corte. La stampa procede nelle sue indagini per appurare i fatti nella loro vera realtà; e viene così a scoprire che Bruce non è morto a casa sua, ma a casa di Betty, di quella Betty che si voleva fosse una sua amica del cuore.
Raymond Chow viene tacciato di menzognero, di bugiardo; ne viene fuori una bagarre che si trascina per settimane.
Il rapporto fornito dai medici dopo l’autopsia fatta al cadavere di Bruce non è che un nuovo motivo di curiosità per gli amatori di forti sensazioni.
Si erano trovate tracce di canapa indiana nello stomaco di Bruce Lee. Ed ecco che immediatamente si offre di lui l’immagine del giovane drogato, anzi, della vittima della droga, di cui alcuni giornali si affrettano a sostenere essere stato un grande consumatore.
I suoi “exploits” di interprete, scrivono, non erano dovuti che alla droga. Bruce si drogava pazzamente dal mattino alla sera per poter fare cose che un uomo non è in grado di fare in momenti di normalità.
Ormai potevano dire tutto sul conto di Bruce: Bruce era morto, la moglie Linda cosa poteva fare per impedire che le cattive lingue gettassero il discredito sulla memoria del marito?
Era incontestabile che le tracce di canapa indiana erano trovate nello stomaco di Bruce; per quanto ella avesse potuto difendere la memoria del marito, quella verità purtroppo rimaneva, schiacciante.
Il rapporto medico era perfettamente chiaro a questo proposito: sì, Bruce aveva fumato canapa indiana durante il pomeriggio; ma, aggiungeva il rapporto, è da escludersi che questa droga leggera, possa avere causato la sua morte. Uno dei medici aveva perfino dichiarato che la presenza della canapa indiana, per la sua salute, aveva la stessa importanza di una tazza di the.
Ora si è tutti impegnati, polizia giudiziaria di Hong Kong e procuratore, a scoprire le cause del decesso. Si fanno illazioni di ogni genere, si arriva alle più grandi assurdità, alle più pazzesche ipotesi.
Il contenuto dello stomaco e delle viscere di Bruce Lee vengono inviate in Australia e perfino in Nuova Zelanda per essere sottoposte ai più rigorosi esami. I diversi rapporti escludono assolutamente l’ipotesi di un avvelenamento, o di qualcosa del genere.
A parte la già riconosciuta presenza della canapa indiana, le sole sostanze estranee scoperte nell’organismo di Bruce fu la famosa pastiglia analgesica datagli da Betty quando l’attore si lagnò di soffrire di un forte male di testa, poco prima di coricarsi nel letto di lei.
Il punto di vista del dottor Lycette dell’ospedale Queen Elisabeth seppellisce definitivamente l’episodio della canapa indiana, dichiarando che la morte di Bruce non era assolutamente dovuta a tale droga.
“Sono convinto che Bruce Lee era ipersensibile a una o a più pillole analgesiche. Certe persone sono allergiche alla penicillina per esempio”, e suggeriva che Bruce non era tanto allergico alla pillola in sé e per sé, quanto a certi suoi composti.
Il dottore Lycette ha altresì dichiarato di avere esaminato il cranio di Bruce e di non avervi trovato assolutamente nulla di anormale.
Il suo cervello, per contro, “era gonfio come una spugna”. Pesava un chilo e 575, in luogo degli abituali 1400. Ma la ipotesi di una emorragia cerebrale venne esclusa in quanto il cervello non presentava alcuna rottura di vasi sanguigni, né gonfiori anormali.
Il dottor Lycette aggiungeva che una qualche anomalia cerebrale poteva essersi prodotta; ma se ciò era accaduto, ben tosto era sparita.

Bruce si recò da solo a casa di Betty. Non è mai stato accompagnato. :confused:

Boh, io ho trascritto parola per parola ciò che è riportato nel libro… :smiley:

certo capisco. ma quello che più si avvicina alla verità è il libro di Alex Ben Block: Bruce Lee la sua vita la sua legenda. edizione mediterranee 1974 aka THE LEGEND OF BRUCE LEE.:wink:

…L’unico, davvero :smt031

…INFATTI quello uscito poco tempo fà : VERA VITA DI BRUCE LE scritto da Bruce thomas è un insieme di circa 20 libri biografici usciti negli anni 70/80 e alla se ne è fatto un volume confuso e banale. Dopotutto questo autore è un musicista!!!
John Little nella sua collana formata in 6 volume, tralascia la vera biografia (nonostante avrebbe potuto raccontarci veramente come erano andate le cose, essendo divenuto amico di famiglia di linda e shannon (mamma&figlia), ma ha sempre preferito analizare i suoi manoscritti, peraltro già usati (in maniera confusa da Linda nel 1975) nel libro TAO OF JEET KUNE DO , USCITO ANCHE IN ITALIA CON IL RISIBILE TITOLO de IL LIBRO SEGRETO DI BRUCE LEE…eD. MEDITERRANEE
:wink:

Stasera a Voyager su rai2 si parla della morte di Bruce e Brandon Lee