Regìa di Giorgio Cavedon, 1980
Con Monica Guerritore, Lou Castel, Laura Belli, Carlo Bagno, Mita Medici, Antonio Guidi, Elisabetta Odino, Auretta Gay, Ugo Bologna
Thriller/horror poco conosciuto, di cui leggo male quasi ovunque. C’è una vhs De Laurentiis/Ricordi video e stop, pare. Qualcuno di voi lo ha visto? Circola?
Si, c’è solo la vhs De Laurentis-Ricordi. L’avevo presa a nolo nel 1997 dal mitico Magnoli del Cineclub di Busto Arsizio. Da allora ne ho copia, prima in vhs poi in dvd, che fino al tuo post ha preso polvere e basta
Il film non l’ho mai visto, anche se scorrendolo velocemente, mi ha fatto sorgere qualche curiosità. Pare un po’ un polpettone, con Lou Castel che certo non è noto per imprimere brio alle pellicole.
Posto qualche immagine, anche milanese, per la tua gioia
Compare anche una villa che son quasi certo di aver visto, ma che ora non so collocare. Potrebbe essere una villa in Brianza, forse.
Nel film Heather Parisi canta il brano “Black-out”.
Visto anni fa uscì al cinema nel 1980. Pare che sia stato completato da Mario Caiano, per l’inesperienza del fumettaro Cavedon, esordiente alla regia e tale rimasto. Nonostante il buon cast trattasi di un horror d’atmosfera di vaga ispirazione avatiana piuttosto noioso e soporifero. Contiene qualche bello scorcio della Milano di quei tempi, prodromica di una “Milano da bere” ancora in là da venire.
Tipo comunque interessante, il Cavedon. Già aiuto regista in “Scano Boa” e regista di un episodio de “I soldi”, film a episodi codiretto con Gianni Puccini e sceneggiatore di “Isabella duchessa dei diavoli”, diventerà famoso con una quantità immane di fumetti sexy da Isabella a Messalina a Hessa ai più ben truci Oltretomba, Jacula, Terror, Lucifera… quasi impossibile elencarli tutti.
Visto stasera dopo tanto che lo avevo in cantiere…
Allora… sinceramente che sia polpettone si… Lou Castel in veste di narratore e protagonista (con una solo espressione da inizio film a fine pellicola) non è il massimo… ma nemmeno il volto meno indicato.
A mio avviso è l’ultima parte che da una sterzata al film. Allucinazioni, frame deformanti e deformati che seguono la scia di un genere (il thriller italiano dei seventies) che oramai era ai minimi storici.
NI. Non malaccio l’idea di fondo… forse sarebbe stato una buona idea un po’ più di audacia… di metter più pepe che “flussi di coscienza” da parte del protagonista.
Ciò nonostante rimane una pellicola particolare che va riscoperta per quanto mi riguarda