Talmente naif da risultare commovente.
Così ovvio ed elementare, da apparire quasi complesso.
Ore 15:17 maneggia una materia metanarrativa dai mille interrogativi, ma riesce a rendere il tutto clamorosamente privo di spessore, da farti pensare che no, che ci debba essere sotto una grande riflessione. Così bene annidata che ci voglia un segugio per scovarla.
L’idea che tre semplici, o sempliciotti, ragazzi americani vengano riportati a vivere in un film l’unico vero grande evento della loro esistenza, l’accadimento per il quale tutta la loro vita era stata predisposta, trova riflesso in una posticipazione infinita dell’appunto momento eroico, con una narrazione che si concentra invece sulla loro traballante maturazione.
Le parti di loro tre bambini, in un’America divisa tra valori cristiani e culto infantile della guerra, hanno dialoghi da terza elementare, con preside, professori e madri che sembrano usciti dal libro ‘Come costruire il più insignificante, trito e fasullo dei bozzetti’.
Il viaggio in Europa, con battute e situazioni di una sconfortante banalità - non la banalità della vita vera, ma quella del cinema che scimmiotta la realtà - mi ha fatto sognare di rivedermi per l’ennesima volta i 4 minuti di viaggio di Victor in Europa ne Le regole dell’attrazione.
Il finale, con le riprese di loro tre con Hollande e la colonna sonora strappalacrime, è una roba da non credere.
Però, in tutto ciò, soprattutto nel personaggio di Spencer, c’è una specie di verità, che davvero forse è la verità dei semplici, dei modesti, di quelli che sognano di fare gli eroi pur non essendovi portati, che davvero mi ha commosso. Quando lui è in stazione, ferito, e ricorda le sue preghiere di bambino che chiedeva a Dio di potersi rendere utile per il bene degli altri, beh, vedendo quel ragazzo sgraziato finalmente felice, io avevo le lacrime agli occhi.
E in fondo il cinema è anche questo: emozione.
Per cui, anche in un film francamente modesto per moltissimi, troppi, aspetti, ci sono barlumi di quella sincerità che risplende nel cinema migliore di Eastwood.
P.s.: a chi dà 10 a questo film, farei una domanda molto semplice: non dico ad Arancia Meccanica, non dico a I sette samurai, dico solo restando nel cinema di Eastwood, che diavolo di voto daresti a Mystic River, a Million Dollar Baby, a Bird, a Gli spietati, a Lettere da Iwo Jima? 20?