i.t. lo accredita a enrico garinei, wikipedia a caroline joyce, imdb a claude pierson. considerata l’assenza di un titolo originale nella scheda, tra i tre accreditanti sulla fiducia farei vincere il quarto, cioè egafd, che attribuisce la realizzazione a bruno gaburro. @A_N se sbaglio ho qui un secchio di cenere pronta con cui farmi uno shampino!
È quel film che venne girato come I sogni di Isidoro.
Garinei mi raccontò che girarono in una villa e sulla spiaggia a Porto Cesareo (Le) e che la troupe (regista compreso) e gli attori “specialisti” erano francesi ma il motore di tutto era Onorati
Era quello che metteva i soldi?
Onorati era… l organizzazione diciamo. I soldi li mettevano i francesi secondo me. Dobbiamo esserne orgogliosi perché la Francia iniziò a produrre pornografia secoli prima dell Italia eppure le collaborazioni fra noi e loro non mancarono affatto, sin dall’inizio.
I soldi li metteva Claude Pierson, che ha anche firmato il film con il suo pseudonimo femminile, ma la realizzazione è italiana: la sceneggiatura di Gianviti è infatti un remake di Peccati in famiglia, diretto qualche anno prima dallo stesso Gaburro. Quest’ultimo, come ha raccontato lui stesso, venne chiamato a Lecce da Onorati perché “si erano impantanati” con questo multiplo progetto hard.
Visto che è intervenuto Lindo, e ha chiaramente fatto il suo nome, alfine posso fare la domanda precisa. Una volta per tutte: Enzo Garinei sapeva di stare partecipando a un film pornografico, o glielo avevano “spacciato” per generica commediola?
Secondo me, si. Oltretutto si doppia da solo.
Ma certo che lo sapeva… Magari con le commedie precedenti girate anche in versione soft (La dottoressa di campagna e Cameriera senza… malizia) poteva starci che ignorasse che del film venivano girate a parte anche le sequenze hard.
Ma in questo caso si trattava di un hard tout court, non poteva non sapere (e non vedere) che tipo di set era e cosa succedeva. E oltretutto, come ha ricordato giustamente rodar, qui si doppia pure da solo, ed è poco probabile (anche se possibile) che abbia doppiato le proprie battute isolate in colonna separata, come si dice in gergo tecnico.
Grazie, Andrea. Il mio dubbio sul doppiaggio, appunto, è che gli avessero poi mostrato solo le sue scene, scevre dai momenti hard. Ulteriore tecnica truffaldina. Molto italiana, diciamo…
Mi chiedo perché accettasse sta roba. In quegli anni (e negli anni a venire) era in piena attività tra televisione, teatro e cinema e sicuramente altrove sarà stato pagato di più.
Credo che tra la fine dei '70 e i primi anni ‘80 attraversasse un momento di crisi lavorativa, poi risoltasi successivamente. Stessa cosa per altri attori comici, pensiamo ad esempio a Enzo Andronico: pure lui disse che ignorava che CARNALITA’ MORBOSA era un hard, ma in quel caso dobbiamo credergli perché denunciò Siciliano e riuscì a far togliere il film dalle sale - senonché quest’ultimo cambiò titolo al film e lo fece uscire nuovamente…
Dopo la fase di shock per avergli tirato in ballo La dottoressa di campagna e Cameriera senza malizia durante la quale iniziò a darmi contemporaneamente del lei, del voi e del tu, chiedendomi come facevo a sapere quelle cose e se fossi per caso di Roma, cercò di giustificarsi dicendo che glieli avevano spacciati per erotici, di essere stato ingannato. Ma poi mi introdusse lui stesso a questa pellicola - che mi pare dovrebbero essere tre girate a Porto Cesareo - con un “Poi ne ho fatto un altro di film anche quello… che non so se sia mai uscito… che era diciamo quasi porno (sic!)…”. Curiosamente dialogavamo a Poggiardo, sempre in provincia di Lecce e a poche decine di km dai luoghi del “fattaccio”. Fra le risate aggiunse: “era un periodo in cui avevo bisogno di soldi”. Gli amici degli amici spettegolavano di una sua passione per il gioco (ahi!), soprattutto per le corse dei cavalli.
Debiti. O debiti di gioco. Un classico. Per fortuna di certi nostri cari attori, c’era il porno. Soldi facili. A pensarci, sembra proprio una situazione da commedia all’italiana…
P.S. Grazie mille, Lindo!!
Bravo Lindo. All’epoca cercai anch’io in tutti i modi di intervistare Garinei, sia sugli hard sia sui doppiaggi di Stanlio e Ollio di cui allora mi stavo occupando, ma non riuscii a contattarlo. Tu in che anno l’hai incontrato?
Segnalo che la passione di Enzo Garinei per il gioco e per le donne era cosa nota. Ne parlò lui stesso in una memorabile puntata del “Costanzo show” in cui, tra l’altro, insegnò anche un trucchetto per rubare i gettoni telefonici (!). Era considerato la pecora nera della famiglia e si narra che il fratello Pietro, celebre autore teatrale, per un certo periodo non gli rivolgesse più la parola.
Poco prima di morire Enzo Garinei ha pubblicato un libretto di ricordi, che ho comprato ma non ho (ancora) letto.
Ignoravo, e perciò ringrazio sia Andrea che Lindo, che Enzo buonanima fosse così “monello”. Mi dava l’idea di un tipo morigerato, senza vizi, a modo suo “anglosassone” o quasi. Invece… nulla di tutto ciò! L’apparenza inganna, quasi sempre…
9 settembre 2011.
Sì, ricordava con gioia di aver prestato la voce a Stanlio e in tutta la serie dei Jefferson.
Anch’io ho preso il suo libro, è carino ma non sperare di trovare sue dichiarazioni riguardo agli hard.
Bisogna anche tener conto che devono essere stati film dalla lavorazione molto rapida. Magari dopo quelli Garinei si ritrovò sul set di Banana Joe. È ovvio che preferiva ricordarsi di quello o di Il ragazzo di campagna o dei doppiaggi.