Dopo tanti Pinku-Eiga, ho avuto voglia di vedere quello che, apparentemente, é un prodotto del V-Cinema, nonché la seconda realizzazione di Takashi Ishii.
Un uomo di mezz’età, dedito al gioco e alla bottiglia, soccore una teen idol inseguita da una banda criminale che vuole rapirla per farne l’oggetto sessuale di un ricco faccendiere. Un fan della cantante e una locandiera, che prova pietà per il protagonista, saranno anch’essi implicati nella trama, che ha un’importanza relativa.
Senza ulteriori indugi, adoro Takashi Ishii e, per me, questo “piccolo” film é un mezzo capolavoro!
Le tematiche e lo stile, che contraddistinguono il regista, sono in parte già presenti:
- l’azione si svolge principalemente di notte,
- gli spazi interni sono perlopiù opprimenti e derelitti,
- la pioggia battente accompagna la sofferenza, anche fisica, dell’antieroe (di cui, a più riprese, si sottolinea la codardia e l’età avanzata),
- i tempi lunghi hanno tutta la loro importanza (come nella magnifica scena della guarigione dal pestaggio, con i sogni che riassumo i rapporti che il protagonista intrattiene con gli altri personaggi),
- la ragazza che, a causa delle violenze subite, perde la sua esuberanza e diventa quasi inanimata alla stegua di una bambola di carne,
- la vendetta che non porta a niente.
Sorprendente la scena iniziale in POV, mentre classico é il finale.
In più, in questa pellicola, si calca veramente la mano su una disperazione generale, dato che la depressione e il suicidio sono evocati spesso e l’atmosfera, soprattutto nella seconda metà del film, diventa tragica e senza via d’uscita possibile.
Tutti sembrano galleggiare a stento nell’alcool e nel sangue, che nel film abbondano, e solo i proiettili possono liberare le persone dalle loro vite miserabili perché, come intitolava il suo splendido romanzo Boston Teran, a volte, God is a Bullet!
Qualche foto del film:
L’incontro
Un momento spensierato
La cura del ferito
Il motivo del titolo e una scena significativa