[PG] Omicidio Meredith - Amanda Knox & Raffaele Sollecito

Parla l’amico di Rudy Hermann detto Gede: “Ha avuto una brutta infanzia”
“E’ un ragazzo che non riesce a camminare da solo ma assassino proprio no”
“Per me era come un fratello, non può essere stato lui”
La sorella adottiva: “Era un po’ bugiardo ma non era un tipo violento”

http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/cronaca/perugia-uccisa3/un-amico/un-amico.html

ULTIM’ORA

Finisce la fuga di Rudy
Arrestato in Germania

Svolta nel delitto di meredith
Perugia, catturato Rudy
Preso il «quarto uomo», l’ivoriano di 21 anni. Era scappato in Germania

http://www.corriere.it/cronache/07_novembre_20/rudy.shtml

Conclusa la caccia al cosiddetto " quarto uomo" accusato dell’omicidio di Meredith. Oggi potrebbe essere firmato il provvedimento di scarcerazione del musicista congolese
Perugia, catturato Guede
Presto libero Lumumba
Il padre affidatario di Rudy: “Mi ha deluso. E’ un bugiardo”
Francesco Sollecito: “L’unico uomo in quella casa era il giovane ricercato”

http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/cronaca/perugia-uccisa4/perugia-uccisa4/perugia-uccisa4.html

L’ivoriano aveva messo online un video
Rudy su YouTube, insulti sul sito
«Sono un vampiro, succhio il tuo sangue», dice nel filmato. La risposta: «Sei un bastardo, dovresti morire»
http://www.corriere.it/cronache/07_novembre_20/Rudy_video_youtube.shtml

Il suo video su YouTube: http://mediacenter.corriere.it/MediaCenter/action/player?uuid=b98f901c-976c-11dc-9cff-0003ba99c53b

L’IVORIANO A UN GIUDICE TEDESCO: «uccisa da un italiano che non conosco»
Il dna conferma: Rudy violentò Meredith

http://www.corriere.it/cronache/07_novembre_22/perugia_gip_rudy_4f087204-990b-11dc-831b-0003ba99c53b.shtml

Il profilo youtube del tipo: http://www.youtube.com/user/rudyhermann
priceless il commento di lorenzao69 :smiley:

Una domanda sorge spontanea… ma se Rudy è ancora in Germania e non sarà estradato fino a dopo la festa dell’immacolata… come fanno a conoscere il suo DNA? :confused:

Perugia, omicidio Meredith
Sollecito vuole essere sentito

http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/cronaca/perugia-uccisa4/sollecito-parla/sollecito-parla.html

all’indomani della morte di meredith
Amanda e Lele a caccia di lingerie
I due amanti ripresi dalle telecamere del negozio. Il titolare: «Si baciavano continuamente»

http://www.corriere.it/cronache/07_novembre_23/amanda_biancheria_intima_a30889d2-99da-11dc-aff3-0003ba99c53b.shtml

[flash]http://www.youtube.com/v/XPyVslLF5uQ[/flash]

DELITTO DI PERUGIA. il pm: si aggrava anche la posizione di raffaele sollecito
Aumentano gli indizi contro Amanda
«Era presente sulla scena del delitto»
Una macchia di sangue della Knox trovata nella casa dove fu uccisa Mez, che è stata accuratamente ripulita

http://www.corriere.it/cronache/07_novembre_27/amanda_pm_memoriale_99738ff0-9ced-11dc-b6d9-0003ba99c53b.shtml

nuove riveLazioni sul giallo di perugia
Lumumba: «Sono stato umiliato»
Il congolese: «Amanda ha fatto il mio nome per depistare». E Rudy vendette l’iPod per pagarsi la fuga

http://www.corriere.it/cronache/07_novembre_26/delitto_perugia_guede_b1b60fa8-9c3d-11dc-84ae-0003ba99c53b.shtml

TESTIMONIANZE SULLA STUDENTESSA AMERICANA COINVOLTA NEL DELITTO DI MEREDITH
«Amanda voleva solo sesso»
L’ex partner Elis Prenga: «Una cacciatrice di uomini». Lumumba: «Faceva avance ai clienti»

http://www.corriere.it/cronache/07_novembre_25/amanda_cacciatrice_uomini_00229488-9b60-11dc-8d30-0003ba99c53b.shtml

Mah, non mi pare che poi facesse una vita così dissoluta…

nel carcere di perugia, dove è in isolamento, si arrampica sulle grate per fare sport
Amanda: resterò qui e mi rifarò una vita
Dalla cella l’americana accusata di aver ucciso Meredith Kercher fa sapere: «Voglio parlare con il giudice»

http://www.corriere.it/cronache/07_novembre_29/amanda_nuovavita_1996a024-9e4b-11dc-9968-0003ba99c53b.shtml

Oggi l’udienza davanti al tribunale delle Libertà che deciderà
se i due indagati dovranno restare in carcere. La sentenza attesa in serata
Amanda davanti ai giudici del Riesame
“Sono innocente, non ero nella casa”
La giovane americana e Raffaele Sollecito non si sono incontrati
Dichiarato inammissibile il ricorso presentato da Lumumba poiché già libero

http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/cronaca/perugia-uccisa5/in-tribunale/in-tribunale.html

DELITTO DI PERUGIA, Le dichiarazioni dei due accusati al tribunale del riesame
Amanda e Raffaele: «Siamo innocenti»
La versione dell’americana è quella di non essere stata nella casa di Meredith Kercher

http://www.corriere.it/cronache/07_novembre_30/amanda_innocente_giudice_ccdba5e0-9f35-11dc-8807-0003ba99c53b.shtml


AGGIORNAMENTO

Perugia, Amanda e Raffaele restano in carcere
22:57 CRONACHE Una telefonata con la madre accusa l’americana: «Quella notte ero là»

[u]Amanda alla madre[/u]: “Ero in casa”
Il diario: [u]“Forse è stato Raffaele”[/u]
Perugia, intercettata una conversazione fra la giovane accusata dell’omicidio di Meredith e la mamma. La difesa: “Intendeva l’appartamento del fidanzato”. Dubbi su Sollecito negli appunti scritti in cella. Il Tribunale del riesame: i due resteranno in carcere

Il diario dal carcere di Amanda
“E se fosse stato Raffaele?”
La studentessa americana ha scritto “La mia prigione”, 50 fogli di ricordi e poesie. “Quella sera fumai, non ricordo, ma potrebbe essere stato proprio il mio ex fidanzato”

http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/cronaca/perugia-uccisa5/appunti-amanda/appunti-amanda.html

Il giovane detenuto in Germania per l’omicidio di Meredith incontra il genitore: “Non sono stato io papà”
Il musicista congolese durante l’interrogatorio si è avvalso della facoltà di non rispondere
Rudy al padre: “Riconoscerei l’assassino”
Lumumba in procura non risponde ai giudici

http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/cronaca/perugia-uccisa5/interrogatorio-lumumba/interrogatorio-lumumba.html

Lo studente interrogato in carcere si avvale della facoltà di non rispondere
Rudy: «Se fossi stato uomo Meredith sarebbe viva». Sollecito non risponde
Guede è arrivato poco prima delle 13 a Fiumicino con un volo proveniente da Francoforte

http://www.corriere.it/cronache/07_dicembre_06/sollecito_guede_arriva_f39575ae-a3f3-11dc-b343-0003ba99c53b.shtml

AGGIORNAMENTO

Nessun cenno alla presenza di Amanda e Raffaele: ho visto l’assassino ma non so dire chi sia
«Dopo il delitto andai in discoteca»
Rudy Guede parla per 8 ore: non l’ho uccisa. Gli investigatori: mente

http://www.corriere.it/cronache/07_dicembre_08/rudY_otto_ore_sarzanini_831b1dde-a55f-11dc-87a0-0003ba99c53b.shtml

Rientrato ieri dalla Germania, il giovane della Costa d’Avorio è stato interrogato per sette ore. Il padre di Raffaele Sollecito si dice fiducioso: “Non si erano neppure mai visti”
Perugia, il giorno della verità di Rudy
“Ero in quella casa ma non ho ucciso Meredith”
Il legale: “Non ha fatto il nome dell’assassino perché non c’è alcun nome da fare”

http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/cronaca/perugia-uccisa5/interrogatorio-guede/interrogatorio-guede.html

Amanda Knox parla dal carcere: “Non ho mai confessato nulla”
“Con Raffaele rapporto intenso, sono certa che non mi ha accusato”
“Avevo una vita esagerata
ma non ho ucciso Meredith”

http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/cronaca/perugia-uccisa5/parla-amanda/parla-amanda.html

“Ho lottato con l’assassino ma ormai lei era in un lago di sangue Diceva solo: af, af”
“Mez non sopportava più Amanda”. Il memoriale di Rudy: “E’ una drogata”
“Quando andai a casa sua mi mostrò il cassetto da cui le erano spariti dei soldi”

http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/cronaca/perugia-uccisa5/mez-amanda/mez-amanda.html

Il memoriale in pdf

Il delitto di Mez Il racconto di una vicina: erano almeno in due
Perugia, nuova teste: «Ho sentito gli assassini»
«Un grido, poi la fuga». Il pm: da Rudy solo bugie

http://www.corriere.it/cronache/07_dicembre_14/perugia_testimone_pm_ad8a9092-aa0d-11dc-abc2-0003ba99c53b.shtml

Terminata a Perugia l’udienza del Tribunale del Riesame
L’avvocato: «Nessuna prova su Rudy»
«Solo riscontri che dimostrano la sua presenza nella casa, non il suo coinvolgimento nel delitto di Meredith»

http://www.corriere.it/cronache/07_dicembre_14/perugia_riesame_testimone_8cf639c6-aa44-11dc-abc2-0003ba99c53b.shtml

Guede resta in carcere. Ieri a Londra i funerali
Rudy rivela: «C’erano altre due persone»
Il suo Dna sul reggiseno di Meredith: «L’ha violentata». Il Tribunale del Riesame nega la scarcerazione

http://www.corriere.it/cronache/07_dicembre_15/sarzanini_omicidio_perugia_meredith_6a86fc54-aae9-11dc-a893-0003ba99c53b.shtml

Il Riesame respinge la richiesta di libertà: “Guede era in quella stanza ma non ha ucciso”. Nella Croydon Church si è svolta la cerimonia funebre della ragazza inglese
Perugia, Rudy resta in carcere
Il suo Dna sul reggiseno di Meredith
I legali dell’ivoriano: “Una telecamera potrebbe aver ripreso l’assassino fuggire”

http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/cronaca/perugia-uccisa6/perugia-uccisa6/perugia-uccisa6.html

La ragazza americana scrive ancora dal carcere, racconta i suoi giorni di reclusione: “Non ho appetito, bevo acqua come una pazza ma il cibo mi fa venire mal di stomaco”
“Raffaele, perché tutte quelle bugie?”
Ecco il nuovo memoriale di Amanda
E ribadisce la sua innocenza: “Quella notte mi sono addormentata quando lei è stata uccisa”

http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/cronaca/perugia-uccisa6/memoriale-amanda/memoriale-amanda.html

L’americana lo ha ribadito interrogata in carcere dal pm
Perugia: Amanda, «Sono innocente»
Anche gli avvocati di Rudy hanno incontrato il loro assistito, ma non hanno rilasciato dichiarazioni

http://www.corriere.it/cronache/07_dicembre_17/perugia_amanda_rivelazioni_a3718ff2-ac92-11dc-b79e-0003ba99c53b.shtml

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Il delitto di Perugia

Mez, Amanda e le notti segrete
Il racconto di uno scrittore
di ALESSANDRO PIPERNO

La lunga notte passata a Perugia si è rivelata un errore spiacevole. Ero lì per racimolare impressioni su Meredith Kercher e Amanda Konx (data la natura morbosa della mia persona, le sole protagoniste a interessarmi) . Il guaio è che di loro non c’era traccia. Come se non fossero mai esistite. No, non sto per farvi l’ennesimo sermone contro il vampirismo mediatico.
Sarebbe una bell’impudenza da chi sta per servirvi l’ultimo prodotto di quell’industria del sangue che disseta gli sfaccendati
Drakula di mezzo mondo. Inutile indignarsi: è evidente che uno dei rischi nell’essere assassinati di questi tempi è di vedere la propria foto (scattata proprio il pomeriggio in cui avevi dimenticato di lavarti i capelli) trasformata dalle circostanze in una sorta di figurazione pop. Converrete altresì che ci sono cadaveri a cui è andata molto ma molto peggio. Ero a Perugia a caccia di qualche maldicenza che ravvivasse un affresco demoniaco che stava via via sbiadendo. Ciò che avrei ottenuto dai giovani nottambuli perugini (resi diffidenti dall’attenzione ossessiva della stampa mondiale) era un catalogo di pulciose ipotesi sociologiche: le stesse che avrei potuto trovare su un reportage del New York Times. La frase più ricorrente suonava più o meno così: «Hanno definito Perugia la nuova Ibiza».
È davvero così disdicevole per una città essere raffrontata a un’ isoletta dove il sesso e la droga a buon mercato sono una garanzia costituzionale? Bah. Rinascimento e campus E dire che ero arrivato all’ora giusta: nel pieno di uno di quei tramonti di sangue che ti fanno capire perché il Rinascimento è proliferato a contatto di queste radure punteggiate di salici e ulivi. Perugia era là, che mi sovrastava, gli artigli conficcati nelle sue millenarie stratificazioni. Non è eccitante l’idea di un campus universitario tradotto in uno dei più scenografici borghi dell’Italia centrale? Deportare centinaia di famiglie perugine fuori dalle porte del centro storico per lasciare spazio a migliaia di studenti provenienti da ogni luogo della terra? Non è un sensazionale esperimento postmoderno? Lo sentite nell’aria l’afrore? Ormoni, testosterone, sperma, canne, calzini da tennis, birra, vino scadente, lo spumeggiante caffè della Moca… Io lo sentivo, pur non avendo ancora messo piede a Perugia, lo sentivo: un odore promettente che mi faceva pensare a tutto il sesso che avrei potuto avere se fossi nato con un decennio di ritardo… Finché quei dolenti pensieri non hanno preso forma nel ricordo delle sottili membra di Judith, una ragazza che conobbi in una bostoniana vacanza studio alla fine degli anni '80. Aveva da poco compiuto vent’anni. Esibiva il sorriso accogliente delle ragazzine che per pagarsi gli studi versano l’acqua in ristoranti di lusso del New England. Mi raccontò che aveva intrapreso una gara con una compagna di stanza a chi si scopava più ragazzi in un anno. Per contarli avevano escogitato un modo ingegnoso. Ognuna aveva scelto la linguetta di una lattina di una famosa bibita: Judith quella rosa della Doctor Pepper, la sua amica quella grigia della Coca Cola. Ogni nuovo amplesso veniva segnalato alla pubblica opinione tramite l’ennesima linguetta infilata nello stendino posto in mezzo alla stanza delle due ragazzine. «Alla fine dell’anno scorso, i numeri erano da Guinness dei primati! » mi disse una sera Judith mentre gentilmente rifiutava la mia candidatura a duecentesima linguetta della stagione. Sì, è alla mia Judith che pensavo mentre immaginavo l’eccitante squallore della casa dove Meredith era stata assassinata da un numero insensato di coltellate. Pensavo a quanto i dati da me raccolti su di lei fossero insufficienti a costruire un ritratto soddisfacente. Ma allo stesso tempo pensavo ad Amanda. Alle lettere inviatele dagli ammiratori: missive piene di amore per una presunta assassina, per una svagata ninfomane. Ecco una cosa che indigna la gente. Che qualcuno spedisca lettere d’amore a chi ha raggiunto la notorietà attraverso un omicidio. In realtà non c’è nulla di mostruoso. Si tratta di idolatria: meccanismo psicologico che spinge la gente a trasfigurare gli individui più improbabili. Non trovo le lettere ad Amanda Knox meno insensate delle lacrime versate per Lady D., e neppure del tremore che mi attraversò quando un giorno mi imbattei in Diego Simeone, mio eroe calcistico a quel tempo. Il successo — di qualsiasi natura esso sia — emana sempre una sconcertante carica sessuale che elettrizza gli individui deboli come il sottoscritto. Dopo l’ascesa dal parcheggio sotterraneo alla città, attraverso il dedalo di scale mobili nel ventre della fortezza Paolina, eccomi boccheggiante nella lobby di un austero hotel di Via Vannucci. Uno di quegli alberghi dai polverosi interni liberty nella cui hall non fatichi a immaginare — seduto su un divano di porpora scolorita — la tozza sagoma di Henry James che lancia timide occhiate a un avvenente lift riccioluto.
Il facchino egiziano
Accetto che un facchino egiziano mi accompagni in camera solo per chiedergli cosa pensa di questa storia. L’unica frase degna di essere riportata è questa: «Alla gente di qui non frega niente di quella ragazza perché lei è straniera». Commento dettato dal risentimento ma anche da uno schietto buon senso. È vero, il fatto che Meredith sia inglese ci ha risparmiato una serie di spettacoli imbarazzanti. Non abbiamo visto in Tv padri che perdonavano. Né madri che negavano il perdono. Tanto meno zii che, con lo sguardo fisso nella telecamera, sibilavano: «Vogliamo solo giustizia». Nessuna amica con le guance bagnate di lacrime è venuta a dirci che si trattava di una «ragazza davvero speciale, amata da tutti». Nessun prete si è permesso la sconcezza di prometterci un mieloso aldilà. N ella hall ho trovato ad attendermi i ragazzi con cui avevo appuntamento. Provengono per lo più dalla sinistra giovanile, hanno stretti contatti con il mondo studentesco. Al primo sguardo mi sono apparsi puliti, gentili, desiderosi di mettersi a disposizione. Mi sbagliavo. Ho capito immediatamente che sarebbe stato difficile farli parlare di quella cosa lì nel modo in cui avrei voluto. Che erano stanchi di farsi usare. Che volevano passare al contrattacco: e usare me. Speravano che mi facessi portavoce delle loro recriminazioni: contro Bruno Vespa, contro Enrico Mentana, contro Panorama, contro tutti. Come se fossi una specie di ispettore russo di un fantasmatico Ministero dell’Informazione mandato a riparare i presunti torti commessi da una categoria alla quale per altro non appartengo. Capii che qualcosa non andava quando mi promisero un tour subito dopo cena: da «Le chic», locale di Lumumba alla casetta di Meredith e Amanda: lo stesso giro che avevano propinato a una dozzina di giornalisti di altrettante testate nelle scorse settimane. Mi sentii demoralizzato.

Il comitato d’accoglienza
Eppure non potevo farci niente. Era Luca Gatti a comandare il comitato d’accoglienza. Un trentenne la cui zazzera scarmigliata serviva a tenere a bada un naso prominente. Tanto che il viso, per altro gradevole, sembrava essere opera di un fumettista giapponese. Anche il modo di presentarsi esibiva l’orientale vezzosità di un cartone animato: pantaloni a strisce verticali, romantica sciarpa di seta verde, occhi la cui scintillante vacuità doveva risultare seduttiva per un certo tipo di ragazze molto giovani. Luca, consapevole di questo suo tratto indubitabilmente carismatico, si era messo a disposizione della comunità studentesca. Aprendo un centro che aiutava le matricole a raccapezzarsi. L’ufficio, nel quale dapprima mi condusse, si presentava come un sottoscala luminoso all’ultimo piano di un palazzotto. C’era qualcosa di rassicurante nella banalità delle pareti fitte di ritagli di giornale che ritraevano Lennon, Dylan, De Niro, il Dalai Lama, la solita paccottiglia pop. Ti veniva facile immaginare la fila di studenti spaesati che si mettono nelle mani di questi ragazzi sorridenti e garbati come maestri di sci. «Le americane sono le più disponibili, le cinesi le più studiose» mi disse uno degli amici di Luca con l’annoiata perentorietà di chi dispone di una casistica illimitata. Anche Meredith e Amanda erano passate di qui? Luca mi mostrò un cimelio. Una mail ricevuta qualche mese fa di Raffaele Sollecito (uno dei sospettati dell’omicidio di Meredith, un tipo il cui quoziente intellettivo è misurabile dal fatto che si è presentato alla polizia con un coltello in tasca per essere interrogato a proposito di un omicidio avvenuto per accoltellamento). Nella mail ruvidamente referenziale Sollecito chiedeva a Luca di trovargli una partner di madre lingua con cui parlare in tedesco. La cosa, mi spiegò Luca, non era andata in porto. «Sai, ha trovato di meglio» ha commentato con un sorriso allusivo. Il cinismo, ecco il modo attraverso il qualche i ragazzi provano a liberarsi dalla nausea che tutto questo ormai gli suscita. Ecco perché sempre Luca mi dice: «In fondo questa storia mi ha permesso di allacciare un sacco di contatti interessanti. L’altro giorno sono stato a spasso con una tipa del New Yorker. Mica male, no?». Basta dare un’occhiata ai pretenziosi bicchieri di Barolo esibiti alla cassa del ristorante dove mi hanno trascinato, per capire che anche qui è arrivata la nouvelle vague modaiola simil-raffinata che ha stravolto la ristorazione italiana. Questo è il posto giusto per presentarmi Davide, un nerboruto trentacinquenne di origine pugliese che, venuto anni fa a Perugia per il servizio militare, ci è rimasto. Sebbene ora faccia il pr con successo sembra ancora un militare: capelli tattici, fisico tonico, jeans stretti, giubbotto sportivo. Gli verso del vino. Lo rifiuta. «Bevo solo acqua ». Organizza feste per vivere, ma è una persona sobria e riservata che, quando non lavora, preferisce starsene a casa. Anche lui è già stato intervistato una ventina di volte. Anche lui ha stilato la classifica dei giornali onesti e di quelli disonesti. Anche lui, come tutti gli altri, si aspetta che io sia più corretto dei miei predecessori. Anche lui ha una precotta opinione sulla vicenda e vuole a tutti i costi esprimerla. Questo è il lato più frustrante della questione. Tutto quello che potrò avere da costoro è un collage di opinioni: severe, limpide, ben argomentate, inoppugnabili ma del tutto insipide.

Due sedie davanti alla porta
Frattanto, usciti dal ristorante, ci inerpichiamo su un vicolo d’una pendenza per nulla fastidiosa, che di tanto in tanto offre scorci sulla città e sulla vallata. Tutto è di una bellezza intollerabile. L’aria gelida profuma ancora di timo e di carne abbrustolita. Sono sfinito. Vogliono portarmi a un festa. «Sai qui come funziona? Apri la porta di casa, metti un paio di sedie fuori. È il segno che tutti possono entrare». Ma il tour prevede anche una capatina alle vie dello spaccio. Non capisco che diavolo c’entri tutto questo con Meredith e con Amanda. A tal punto che, d’un tratto, chiedo spazientito: «Ma insomma qualcuno di voi conosceva Meredith o Amanda?». No, nessuno. Erano tutti amici di Patrick Lumumba, dell’unico che non c’entra niente. Se tutti concordavano sul fatto che era stato un’indecenza incastrarlo, non tutti apprezzavano il modo in cui lui stava sfruttando finanziariamente la sua sventura. Ancora una volta il discorso scivolava via da quel centro ideale rappresentato da Meredith e Amanda per appisolarsi sulle calde lenzuola dell’ovvio. (Durante quella notte avrei chiesto almeno a un’altra trentina di persone se avevano mai incontrato Meredith e Amanda. Ottenendo sempre risposte negative. Certo, tutti avevano un’amica che a sua volta era amica dell’ una o dell’altra. Ma niente più di questo).
«Non le hai viste neppure a una delle tue feste al Velvet?» chiedo a Davide.
«Ci vengono sempre centinaia di persone. Può essere».
«Che tipo di feste fai?».
«Tranquillissime. Musica anni ‘80. I ragazzi si divertono. Nessun problema. È così che mi piace organizzarle. Senza alcun problema. Alle due tutti a nanna».
«Guadagni molto?».
«Certo. Anche se di solito una parte degli incassi li devolviamo in beneficenza. L’ultima volta abbiamo dato un po’ di soldi a Emergency».

Beneficenza e inviti
Proprio mentre sto pensando a quanto questa faccenda della beneficenza sia intollerabilmente perbenista e pacchiana, proprio mentre sto pensando come perfino gli organizzatori di feste siano traviati dalla diffusa banalità dei costumi contemporanei, Luca mi mostra il display del suo telefonino sul quale campeggia un sms che gli è appena arrivato: «VIENI?». «Chi è?» gli chiedo. «È una che mi aspetta ». «Una chi?». «Una che quando vuole scopare mi chiama». «Età?». «Venti». «E cosa stai aspettando!». «Che palle, non so se ci vado. In ogni modo ora mi finisco la grappa!». Ecco come sono questi ragazzi: puritani nelle concezioni, assolutamente liberi nelle pratiche, decisamente scoglionati nell’umore. Connubio noioso e melanconico. Così come è noiosa e melanconica la casa in cui mi hanno portato. Ed è allora — proprio in qual momento — che avverto l’odore che avevo sognato, quell’odore inconfondibile di ormoni, testosterone, sperma, canne, calzini da tennis, birra, vino scadente, spumeggiante caffè della Moca… L’odore delle case degli studenti di tutto il mondo. L’odore che presumibilmente Meredith deve aver avvertito mentre moriva. Un odore così ripugnante che mi spinge a fuggire via prima di essere sopraffatto da una tristezza definitiva.

da Corriere.it - 16 dicembre 2007
http://www.corriere.it/cronache/07_dicembre_16/piperno_perugia_7c9aabdc-aba9-11dc-9018-0003ba99c53b.shtml

===========AGGIORNAMENTO=====================

I genitori hanno raggiunto la figlia da seattle subito dopo l’arresto
Perugia: nessuno affitta casa ai Knox
La famiglia «Quando sentono il nome salta la trattativa. Viene sempre fuori qualche problema»

http://www.corriere.it/cronache/07_dicembre_18/capponi_amanda_delitto_perugia_meredith_66180b98-ad34-11dc-af1c-0003ba99c53b.shtml

Piccolo coltello vicino alla casa di Meredith

Trovato nei pressi della casa del delitto. Gli investigatori: «Non c’entra nulla con l’uccisione di Meredith»

http://www.corriere.it/cronache/07_dicembre_18/coltello_casa_meredith_Perugia_67234408-ad66-11dc-af1c-0003ba99c53b.shtml

La Scientifica alla ricerca di tracce nell’appartamento
Una stella sotto la scarpa: nuova prova contro Raffaele
Perugia, impronta nella casa. La difesa: inutilizzabile

http://www.corriere.it/cronache/07_dicembre_19/sarza_0ebe399c-ae0d-11dc-8dc1-0003ba99c53b.shtml

========ULTIM’ORA==================
Le motivazioni del Tribunale del riesame contro la scarcerazione dell’ivoriano
Delitto di Perugia: «Rudy è inattendibile»
«La sua ricostruzione è in contrasto con le risultanze del procedimento». Manca ancora il movente

Il Tribunale del riesame motiva il no alla scarcerazione dell’ivoriano: «La sua ricostruzione in contrasto con le risultanze del procedimento». Manca il movente, ma tutti quelli che erano nella casa la sera del delitto sono in qualche modo coinvolti

http://www.corriere.it/cronache/07_dicembre_19/perugia_rudy_inattendibile_f8024c30-ae38-11dc-8dc1-0003ba99c53b.shtml

Avete visto la puntata di Matrix ieri sera? è intervenuto il padre di Sollecito che tra le altre cose chiedeva la scarcerazione perche era sparita la prova della scarpa?:confused: