Rocky III (S. Stallone, 1982)

In attesa di Creed 3, film che non ho alcuna ansia di vedere, alcuna voglia di vedere, ma che comunque sicuramente vedrò, un breve ripasso su quello che pare essere il capitolo di Rocky da cui prende ispirazione.

Quotando il messaggio di Giorgio Brass sopra, anche per me il terzo e il quarto sono i capitoli di Rocky meno validi. Il che non significa che non mi piacciano, mi piace tutta la saga, ma in una classifica ideale stanno agli ultimi posti (il terzo un gradino sopra al quarto che è però particolarmente iconico).

Sono affezionato a Rocky, eppure qui è l’unica volta in cui tifo per il suo avversario.
Clubber Lang (nome fantastico) mi sembra più meritevole, non si può non tifare per lui vedendolo che si allena duramente mentre un ormai imborghesito Rocky si fa le foto con le fan e si allena con un’orchestra d’archi che lo accompagna.
E poi è Mr. T, Pessimo Elemento Baracus!

Davvero, non riesco a non provare simpatia per lui, nonostante la sceneggiatura faccia di tutto per renderlo odioso.
È un personaggio – a livello di scrittura - troppo caricato, si cerca anche maldestramente e cialtronescamente di affibbiargli la colpa della morte di Mickey per uno spintone.

In questo terzo capitolo scopriamo pure che Rocky in tutti questi anni ha difeso il titolo contro avversari poco competitivi, questo ce lo fa apparire alquanto ridimensionato.
E ora Clubber, dopo una vita di povertà, gavetta e duri allenamenti, vuole la stessa occasione che Rocky ha avuto, pensa che Rocky sia superato e sente di poterlo battere. Mi sembra ragionevole.
“No, I don’t hate Balboa – dice in un momento di lucidità prima del secondo incontro – but I pity the fool.”

L’incontro-rivincita è comunque spettacolare.

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