Rebirth of Mothra (Okihiro Yoneda, 1996)

Da parecchi anni volevo vedere la trilogia dedicata a Mothra negli anni '90, ma la mia pigrizia ha fatto in modo che non mi mettessi mai a cercarla sul serio. Oggi grazie a @King_Ghidorah ho scoperto https://bowlingballfansubs.it e mi sono trovato i tre film pronti su un piatto d’argento, sottotitolati in italiano oltretutto… Non potevo resistere!
Mi sono immediatamente guardato il primo.

Potrebbe essere definito come un incrocio tra una fairy tale e un kaiju eiga kids friendly, con un messaggio ecologista di rispetto ed amore per la natura (tematica che era cara ai kaiju toho degli anni ‘90, vedi anche Godzilla contro Biollante).
Rispetto agli altri film di mostri si respira un’atmosfera fatata e sognante, dovuta all’aura “magica” che emana dalla caratterizzazione che si è voluta dare al personaggio di Mothra. Il film è estremamente colorato, i raggi e le onde di energia emessi dal farfallone sono multicolori, variopinti, sgargianti e cangianti, i suoi attacchi sono armoniosi ed eleganti, mentre sovrasta in volo il nemico disperde nell’aria una polvere dorata. Anche le esplosioni pirotecniche in seguito ai colpi hanno spettri cromatici insolitamente vari ed ampi.
Punti di forza del film sono sicuramente gli animatronics dei due kaiju malvagi, Desghidorah (un King Ghidorah ancora più cattivo e mortifero) e il piccolo e simpatico Garu-Garu, che sono realizzati con una maestria sbalorditiva.
Purtroppo bisogna dire che il punto debole è invece il pupazzo del protagonista assoluto della pellicola, Mothra. Dico pupazzo a ragion veduta, in quanto il corpo del kaiju è completamente ricoperto di peluche; probabilmente l’idea era quella di trasmettere la sensazione della peluria della falena, ma le scelta del materiale non è delle più felici e in certi momenti si fa un po’ fatica ad entrare nella diegesi… L’impatto visivo ti fa percepire appunto un pupazzo che combatte contro un mostro vero e proprio, serve un po’ di intenzionalità per accettare la cosa e godersi la narrazione. In realtà il “peccato” è originato qualche anno precedente, nel film Godzilla contro Mothra: è lì che la falena assume questo character design che la contraddistingue, e in questa successiva pellicola ce lo si trascina dietro.

Non mancano momenti poetici riusciti, come quello della muta di Mothra.

E infine confesso di avere subito il fascino delle Elias :heart_eyes:, le due sacerdotesse in miniatura che vegliano su Mothra, che richiamano istintivamente l’immaginario delle idol j-pop, sia per l’abbigliamento che per le canzoni e le coreografie nelle quali si cimentano.

È triste vedere come il messaggio ecologista sia rimasto inascoltato, ed il desiderio finale espresso dalla signora Goto cada nel vuoto: la speranza che i propri nipoti possano vedere un mondo nel quale l’uomo ha imparato a rispettare la natura e l’ecosistema resta utopia. Oggi potrebbe avere tranquillamente dei nipotini di una decina d’anni ai quali a scuola vengono spiegate le problematiche del riscaldamento globale e del cambiamento climatico…

Elias, vi prego, pensateci voi!!!
:heartpulse:

elias

Qui un bell’articolo sulle ragazze Elias dagli anni 60 ai giorni nostri

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Elias, Shobijin, Cosmos… comunque vengano chiamate sono quelle che dal 1961 cantano uno dei temi più soavi del mondo dei kaiju eiga.
Qui la versione della trilogia anche se a me piace di più quella del 1992.
Comunque tutta la soundtrack di questo film è gradevolissima.

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È vero, molto belle le musiche, sinfoniche e ben orchestrate, a tratti epiche, quasi da superproduzione hollywoodiana.

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Amo questa versione.

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Vabbè, con questo topic volete stuzzicarmi.
Ecco la poetica versione di Gojira tai Mosura (1992) che a me piace tanto estratta direttamente dal film.

Chissà perché questa canzone nel 1961 fu scritta in malese…

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@King_Ghidorah e @telegian siete davvero due esegeti!

Dopo essermi ascoltato consecutivamente tre versioni del canto di Mothra la melodia non mi uscirà mai più dalla testa :grinning_face_with_smiling_eyes:

Non sapevo che le parole fossero in malese… Effettivamente chissà perché!
Forse per dare un tocco più esotico alle Shobijin?

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Credo proprio di sì anche se qualcuno ipotizza che c’è un dialetto di Okinawa che ha forte attinenza con il malese. Mi sembra una speculazione forzata. Come se in un film italiano ci fosse una canzone in francese e dicessimo che però un dialetto della Val d’Aosta… :smile:

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