“Caratterista di razza” per usare le parole di Fabio Melelli, addirittura “una delle colonne della commedia scollacciata” secondo Andrea Pergolari sul Dizionario dei protagonisti del cinema comico e della commedia italiana, di certo la sgangherata sagoma di Giacomo Rizzo mi ha regalato più di un sorriso. Perciò corsi il 23 agosto del 2010 alla Villa Tamborino di Maglie ad assistere alla rappresentazione teatrale “I soliti ignoti” con largo anticipo nella speranza di poter scambiare due chiacchiere con lui. Come la totalità degli attori (unica eccezione Tullio Solenghi) che riuscii ad avvicinare in quegli anni fu estremamente gentile e quasi più contento di me per quell’incontro.
Lindo: “So che hai lavorato in molti film importanti ma a me piacerebbe parlare di alcune pellicole girate fra fine '70 e primi anni '80” (non mi lascia finire)
G. Rizzo: “Guarda che per me sono film importanti anche quelli che apparentemente possono essere dei film non importanti. Poi capita di fare un film più impegnato, ci sono dei nomi più eclatanti, ma non c’è nessun film che io rinnego. “Pane e cioccolata”, “Storie scellerate”, il film di Wilder che era “Avanti!”, il “Decamerone” di Pasolini nel '73, la maggior parte dei miei film appartengono agli anni '70/'80. Poi alcuni… “Pacco paccotto e contropaccotto” è il '92… anche '94, poi c’è stato “Aitanic” che l’ho fatto nel 2001 e poi nel 2006 è venuto fuori “L’amico di famiglia” di Sorrentino. Un ruolo particolare, molto cattivo, che mi ha dato molte soddisfazioni a livello mondiale perché sono stato in Giappone, in America…”.
L: “E per girare “La poliziotta a New York” non ci eri già stato?”
G.R.: “La poliziotta in America abbiamo girato alcune scene con la Fenech sì certamente! E beh! Film bello perché c’è stato un bel rapporto con Edwige, è una persona splendida, una collega eccezionale, una donna intelligente… io poi ho un bel rapporto con le donne, ho tre figlie femmine, amo le donne, mi piacciono ancora tantissimo, le stimo moltissimo e le ritengo superiori a noi”.
L: “Un altro film che ho molto apprezzato è La professoressa di scienze naturali”.
G.R.: “Aaah! Fatto con la Carati prima che diventasse una pornostar. Io devo dire la verità… posso dire la mia? Lei non è mai stata una ragazza molto tranquilla e per bene, insomma. Le è sempre piaciuto il sesso. Almeno quando l’ho conosciuta io che ha fatto proprio il provino per il film. Venne da fuori, venne a fare il provino e fu scelta. E già allora non era molto restìa a darsi, per la verità. Non credo che una donna molto seria poi diventi pornostar… è vero anche l’uso della cocaina, delle droghe, che io non so dove abiti, non mi ha neanche mai affascinato lo spinello, non fumo, quindi non mi interessa… però voglio dire anche quello ha contribuito nella sua carriera”.
L.: “Hai fatto coppia con Aldo Maccione, Franco Diogene” (mi interrompe nuovamente)
G.R.: "Tutte belle persone! Alberto Lionello è stato un amico!..
L.: “In La vergine, il toro e il capricorno”.
G.R.: “Aaah! Ma sei ferrato! Ne il toro la vergine e il capricorno diventai molto amico di Alberto Lionello che per me fu una sorpresa, c’è stato un bel rapporto”.
L.: "E di Pierino la peste alla riscossa e La maestra di sci cosa mi racconti?
G.R.: “Produzioni un po’ meno protette, diciamo. Produzioni meno ricche rispetto a quelle di queste commedie che ho girato con l’ex uomo della Fenech, Luciano Martino, dove avevamo una buona produzione cinematografica. Li ricordo come bei film anche quelli… ne ho fatti anche due con uno che adesso fa il cinema porno…”.
L.: "Franco Lo Cascio! “Piedino il questurino”!
G.R.: “Piedino il questurino! Bravo! Ammazza! C’era Franco Franchi… c’era mio padre che lo faceva Pinuccio Ardia! Con il quale ho fatto anche “Operazione San Gennaro” con Totò… Ah! E poi un bel rapporto è stato anche col regista de “La maestra di sci”, vediamo se lo sai…”
L.: “Maurizio Lucidi. Oggetto sconosciuto nella tua filmografia è “Il succhione”, parodia di Dracula?”.
G.R.: “Eeeh… non è arrivato in Italia. Girato a Mauterndorf, Vienna e Innsbruck… mi hanno chiamato direttamente con la mia agenzia ed era una produzione prettamente austriaca. C’era Gianni Garko… che non è parente con il Garko famoso… devo scappare…eeeh, vabbè! Ma io ti rivoglio per ricordarmi tutta la mia carriera cinematografica!”.