In un forum uranista come questo non c’è un topic dedicato all’ultimo film di Fassbinder?
Scherzi a parte, rivisto ieri nella copia RHV (non eccelsa, immagini troppo granulose, il trailer allegato era spuntinato ma più definito), stupenda rivistazione fassbinderiana del classico di Jean Genet. Poesia pura su pellicola, colori autunnali, interpretazioni tragiche e teatrali. La Moreau con molti anni ma sensualissima quando canta il main theme “Each man kill things he love”, giusto per dimostrare che essere carine è facile, essere ‘figa’ ha un altro significato.
Che io sappia si, tra l’altro contiene la versione integrale. Come extra l’ultima apparizione televisiva di Fassbinder (poche settimane prima della morte), un’intervista a Franco Nero e il trailer. Quest’ultimo mostra un sacco di scene che nel film non ho visto.
Capolavoro del cinema “omo” di tutti i tempi. C’è tutto : passione, tristezza, amore non corrisposto, violenza, e soprattutto un finale, nonostante tutto e tutti, a modo suo ottimista. Chi cerca carnazza maschile, fronte e retro, al vento, rischia seriamente di rimanere deluso. In tal caso, rivolgersi direttamente a un Almodovar medio. Fassbinder buonanima non lesina in toraci ben formati e sudati, ma gli interessa innanzitutto l’umana natura. Offrendo, in tal senso, uno dei ruoli più belli, e sicuramente il più coraggioso, al caro Nero (splendido in uniforme bianca). A tutt’oggi, il dvd Ripley è il solo modo per vederlo in italiano. All’estero, vari br. Io, ho l’edizione UK della Artificial Eye. Master di prima qualità. A distanza di oltre 40 anni, è una visione fondamentale per i cinefili. E resta consigliato a spettatori con adeguata apertura mentale.
P.S. Chissà, forse servirebbe a migliorare la visione del mondo che attualmente ha un Vannacci. Poi lui, figuriamoci. Ufficiale dell’esercito. Abituato ad essere circondato da giovanotti gagliardi. Sotto sotto, non dovrebbe dispiacergli…
Sconvolto nello scoprire che Giovanna Lenzi faceva parte delle commissioni censura e si permetteva di bocciare un film di un intellettuale come Fassbinder quando invece conosciamo tutti la caratura delle pellicole alle quali partecipava lei.
Inoltre questo rende anche l’idea di quanto dovessero essere immanicati con la politica ed il potere lei ed il marito. Se qualcuno di voi si fosse mai chiesto come faceva Pastore a ricevere reiteratamente finanziamenti pubblici per le ciofeche di pellicole che realizzava… Beh, questa è probabilmente la risposta!
Come diceva il Gabibbo: anche questa è Italia…
P.S. Fior di esperti, all’epoca, in commissione censura!! E del resto, anche dopo la riforma di un paio d’anni fa, la situazione in merito non si può dire migliorata. SETTE commissioni per giudicare un film. Per un totale di QUARANTANOVE “esperti”. Probabilmente, anzi sicuramente, molti di loro non saprebbero valutare nemmeno uno spot pubblicitario…
Ricordo che la General Video pubblicò due versioni del film in videocassetta. Una censurata, l’altra no. Questo senza che fosse riportato sulla fascetta. Nell’articolo Giovanna Lenzi è citata come giornalista cinematografica. Non sarà un omonima?
In quanto al film: fino alla pubblicazione del dvd Ripley, in Italia il capolavoro di Fassbinder in home video ha sempre rispecchiato la versione leggermente accorciata. E ovviamente, VM 18…
Dopo più di 40 anni, ancora non riesco a capire tutto l’accanimento della censura nostrana verso questo (immenso) film. Neanche fosse stato chissà quanto esplicito, a livello di nudità. E non c’è nemmeno ombra di dettagli hard. Proprio omofobia al livello più basso e gretto, del tipo “oddio, son tutti dei frocioni, bleah”. O forse, infastidiva che un roccioso simbolo di indubbia eterosessualità “made in Italy” come Nero, interpretasse un ufficiale che si strugge di desiderio e voglie verso i suoi sottoposti. Querelle, appunto, in testa…
Ma quant’era bello il manifesto italiano d’epoca? Comunque, ricordo che da ragazzino ero incuriosito assai da questo film… ma ovviamente non c’era verso di andare al cinema, dato il divieto ai minori. Sull’accanimento censorio, boh. Verrebbe da pensare che l’accostamento omosessualità/ omicidio avesse infastidito la comunità gay e i benpensanti com’era successo con Cruising, però non ricordo lamentele in tal senso… credo che più che altro avesse infastidito i soliti bacchettoni democristi nostrani. E’ pur vero che il 1982 è stato un anno di recrudescenza censoria non da poco, dalle mie parti vietarono pure ai cinema di esporre le fotobuste de La Chiave (con tanto di ordinanza giudiziaria affissa per motivare il divieto).
a me stranì il fatto che il primo trailer pre-censura circolasse semplicemente come querelle, e il secondo con il de brest aggiuntivo (e solo per scansioni slide di freeze-frames, con in sottofondo each man kills the things he loves), giustificato da didascalie che spiegavano che la modifica al titolo era stata effettuata per differenziarlo dall’originale. potrei sbagliare, ma sui due mnemonici piedi mi sembra che sia l’unico caso in cui un’opera scongelata subisca una tale modifica.
Mi pare semplicemente che, dopo 2 bocciature, un qualsiasi film doveva comunque cambiare titolo, se voleva passare per la terza volta in commissione censura…
Mi pare di sì, anche una rece d’epoca di Kezich sottolineava l’assurdità di questo cambio di titolo. Poi boh, nei Seventies se ti bocciavano più volte il film alla commissione censura per legge il titolo dovevi modificarlo per forza… non so se sia stato questo il caso.