Paranormal Activity 3 (H. Joost, A. Schulman, 2011)

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Locandina

Terzo capitolo della saga di Paranormal Activity
Anche questa volta è un Prequel per meglio chiarire gli eventi dei primi due capitoli , siamo nel 1988 ed alle origini di tutto.
L’articolazione è simile a quella degli altri due film, con il tempo che scorre, questa insistente ripresa con la telecamera , tutti inizialmente increduli e quasi divertiti e i soliti 4/5 colpi per lo spettatore fino al forte finale.
Non mi ha entusiasmato particolarmente ma come visione rilassata può starci.
Perlomeno si chiude il cerchio.

Visto anch’io.

Mah…

Premesso che il film parte subito mooooolto male perché non si crede neanche per un attimo che le riprese siano del 1988. Le videocamere dell’epoca non giravano certo così e certo non erano in 16:9.
Magari a voi sembra una cazzata ma a me (forse per deformazione professionale) questa cosa ha davvero dato fastidio facendo perdere un sacco di credibilità al film.
Per me la credibilità in un film del genere è tutto, funziona solo se uno sta al gioco e a me in questo caso è venuto molto difficile anche per questo.

In ogni caso ho fatto il mio dovere e ho visto il film da solo, audio ben regolato e nell’oscurità più totale.
Il film funziona (funzionicchia) a tratti ed è un peccato perché aveva delle potenzialità mica male.
La storia dell’amico immaginario poteva fare molta più paura e si sarebbe dovuto insistere di più sul lato morboso della faccenda (questo misterioso Toby alla fine era un vecchio che voleva sposare una delle due bambine)

Purtroppo in questo terzo capitolo (prequel del prequel) non è credibile per niente il modo di gestire la videocamera. Viene usata senza senso e troppo bene. Non basta dire che chi la manovrava era un operatore perché anche il miglior operatore del mondo non riuscirebbe a fare panoramiche a schiaffo, movimenti perfetti senza perdere mai il fuoco se si sta cagando addosso dalla paura.
Che poi il problema non è che la videocamera è usata troppo bene, è che è proprio usata troppo, anche in momenti in cui non avrebbe senso prenderla.
E addio verosimiglianza… :frowning:

Stendiamo poi un velo sulle aberranti incongruenze presenti in sceneggiatura.

Alla fine vengono buttate un po’ troppe cose nel calderone (fantasmi, sette, satanismo) e se il finale riesce a suo modo a funzionare (ma non su tutto) è solo perché si appoggia su meccanismi ultracollaudati. Impossibile non fare paura in un certo modo (se lo spettatore sta al gioco e vede il film come si deve).

Due note…

Il trailer del film contiene praticamente solo scene che nel film NON ci sono, con tanto di personaggi in più. Sarebbe interessante scoprire se sono scene girate apposta per il trailer oppure se sono state scartate al montaggio.

Il film mi ha comunque regalato un brividone da cagarella assicurata ma solo grazie a fattori esterni.

Durante la prima scena dove le bambine giocano a Bloody Mary c’è un momento in cui c’è lo schermo tutto nero e c’è silenzio perché le bambine hanno appena provato ad invocarla e aspettano al buio che si manifesti.

Scena molto classica che comunque funziona proprio perché si basa sui meccanismi ben oliati di cui parlavo prima.
Ecco, io ero certissimo che non si sarebbe visto nulla (e infatti così è stato) ma ero leggermente teso perché mi aspettavo di sentire un rumore o qualcosa del genere.
Mentre aspettavo questo ho fatto un sussultone sconvolgente perché, senza che me ne accorgessi, il mio gatto Giotto (che pensavo stesse dormendo sul mio letto) mi è saltato improvvisamente in grembo.
Ho perso un paio di giorni di vita ma col senno di poi è stato divertente.