Grazie Mark… ma per obiettivo intendi a favore di Polanski?
Intanto altri articoli…
“Polanski potrebbe uscire su cauzione”
Il mondo del cinema e della cultura in difesa del regista: da Tornatore a
Costa-Gavras, ricche adesioni per la petizione che ne chiede la liberazione
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/spettacoli/200909articoli/47724girata.asp
Polanski, un genio inseguito dai drammi del passato
Dai nazisti a Manson: una vita tormentata
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200909articoli/47716girata.asp
p.s. forse è il caso di splittare il thread
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Ho trovato un brano che fa un po’ di chiarezza sull’iter giudiziario…
LE ACCUSE - Il regista, nato a Parigi nel 1933, sostiene da allora che il procuratore che ne aveva chiesto la condanna, deceduto nel frattempo, intendeva arrestarlo nonostante un accordo raggiunto per evitare il carcere al regista di origine ebree e la cui madre è morta nel campo di concentramento di Auschwitz. L’8 maggio l’ultimo dei giudici coinvolti, Peter Espinoza, ha riconosciuto che il pubblico ministero aveva commesso errori sostanziali al momento del processo, ma ha sostenuto che la legge non consente gesti di clemenza nei confronti di un latitante. Tutto era iniziato a febbraio del 1978, quando sul regista di film come «Per favore non mordermi sul collo», «Rosemary’s baby» e «Chinatown» è piombata non solo l’accusa di stupro ma anche quelle di uso di stupefacenti, perversione e sodomia.
Il regista ha riconosciuto parzialmente i fatti, cioè di aver fatto sesso con l’allora minorenne Samantha Geimer; quindi ha patteggiato con il tribunale di Santa Monica, dichiarandosi pronto a seguire una terapia. Il giudice aveva accettato, archiviando le altre accuse: ma mentre il magistrato metteva a punto il mandato di arresto e incarcerazione il regista ha lasciato il Paese. Polanski, che ha sempre sostenuto di essere finito in una trappola tesa dalla madre della ragazza, aveva ricevuto il permesso di ultimare un film in Europa, e vista la minaccia del carcere non è più tornato negli Stati Uniti. Un fatto che ha reso più difficile la soluzione del caso. All’inizio del 1978 il regista ha lasciato Londra per trasferirsi a Parigi, in modo da evitare di essere estradato negli Usa, dove ha sempre detto di non voler tornare, anche in caso di soluzione positiva della vicenda giudiziaria. I suoi legali hanno sempre sostenuto la tesi che la giustizia di Los Angeles abbia agito illegalmente, tentando tutto il possibile per incastrarlo.
IL PERDONO - L’accusa era appunto quella di aver violentato nel 1977, nella casa di Jack Nicholson, la 13enne Samantha Geimer, che oggi è una donna sposata e vive alle Hawaii. In un’intervista a Vanity Fair, ha detto di non serbare più rancore al regista: «Ho una vita felice e altrettanto auguro a Polanski». Lo stupro avvenne nell’estate 1977, dopo che Polanski invitò la giovane per un servizio fotografico nella villa californiana di Nicholson, promettendole una carriera da modella. Samantha Geimer spiega di aver compreso «che Polanski non avrebbe avuto un processo equo. Fin dall’inizio il giudice aveva affermato di volerlo sbattere in galera per 100 anni, voleva un processo mediatico». Oggi il regista ha nazionalità francese e dal 1989 è sposato con l’attrice Emmanuelle Seigner, con la quale ha due figli. Nel 1969 ha perso sua moglie, Sharon Tate, incinta di otto mesi, uccisa brutalmente insieme ad altre 4 persone dai seguaci della setta di Charles Manson nel quartiere dei vip di Bel Air, a Los Angeles. Pochi giorni fa è morta nella casa di reclusione di Chowchilla Susan Atkins, la seguace della setta che 40 anni fa accoltellò a morte Sharon Tate. Alla donna, 61 anni e in stadio terminale per un cancro al cervello, è stata negata a settembre la scarcerazione per motivi umanitari.