Negli ultimi giorni di dicembre 84, in prima visione all’Ambasciatori di Bologna, un tassello forse mancante dalla filmografia di Marina Lotar. Il prosopopeico titolo scomoda addirittura Il Vate.
Per forza di cose non può trattarsi di qualche mascherata pellicola già nota: andando ad escludendum non c’è infatti titolo di Marina che all’epoca non comparve regolarmente in città.
Ho traccia di apparizioni anche in altre sale dell’Emilia Romagna, oltre che ad una seconda visione nel capoluogo, un anno più tardi.
Ottimo spunto di ricerca. Marina continua a riservare sorprese, e non solo nel cinema hard.
Un dubbio però mi assale: possibile che “il kolossal 1985” con la svedese (al tempo celeberrima e amatissima) sia sparito nel nulla?
In 25 anni di ricerche mai passata sotto gli occhi la locandina, neppure fra le centinaia o forse migliaia di un mostruoso collezionista proprio di Bologna, da cui provengono i manifesti da me precedentemente pubblicati qui dei film “rititolati” di Karin e quello da te definito “non originale” de Il capriccio di Paola (datato 85 e il cui titolo prima di essere coperto viene riportato come “Capriccio… di Paola”).
Inoltre, e in video? Mai dato alle stampe? “Il kolossal 1985”? Possibile?!
Fino ad apparizione “materiale” scacciadubbi, a mio modesto parere si parla di qualche famoso film Marinaresco, la butto lì… Marina e la sua bestia (il numero 1 di Ondy Steel).
Guarda che non è proprio così… All’epoca, a parte un manipolo minoritario di frequentatori “specializzati”, la maggior parte degli spettatori dei cinema a luci rosse non sapeva assolutamente niente di attrici e attori (né gliene fregava alcunché). Gli studi sul porno e il culto di attrici e registi sono posteriori. Le presenze mariniane su riviste e rotocalchi non fanno testo, perché chi leggeva quelle riviste e chi andava a vedere i film porno erano due categorie di fruitori completamente diverse. Nei primi anni 80 nessuno, e dico nessuno, avrebbe potuto scrivere libri come DizionHard o Luce rossa (anche se A.N. prendeva note sui film visti, che poi 30 anni dopo si sarebbero rivelate preziose).
Sono d’accordo a metà. Stando alla quantità di giornali - normali e non - da me conservati (nella mia miseria parliamo di centinaia) Marina era già beniamina dei rotocalchi dalla seconda metà dei '70. La separazione dal marito fu seguitissima, non tanti all’epoca intraprendevano questa strada oggi molto trafficata. Molti suoi film fecero scandalo - parliamo degli inizi - furono sequestrati anche, e se ne discusse non poco. Non parliamo poi del clamore suscitato da Marina e la sua bestia, forse il porno che in Italia arrivò a scandalizzare più di tutti. Marina furbescamente utilizzò il cognome del marito per farsi strada, celebre già ai tempi de “La domenica sportiva” (stagioni 1974-75 e 75-76).
In amicizia, su Luce rossa (o era il preistorico speciale su Blue?..forse tutte e due…) Renato Polselli raccontava che a causa della popolarità (e bellezza) di Marina durante la lavorazione di Happy birthday Harry! (1980) successe che…