Il sèguito di Outrage, sempre firmato da Kitano.
Meno riuscito del primo, secondo me. La prima parte è tediosa e descrittiva, ma è ben difficile interessarsi a queste vicende di yakuza visto che Kitano accumula un cliché dopo l’altro. Un po’ meglio quando entra in scena Otomo (Kitano stesso), ma anche lì si affastellano un po’ troppe sitazioni, infiniti dialoghi tra gangster che non portano da nessuna parte. E pensare che nei suoi primi film di yakuza i dialoghi erano rarissimi.
Anche il finale aperto, che immagino preluda al terzo capitolo, lascia un po’ così.