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Torna l’accoppiata mitica del Gladiatore: Ridley Scott & Russell Crowe
anche se la trama è ormai risaputa prevedo comunque un successone
Il regista britannico e l’attore australiano hanno deciso di non darsi per vinti e adesso si ritrovano a collaborare assieme per la quinta volta in Robin Hood, il leggendario eroe inglese che secondo leggenda rubava ai ricchi per dare ai poveri. Un Robin Hood violento, col volto sempre ricoperto di sangue, che combatte in terra e anche in mare, che rappresenterà una reincarnazione molto diversa da quella del Robin Hood di Douglas Fairbanks nel lontano 1922, da quella classica di Errol Flynn, da quella con i capelli sempre perfettini di Kevin Costner.
Una versione che assomiglia molto al generale Maximus de Il Gladiatore. «È quello che ho detto a Ridley, ma questo è Maximus - ricorda l’attore -. E lui mi ha risposto: beh, se rubiamo da noi stessi va bene! Non c’è mai stato un Robin Hood davvero soddisfacente e questa è la ragione chiave per cui siamo qui a farne un altro».
Dieci anni dopo, Crowe è tornato a modellare il suo corpo su quello del suo eroe di fantasia romano e ha imparato non solo a tirare d’arco ma ad amare questa disciplina. «Per The Insider avevo imparato il golf - spiega -. Ma trasformarmi in Robin Hood e imparare a tirare d’arco mi è piaciuto molto di più: quando la freccia parte ti dà una sensazione indescrivibile».
Lo sceriffo di Nottingham è l’emergente Matthew Macfadyen, già visto in Orgoglio e Pregiudizio, al fianco di Keira Knightley. Il perfido Godfrey è Mark Strong, che si unisce a un cast che ha dentro nomi più che rispettabili come Danny Huston, William Hurt, Max Von Sydow e Lea Seydoux. Poi c’è la bella Marian che ha il volto intenso e sofferente di Cate Blanchett. «Sono sempre stato un suo accanito fan e averla avuta accanto in questo film, aver potuto lavorare con lei è stato davvero fantastico», aggiunge Crowe.
Robin Hood, in uscita negli Usa a maggio 2010, è una mega-produzione: battaglie con migliaia di comparse, cavalli, navi, imboscate, rappresaglie, boschi, sangue a fiumi, una replica della torre di Londra più grande di quella originale. «Un film massiccio», lo ha definito il regista Scott, che a un certo punto ha addirittura fermato le riprese per aspettare che le foglie della foresta fossero quelle della primavera.
È nel corso di questa attesa che gli abitanti dei paesini del Galles e del Surrey dove Ridley Scott ha effettuato le riprese hanno cominciato a notare un Russell Crowe molto diverso da quello brusco e a volte anche arrabbiato che è stato immortalato nel passato sui tabloid. «Era molto gioviale - hanno raccontato - posava disponibile per le fotografie con i bambini».
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