Psycho IV - The Beginning (Mick Garris, 1990)


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Capitolo conclusivo (e per fortuna) della serie, prodotto direttamente per la tv via cavo, anche se viene da pensare che se il povero Perkins non fosse scomparso nel '92, avremmo avuto pure il quinto e magari il sesto, ambientati all’ospizio con Norman Bates col pannolone, il semolino e il Kukident.

Trattasi di prequel (“The Beginning”), come sempre accade quando oramai si è spremuto il limone fino all’ultima goccia. L’impianto televisivo si risente parecchio, praticamente tre/quarti di film sono ambientati in una cucina, anche se si cerca di dare dinamismo a colpi di flashback. Messa in scena sciatta, personaggi grossolani (il nuovo compagno di Norma Bates è ridicolo) e grosse discontinuità con i capitoli 2 e 3 poiché lo sceneggiatore Joseph Stefano (lo stesso del primo e del remake di Gus Van Sant) li aveva in spregio. Così se ne frega di molti dettagli che vengono illustrati nei film precedenti, creando effetti un po’ ridicoli sulla coerenza interna della storia complessiva. Viene riesumato persino il main theme di Herrman.

Sceneggiatura modestissima, per non dire mediocre, ma una nota posivita c’è, Olivia Hussey che interpreta Norma Bates. Prova credibile e di spessore che a tratti (solo a tratti) regala momenti di intensità nel rapporto tra Norman bambino e la madre. John Landis fa un cameo.

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E qui si fa dura.
Un film tutto sbagliato, dall’inizio alla fine.
Sbagliato psicologicamente, sbagliato nei costumi, sbagliato nei dialoghi, sbagliato nella ricostruzione storica.
Regia piatta che poi vorrebbe creare movimento e suspense nei momenti sbagliati ad esempio tirando per le lunghe la sequenza dell’omicidio di Norma Bates e del suo compagno: ma porca troia, ammesso che uno venga da Plutone e non conosca il primo film, l’hai detto nei primi dieci minuti di questo che i due sono morti… cosa vai avanti minuti e minuti a rendere lui una specie di Terminator che - in piena intossicazione da stricnina - si rialza ogni tre per due scagliandosi contro Norman come se lo spettatore potesse avere il dubbio che si possano salvare? Perché?
Un finale buttato lì tanto per fare il giro turistico di casa Bates e la musica di Hermann che fa capolino qua e là senza alcun senso.
Spero che Perkins abbia ricevuto un compenso da capogiro per prendere parte a questa roba, altrimenti non riesco a spiegarmi perché sia prestato a una sciatteria del genere.

Brutto forte, anzi, bruttissimo.
Non c’è praticamente nulla da salvare, tutto è goffo e imbarazzante, non c’è un singolo elemento che funzioni come si deve.
Sì, ok, Olivia Hussey ogni tanto funziona ma lo script è così scemo che lei resta comunque una macchietta e l’uso del tema originale che si sente ogni tanto stride parecchio con lo squallore di tutto il resto.
Garris non è mai stato un gran regista ma questa mi sembra proprio la sua prova peggiore. Come si intuisce dalle scene backstage che si vedono negli extra non ha polso, non ha visione, non ha carisma e, soprattutto, non ha un vero film da girare visto che questo è solo un pasticcio.
Il blu ray del cofano tedesco è comunque ottimo anche se gli extra (che vengono dall’edizione Shout Factory) sono modesti e ben poco interessanti. In linea col film, insomma.