Pane, amore e fantasia (Luigi Comencini, 1953)

Con Vittorio De Sica, Gina Lollobrigida, Tina Pica, Marisa Merlini, Memmo Carotenuto, Virgilio Riento, Roberto Risso

Successone da un miliardo del 1953, che Comencini non amò mai particolarmente. Buon film, anche se il regista di Salò ha fatto senz’altro di meglio. Molti attori sotto-utilizzati (Carotenuto, la stessa Tina Pica). Predomina un ovvio bozzettismo di provincia, anche gustoso se vogliamo. La Lollo straborda letteramente dal vestitino che indossa per tutto il film, cosa che avrà contribuito non poco al successo della pellicola, credo.

De Sica raccontava della vergogna che provò qualche anno dopo aver girato il film, quando ad un evento incontrò Carl Theodor Dreyer, il quale si complimentò con lui per questo film. Anziché citare Umberto D, Sciuscià o Ladri di biciclette. Pare che De Sica, che ammirava molto Dreyer, ci fosse rimasto malissimo… chissà se poi è una storia vera.

Fra l’altro, senza nulla togliere a Comencini, in tutta questa serie De Sica ebbe anche un ruolo da “regista ombra”, certificato anche nei contratti d’ingaggio (ne abbiamo pubblicato uno nel nostro volume sulla Titanus).

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