Phantasm: RaVager (David Hartman, 2016)

Arriviamo così al capitolo finale della saga che penso tale resterà vista la dipartita di Angus Scrimm e l’età degli altri protagonisti storici. Non credo sia affatto casuale che una delle location del film sia proprio un gerontocomio.

Rispetto al precedente Oblivion, nonostante il voto ancora più basso di IMDB, secondo me si sale qualche gradino della scala della cantina dove era sprofondata la serie. Al di là della regia piuttosto basica che in alcuni momenti è anche insufficiente, la confezione è piuttosto curata anche se di basso budget. Il problema è lo script che ti porta costantemente a domandarti se sei tu che sei un cretino o è la coppia Coscarelli - Hartman a proporre cose a caso.
Questo frullatore interdimensionale mi ha dato l’idea di un Nolan poveristico.

Comunque non c’è una presa in giro dello spettatore. E’ un film “di famiglia” fatto ad esclusivo beneficio dei fans dei film di Tall Man (è un film incomprensibile per i non addetti alla materia). Citazionismo a go-go ed un cameo nei post credits più rapidi della storia del cinema (sono separati dal finale del film da pochi secondi di cartelli). La scena finale è un cliffhanger piuttosto sfizioso che dovrebbe rifarsi al capitolo post-apocalittico “Phantasm 1999” mai realizzato. Magari fra qualche anno Coscarelli avrà nuove esigenze alimentari e rispolvererà il progetto.

Vedibile ma non di più.

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