Per inciso il vero nome di Rita Silva, protagonista di Sensi Caldi e generica di quarta scelta sarebbe Rita Piscazzi o Rita Pistolozzi?
So, come da lei stessa riportato in 99 DONNE, poco prima di SENSI CALDI aveva partecipato allo sceneggiato tv ACCADDE AD ANKARA ricevendo anche buone recensioni al che le consigliarono di aspettare perché le sarebbero arrivate offerte di pari livello. Invece…
Rita Pistolozzi. Anni fa ho avuto qualche dialogo via mail con lei. Mi ha parlato bene di Sacco, come del resto aveva già detto anche in precedenti interviste.
Rita Piscazzi
cos’è, una battuta goliardica o sei serio? ![]()
SENSI CALDI non l’ho mai visto ma l’attrice riferì che non venne girato con quel titolo.
Infatti il titolo di lavorazione era in un primo tempo UN DISPERATO CORPO DI DONNA e poi SENSI INQUIETI, come quello del libro da cui il film - una vera schifezza, a mio avviso - era stato tratto.
No tutt’altro mi sembrava che qualche fonte anche autorevole riportasse questo cognome in occasione delle sue tristi vicissitudini personali a metà degli anni 90
Visionato il film in questione. Veramente incomprensibile, agghiacciante come già detto in precedenza.
Aggiungo solo che non mi torna il modo con cui hanno fatto le riprese dentro alla macchina. Sembra una ripresa specchiata ma così non è
mannaggia le babbucce di barabba che capolavorissimo del delirio dell’assurdo del surreale! questa è roba che manda i dadaisti a spalare merda d’elefante al circo! sull’asse (tarlata, incrinatissima) polselli pastore bergonzelli proia vani boscaro degli ambrosi, palle su palle di plastico catapultate sulla sintassi sulla logica sulla recitazione, a mò di godard via risi dopo 10 melody pops alla ketamina passando per il reboot di scene da un matrimonio: dialoghi-tourette, plot alzheimerato, freezing random, fish-eye bergonzelliani, loop nonsense, stream of consciousness da far sembrare puerile joyce! e poi tutti i battibecchi in yodel nei tornanti, la stazione radio che alle richieste per le dediche risponde AAANACRONISTICOOO! il cartello di strada senza uscita continuamente riproposto tra zoom avanti e zoom indietro con i birignao sonori dei cartoni animati, le armi che diventano salumi… per me sacco è a dir poco un gigante!
Mi hai quasi convinto,eh. Non per il fatto che Sacco sia “gigante”. Per il fatto di dover recuperare, prima o poi, un filmazzo simile. Vai, Vinegar…![]()
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tieni da conto i comparativi fatti. se ti fanno impazzire quei nomi e i loro scalcinati schizzati esplosi prodotti, buttati quanto prima. viceversa chiaro che già al minuto 5 rischi di fracassarti le palle… ![]()
@rodar mi sembra stranissimo che non dici nulla della bellissima fanfara della fantomatica poker video (con tanto di strumentale di the night di valerie dore), che vedo qui per la prima e unica volta e che era così fuori nella concezione che credevo fosse già iniziato il film.
aggiungo solo che avrò perso tre chili buoni ridendo fino alla pertosse e che non vedo l’ora di vedermi tutta la sua restante produzione!
Non l’ho mai sentita. Dove la recupero?
secondo me è una pseudo-società creata alla bisogna dallo stesso arduino perché non l’avevo mai vista prima! per quanto ne so l’unico modo per vederla è vedere il film…
no, la Poker Video è un’etichetta home video, Sacco non c’entra nulla. In catalogo ci sono anche, per esempio, Bruce Lee supercampione e Dagli archivi della polizia criminale di Lombardo.
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arduino accostato a peckinpah e kubrick! ma galli quanti spritz aveva tracannato prima di vedere il film?
Forse un giorno la comunità cinematografica renderà giustizia al Maestro Arduino, il Godard del cinema a luce rossa? ![]()
No, è improbabile, tenendo conto che il mondo camina para un moralismo ogni volta più estremo.
all’avvenire erano in preda ai funghi allucinogeni in quel periodo
Non fidatevi assolutamente di quel flano, perché (almeno in un caso accertato) le citazioni sono false. Un solo esempio: non solo Giovanni Grazzini non ha mai recensito quel film-boiata (ne ha solo accennato in poche righe in un servizio dal festival di Taormina, ma la sua frase è stata manipolata: in realtà si riferiva ad altro), ma per di più sul “Corriere” quella frase, così come viene citata, non è mai stata scritta, dato che Giovanna Grassi ha giustamente stroncato il film, parlando di “velleitarismo della sceneggiatura e delle interpretazioni”, “la compiaciuta e altrettanto fumosa regìa di Sacco risulta inoltre lontanissima da un tipo di cinema-verità cui cerca di fare il verso, e questo prodotto al tempo stesso naif e intellettualoide (…) diventa a sua volta un esempio di sottocultura”.
ahh ecco …doverosa precisazione grazie …ma i flanisti non avevano paura di denunce a mettere nomi e cognomi di critici blasonati e testate di giornali nazionali?
