Porno e libertà (Carmine Amoroso 2016)

Documentario italiano di un paio d’anni fa sulla golden age del porno italiano, con interviste a Cicciolina, Marco Giusti, Riccardo Schicchi, Lasse Braun, Marco Pannella e diversi altri.

Tra gli intervistati persino Giuliana Gamba, che non ricordo di aver mai visto intervistata prima.

Pieno di reperti video molto interessanti; so già che al 99,9% :giorgiob: lo stroncherà, ma a me è piaciuto :smiley:

Visto su Sky Cielo un paio di settimane fa. Non è malaccio anche se trascura completamente la golden age saltandola a piè pari a parte qualche cenno a Joe D’Amato, l’intervista a Lasse e alla Gamba. L’idea che il cinema a luci rosse in Italia cominci con Schicchi e Cicciolina è a dir poco dozzinale. Insomma il documentario si fa vedere ma non è certo una ricostruzione filologicamente corretta… neanche un cenno a Marina Frajese non è accettabile…

Proprio come certe liste.

Cosa c’entra Marco Pannella con la Golden Age del porno ?

Niente, ma fu decisivo per l’elezione in parlamento di Ilona Staller nel 1987.

Infatti diciamo che di golden age c’è poco o nulla. L’ambizione del documentario è quella di tratteggiare a grandi linee la pornografia in Italia, le sue radici culturali, i suoi sostenitori, la ribellione allo status quo, i movimenti antagonisti, a questo proposito ci sono altre interviste inserite a Jumpy Velena e altri personaggi della controcultura - Frigidaire eccetera. Ma ripeto niente che possa neanche minimamente ricordare il rigore con cui è stato trattato l’argomento golden age nel libro di Napoli e Grattarola “Luce Rossa”…

Questo perché il target di Luce Rossa è quello degli “appassionati”, il che non significa necessariamente pornografi ma quantomeno cultori del cinema di genere, fino ai suoi estremi hard. La storia di Massaccesi alla fine è anche quella di un pioniere coraggioso, a suo modo. Il documentario ha la velleità di portare alle masse l’argomento pruriginoso, quindi solleticarle più che addentrarsi davvero in modo filologico nell’argomento. Una roba a metà strada tra Inside Gola Profonda e il servizio di costume da rotocalco televisivo in seconda serata.

Sì, tutto giusto. Però la cosa che io continuo a non condividere è che queste “divulgazioni” (ce ne sono diverse in giro) non accennino minimamente alla nascita e alle prime fasi del porno italiano. Uno che si basi solo su questi documentari ne ricava l’idea che il porno in Italia sia iniziato praticamente con Moana, con Ilona e con Schicchi. Gli anni iniziali, i porno sequestrati e condannati, i gestori arrestati, le scene hard inserite di contrabbando nelle pizze “normali”, i processi ai registi… Tutte queste cose non le ricorda più nessuno. Ma se i primi, coraggiosi pionieri non aprivano la strada dell’hard in Italia, Schicchi non avrebbe potuto fare quasi niente di quello che ha fatto…

Perfettamente d’accordo, ma nella logica della “roba a metà strada tra Inside Gola Profonda e il servizio di costume da rotocalco televisivo in seconda serata” Schicchi, Moana e Cicciolina sono infinitamente più glamour (e quindi più spendibili e preferibili) delle scalcinatezze degli albori del porno italico e della cricca dii Massaccesi.

Curioso il fatto che ho ordinato il dvd di questo film via Amazon, assieme ad altre cose, e mi è arrivato nel pacco chiuso solo lui in una seconda busta bianca sigillata sicuramente per nascondere per vergogna o pudore la copertina e quel poco di nudo che c’è in retrocopertina. Pazzesco… non so se Amazon ha questa politica per i nudi o che, ma di certo non per gli horror o splatter che io sappia. E nemmeno il libro “Luce Rossa” arrivò occultato, se è per questo…mah…siamo alla follia. Il porno davvero da ancora fastidio nonostante si creda sia stato “sdoganato” (parola orrenda…) nel 2018!

Per il resto non citare i primi anni (e mica pochi, almeno 6/7 prima del boom nazionalpopolare Staller Pozzi e poi molto molto dopo Siffredi) e soprattutto la Frajese (o Fraiese con la “i”, la figlia si nomina così in rete…) pare quasi “per vergogna” degli autori e di chi bazzicava i cine allora e consumava questi prodotti… di certo si giustificheranno dicendo “non c’è materiale in giro di quei film” o “Marina non rilascia interviste”…

Mamma mia quanto darei per rivederla, sentirla parlare di quegli anni in una bella intervista video. Ma è possibile questa cosa che non si riesca
a scovarla da qualche parte… A Roma sicuramente qualcuno l’ha vista, sa dove bazzica, notizie? E poi insomma e che sarà mai questa sorta di oblio auto-punitivo è veramente eccessivo e moralistico che anche la stessa Marina si impone… un vero mistero…

Se non vuole che i mario vergone della situazione vadano a romperle i coglioni, ci sarà un motivo.

Prendine semplicemente atto.

:confused:

Ma cosa c’entra? Semmai è proprio il motivo l’aspetto interessante. E’ una posizione comune di tante attrici dell’epoca ed è capire
perché ciò accade; e francamente non credo che sia per la paura di trovarsi dei maniaci all’ingresso di casa. Io ne prendo atto come chiunque altro, figurati cosa pensi che sto in giro per Roma a caccia di Marina?
La curiosità è di carattere meramente storicistico e da appassionato di cinema di genere e non da pornofilo incallito (cosa che posso anche essere ma sono comunque affari miei eventualmente:rolleyes:)

Una che ha fatto fior di bocchini davanti alla telecamera 35 anni fa, oggi che ne ha70 e rotti non gradisce parlarne in pubblico.

Non mi pare la cosa più strana del mondo, francamente.

Un po’ come dire che la prima televisione locale è stata Canale 5. Qualche mese fa, ad una pizzata tra colleghi della mia ragazza, un suo collega per fare il trasgressivo ed il figo della situazione, disse che aveva visto il film dove Cicciolina scopa con il cavallo, e che il primo film di Moana è Fantastica Moana. Mi son dovuto morsicare la lingua, visto che molta gente avrebbe potuto fraintendere la mia “preparazione”…

Credo fosse sotto gli occhi di tutti che gran parte delle cose che fece la Hedman/Lotar/Frai(j)ese/Bellis negli anni 80 (soprattutto da metà in avanti e fino a fine carriera) le realizzò sotto l’effetto pesante dell’alcol e forse altro…forse semplicemente si è ripulita dopo e ha capito o le hanno fatto capire che ha esagerato; a mio modesto parere avrebbe dovuto fermarsi come le colleghe Filzi e Levi verso il 1983/84 massimo, dopo oltre che “sfasciata” divenne davvero patetica. Ahimè nessuno seppe ben consigliarla allora o salvarla da una sfruttamento persino malvagio.

Quindi comprendo la voglia di voltare pagina definitivamente e lasciarsi alle spalle un passato tanto ingombrante e imbarazzante specie per gli ultimi anni. Resta comunque leggendaria e sul podio per la passione e l’intensità messa su celluloide, lei che lo faceva “davvero” il sesso che veniva ripreso. Lei e Lauri Filzi eroine ed insuperate in tal senso! In confronto le dive seguenti erano delle vere cialtrone, personaggi a tavolino ruffiani ed arrivisti…

Indubbiamente il porno macchia in maniera indelebile soprattutto oggi che non siamo più negli anni della contestazione e della liberazione. Negli anni '70 e '80 la società non colpevolizzava e additava le protagoniste come accade oggi dove tutto è nascosto e svelato solo sul computer o sul telefonino in forma rigorosamente privata dietro le finestre e le tende di ogni casa. Detto questo la pornografia oggi dilaga ben più di allora sappiamo tutti perché e le pornostar di oggi praticano delle prestazioni così estreme che il sesso praticato su grande schermo dalle eroine della golden age appare persino pudico e naif. Se ci fosse questa consapevolezza forse anche la Marina potrebbe rialzare la testa e soddisfare la curiosità di tanti fan che ancora la considerano una leggenda

A mio modesto parere l’autentica e imbarazzante ipocrisia degli ultimi venticinque anni “legata all’hard” nel nostro sempre più bigotto paese è da un lato la santificazione mediatica delle varie Moana, Cicciolina, Selen (autosantificazione…), dall’altro le ospitate strappalacrime di Rocco Siffredi e famiglia dalla D’Urso e nei reality, idem la Henger “signora delle canne” o Trentalance, tutti personaggi ormai popolari anche tra i bambini delle elementari… questo ad uso e consumo della tv generalista di basso basso profilo. Badate bene sdoganati per l’immaginario collettivo non come performer di sesso su celluloide ma come divi televisivi tout court. Mi stupisco non abbiano sfruttato meglio in tal senso la coppia di vuncioni Rizzo/Toto o la stessa Michelle Ferrari, la sosia della Hunziker.

Ma guai se i canali pubblici o privati che li ospitano mandassero mai in onda 1 minuto 1 integrale anche in fascia non protetta delle porcate dei loro film e ne hanno fatte di “schifezze” assortite specie Siffredi… apriti cielo! Ne discuterebbe poi il parlamento! Al rogo il porno pubblicamente nel 2018, che resti confinato nel buio della vostra stanzetta e dentro i byte del vostro pc, brutti onanisti.

In tal senso siamo diventati falsi e fasulli come gli Stati Uniti, il più grosso produttore al mondo di hard ma dove l’argomento è tabù sempre e comunque. complimenti…

Questo documentario mi ha lasciato un po’ deluso, viste le premesse e il ‘rumore’ suscitato prima della visione. Diciamo che, secondo me, è un lavoro solo parzialmente riuscito, troppo ‘generalista’ per suscitare l’interesse di chi segue il filone storico dell’hard italiano. Manca senza dubbio di citare una parte storica autorevole di questo settore, finendo col risultare ‘oggetto misterioso’ solo per chi è al di fuori del discorso.
Faccio mio il commento trovato sul Manifesto del 18/07/2016 in proposito, laddove si specifica che ‘Il recente film di Carmine Amoroso Porno & libertà, nonostante qualche bella testimonianza (da Giuliana Gamba a Marco Pannella), non coglie che le cose importanti dell’hard italiano precedono Schicchi, partono appunto da D’Amato, e i “truci” Arduino Sacco e Rino Di Silvestro’.