Recatomi il 19 febbraio 2004 presso il cinema-teatro Moderno di Maglie (Le) con un certo anticipo sull’orario d’inizio di “Suc… cesso” (!) - scritto, diretto e interpretato da Gianni Ciardo - abituato ai suoi ruoli demenziali da stralunato incallito non mi aspettavo affatto di ritrovarmi davanti una persona riflessiva e quasi timida, dalla voce particolarmente pacata, di certo si vergognava più lui di me che ero al mio primo incontro in ambito cinematografico.
Lindo: Il tuo debutto avviene con “Quello strano desiderio” di Enzo Milioni. Come sei entrato nel mondo del cinema?
Gianni Ciardo: Io non sono entrato nel mondo del cinema. Bisogna distinguere il film dal cinema, il film è una cosa, il cinema un’altra. Il film lo possono fare tutti, il cinema pochi. L’abbiamo girato fra Bari e Roma, Nico Salatino lo rivedo ogni tanto a Bari. Non fu una bella esperienza… finimmo in tribunale, furono girate delle scene spinte a parte a mia insaputa non so da chi.
L.: Spero sia andata meglio in “L’esercito più pazzo del mondo” di Marino Girolami"…
G.C.: Simpaticissimo! Era un regista di cassetta bravo però. Sul set con Andy Luotto mi sono trovato molto bene, è un ragazzo intelligente. Ogni tanto ci sentiamo, siamo amici.
L.: In “La liceale al mare con l’amica di papà” canti una divertente canzoncina in coppia con Alvaro Vitali.
G.C.: Sì, fu stampato il 45 giri della canzone… ehm, una circostanza che è capitata a me a differenza di un altro, tutto qua. Niente di preparato, niente di studiato, tutta una questione casuale.
L.: In questo film, come anche ne “La dottoressa preferisce i marinai” compaiono parecchie bellezze.
G.C.: Innanzitutto Marisa Mell…bella donna davvero, una delle più belle che abbia conosciuto. Paola Senatore pure lei… molto timida, ci siamo frequentati, l’accompagnavo, abitava all’Olgiata. Cinzia (De Ponti) invece fu eletta miss Italia quell’anno e fece il film… Sabrina Siani non la vedo da una vita proprio da quei film là, perché lei, mi pare, se ne andò in America. C’aveva diciotto anni, era piccolina, era molto timida. Siamo stati bene tutti quanti assieme.
L.: Rientri nel cast di due “falsi” Pierini.
G.C.: Uno era Maurizio Esposito… era uno milanese che fu spinto da questa produzione milanese… però Pierino l’ha fatto pure Giorgio Ariani. C’era Jimmy il fenomeno… è molto furbo! Lui ci fa, non ci è. Ah! Nino Terzo, un’istituzione del cinema italiano, da Totò in poi… Invece in “Pierino medico della Saub” c’era Mario Carotenuto… era uno che sapeva il mestiere e non voleva sentire fesserie, guardava tutti dall’alto perché, giustamente, era un attore vero e gli altri erano tutti passanti.
L.: Bel trio di protagoniste in “Giovani, belle… probabilmente ricche”, chi ti piaceva di più?
G.C.: Nadia Cassini. Io sono molto amico con Carmen Russo, lei era molto più alla mano. Nadia Cassini era un po’ più particolare, ma poi lei è di indole americana per cui non conosceva lo spirito nostro.
L.: E su “Il sommergibile più pazzo del mondo” le cose come andavano?
G.C.: Benissimo! Il regista Mariano Laurenti è n’ brav’ cristiàn’ (una brava persona N.d.A.). Cannavale fortissimo. Bombolo era una creatura del Bagaglino… e fu messo insieme a Enzo. La Rizzoli bella donna, bella!
L.: Com’era il set di “Mezzo destro mezzo sinistro due calciatori senza pallone” di Sergio Martino? Era diverso dalle commedie sexy/demenziali?
G.C.: Sì, era diverso… un poco più aggiustato. Andrea era simpatico, molto alla mano, Gigi un po’ stronzo.
L.: Li ritrovi nel film-tv “Doppio Misto”, assieme a Moana e Tinì…
G.C.: Moana Pozzi era mooolto intelligente, una ragazza veramente forte. Tinì Cansino pure, lei è greca di origine… simpatiche, però più forte di carattere Moana.
L.: Alla lista mancano “È forte un casino!” di Alessandro Metz e “Italiani a Rio”.
G.C.: Tutti te li ricordi! Del primo… solo Licinia Lentini… non so, mi pare si mise a fare teatro, ma lei mi pare che veniva dal teatro. Per l’altro siamo stati un mese in Brasile, a Rio, Michele Massimo Tarantini stava lì, è sposato con una brasiliana.
L.: Qualche rimpianto?
G.C.: No, no.
L.: Qualcuno con cui hai litigato sul set?
G.C.: Mi son trovato bene con tutti. Anche perché io credo più nella direzione tecnica che nella direzione artistica, perché si presume che l’attore sappia esprimere da solo, senza il regista. Il regista dovrebbe fare la regia alla regia.
Finita l’avventura cinematografica sono tornato a fare finalmente il teatro. Mi dedico al teatro, me lo scrivo e me lo faccio come voglio io. E spero che qui al sud imparino a distinguere cos’è la televisione, cos’è il cinema, cos’è il teatro.