Poli opposti (Max Croci, 2015)

Stefano è un terapista di coppia che si è appena separato dalla moglie. Claudia è un avvocato divorzista e madre single con figlio preadolescente. I loro studi, con annessa abitazione, si ritrovano sullo stesso pianerottolo. L’antipatia (e attrazione) reciproca sono immediate, e a queste si aggiunge la rivalità professionale quando i pazienti dell’una cominciano a rivolgersi all’altro, e viceversa. Ma i poli opposti sono destinati ad avvicinarsi.

Il film del debuttante Max Croci parte con le ambizioni di rifarsi alla commedia americana sofisticata e con un copione scritto a ben 16 mani c’era da attendersi chissà quali invenzioni narrative. Purtroppo, nonostante una regia meno pedestre del solito il bersaglio viene mancato del tutto: situazioni già viste, poco ritmo, attori distratti rendono il film immediatamente dimenticabile. Peccato.