Durante una reunion di vecchi amici che si rivedono dopo 20 anni un uomo, Yong-ho, in evidente stato di disperazione, si uccide lasciandosi investire da un treno.
A questo punto il film, con una suddivisione in capitoli, ripercorre la vita dell’uomo andando sempre più a ritroso, da 3 giorni prima fino a 20 anni prima.
Sullo sfondo, avvenimenti importanti della storia della Corea.
A me è piaciuto molto. Abbonda di simbolismi e anche metafore a volte fin troppo ovvie, ma ciò che mi ha colpito è la scrittura molto curata; il film presenta elementi ricorrenti, a volte piccoli dettagli, incontri, situazioni, musiche, perfino tic e atteggiamenti, che ritroviamo nei vari episodi della vita di Yong-ho.
A volte sembrano scherzi del destino, a volte spiegano avvenimenti futuri che però abbiamo già visto. Io ne ho notati tantissimi, e chissà quanti me ne sono sfuggiti.
È un film triste, senza dubbio, commovente, ma non deprimente. Al termine della visione non avevo alcun retrogusto sgradevole.
Non posso che consigliarlo.
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