Romanzo Criminale [2005 - M.Placido]

Ah ha h ah ah hah
Questa però è cattiva dai!

Ecchè siamo un forum di buonisti ???
:finga:

KRIMINAL DE’ NOANTRI - COME LA BANDA DELLA MAGLIANA SI PRESE ROMA CON UN MIX DI REVOLVERATE E PUBBLICHE RELAZIONI: AMICI DELLA MAFIA, BEN ACCOLTI, NELLA CONFRATERNITA DELLE LOGGE, PATTI INCONFESSATI E INCONFESSABILI CON CERTI OMINI GRIGI DEI SERVIZI SEGRE

Giancarlo De Cataldo per “Vanity Fair”

C’era un modo di dire, nei primi anni Ottanta: alla Magliana «se fanno puro l’ucelletti». Anche i passeri si bucano. Di eroina e di cocaina ne circolava a fiumi, e non solo in quel quartiere noto per essere stato concepito “underworld”, sotto il livello del biondo Tevere. Nel non lontano Laurentino, per esempio, un villaggione di ponteggi e ponti, ogni arcata era affidata a una “formica”, e ogni famiglia di formiche riferiva a un “cavallo”.

C’era droga a Centocelle, droga a Ostia, droga in centro, droga sul Raccordo e droga in periferia. Di roba ce n’era tanta quanta ne volevi. Ma solo un gruppo la poteva vendere: la Banda della Magliana. Erano loro a decidere il peso, il prezzo, il titolo e il grado di purezza. I tossici schiattavano. I tossici ringraziavano. Quelli della Magliara ringraziavano, s’ingrassavano, reinvestivano i soldi.

Quelli della Magliana, in realtà, venivano da Centocelle, da Acilia e l’Infernetto, da Testaccio e Monteverde, da Giardinetti e da Borgata Ottavia. Chi più chi meno, tutti s’erano fatti la loro brava esperienza al gabbio, che qui a Roma chiamano “l’albergo Roma” o, se volete, il jolly Hotel. Ma era stato nelle strade che furono di Pasolini, e in certi anfratti del centro storico che le speculazioni edilizie e il malo gusto del “generone” stavano lasciando imputridire, che avevano imparato le regole del gioco.

Era lì che a un malandrino più abile e spregiudicato degli altri era venuta l’Idea. Smetterla di campare alla giornata. Piantarla con la logica di “un-colpo-e-via”. Prendersi Roma.

Ci misero pochi anni a riuscirci. Erano bravi, dal loro punto di vista. Giovani, irruenti e senza nessun timore reverenziale verso i papponi e gli usurai che sino a quel momento la Capitale se l’erano spolpata fra una bevuta e un “fattaccio” d’osteria. E anche certi che avevano tentato di fare la voce grossa - marsigliesi, calabresi, sardi - erano presto stati messi fuori gioco da un’improvvisa epidemia di piombo.

Ma se arrivare in cima può essere impresa ardua, più difficile ancora è restarci. C’è una vecchia, sacra legge nel crimine: tu la montagna la puoi scalare a colpi di mitra, ma per evitare che ti scaraventino giù servono soprattutto le buone relazioni. E quelli della Magliana si dimostrarono fenomenali “pr”. Diventarono amici della mafia, che a Roma teneva da tempo una “decina” più o meno in sonno. Si intrufolarono, del resto ben accolti, nella confraternita delle Logge e degli Incappucciati. Attrassero nella loro orbita giovani nicciani che non si facevano nessun problema di un’anomala convivenza fra Evola e il fascino della “strada”.

Strinsero patti inconfessati e inconfessabili con certi omini grigi che, protetti da sigle incomprensibili ed evanescenti badge plastificati, fanno in nome e per conto dello Stato quei lavori sporchi che lo Stato non ammetterà mai di fare. Un bel pacchetto, non c’è che dire! Fatto di “do ut des” e talvolta di favori a buon rendere.

Io ti cerco la prigione di Moro, e se poi non t’interessa più sapere dov’è, pazienza. Io vado a sparare al vice di Roberto Calvi a Milano e se poi resto sulla strada… incerti del mestiere. Incidenti di percorso a parte, erano in una botte di ferro, i ragazzi della Magliana. Potevano fare a meno di giuramenti e formule rituali perché bastava un caffè al bar per mettersi d’accordo su un omicidio o un carico di droga. Per custodire le armi pagavano il portiere di un ministero, e a sera, dopo l’orario di chiusura, si divertivano al tirassegno nei lunghi oscuri corridoi deserti.

Da bravi sottoproletari e piccolo borghesi fulminati da improvviso benessere, amavano ostentare. Sfoggiavano macchinoni e orologi da venti milioni dell’epoca. Si facevano fotografare, nudi fra occasionali compagne nude, col naso infarinato in posa davanti a una montagna di coca sul “fratino” d’antiquariato. Festeggiavano cruente esecuzioni con rimpatriate a base di burrata e di amatriciana. Fosse dipeso dalle indagini, sarebbe andata avanti per un pezzo. A quel tempo erano tutti a caccia di terroristi. La Banda sembrava poco più di un’accolita di teppistelli.

I pentiti venivano sistematicamente svillaneggiati. Fu chiaro ai capi della Magliana, prima che a chiunque altro, che i processi difficili conviene giocarseli fuori dall’aula piuttosto che dentro. Specie se fuori hai gli amici giusti. Quelli che ti fanno evadere da Palazzo di Giustizia sotto il naso degli sbirri il pomeriggio che il pubblico ministero ha chiesto la tua condanna all’ergastolo. Non doveva finire, eppure finì. Perché?

C’è un’altra vecchia legge nel mondo criminale. Dice che, sì, il potere lo tieni con le pubbliche relazioni. Ma a furia di frequentare la gente “soidisant” per bene, finisce che ti dimentichi come si maneggia una pistola. Tradisci la strada, e la strada si prende la sua vendetta. Si dilaniarono fra loro, i ragazzi della Magliana, come gli squali della “Signora di Shanghai” sotto gli occhi allucinati del marinaio Orson Welles. C’è chi dice che furono fatti dilaniare. Erano stati usati. Non servivano più. Fioriscono leggende.

Si dice che c’entrassero col sequestro di Emanuela Orlandi e persino con la morte di Pasolini. Succede sempre, con certe storie maledette e affascinanti che non si possono dimenticare: si fanno esse stesse leggenda. Forse qualche segreto ancora inconfessato c’è. Ma a chi chiederlo?

C’è una terza legge nel crimine, rispettata quanto e forse più delle prime due: i morti non parlano. Tanto meno quelli seppelliti, come il Capo dei Capi della Magliana (Enrico De Pedis, detto Renatino, ndr) in territorio vaticano, in un quieto mausoleo che per secoli era stato riservato al Romano Pontefice, ai cardinali e ai vescovi diocesani (la chiesa di SantApollinare in piazza delle Cinque Lune).

Dagospia 03 Ottobre 2005

Visto ieri sera… Tra il mediocre, il molto mediocre e il pessimo… Oddì, forse ancora sufficiente per la tv, ma da qui a passarlo come cinema…

I grandi latitanti mi son sembrati proprio gli anni '70 e la Banda della Magliana… Regia, luci, stacchi, stilisticamente tutto ricorda robetta vista in tv di recente (si capitalizza sui testoni dei bambocci muccin-morettiani… fai un attimo caso agli ‘sfondi’ e ci saranno un paio di 127). Quanto a convinzione/coesione drammatico-narrativa siamo prossimi allo zero.

L’unico attore bravo e in parte m’è parso il tipo che fa Er Libbanese… Kim Stuart ce la mette tutta - nel confronto con Accorsino, da ergastolo, è Lawrence Olivier -, ma non è davvero il suo ruolo (faccia proprio da checca)… Santamaria…nzomma… più che un bandito mi ricorda di certi onanisti convinti.

Il cammeo di Placido è pura spazzatura.

A me Rossi Stuart non piace,ma non sei il primo a dirmi che nel film di Placido se la cava benino.
A proposito del romanzo,l’ho quasi finito:la mia impressione è che non sia malvagio,ma la parte migliore è senz’altro quella incentrata sui bravi ragazzi della Magliana e le loro ribalde imprese.I legami politici mi paiono troppo appiccicati,troppo in linea con la tesi di comodo che la magistratura ci ha rifilato per anni;e la figura del Vecchio,diciamocelo,fa troppo cospirazionismo da thriller americano.Diciamo che funzionerebbe di più come gangsteristico puro,mentre la parte fantapolitica è un po’ così.E mi par di capire che a Placido interessasse soprattutto la tesi politica di fondo del libro.

Mah, sia storia che fantapolitica al film di Placido sembrano attaccate con lo sputo…

Ho appena visto il film secondo me più ke discreto con molti pro e molti contro!!!

Pro:
1)gli attori sono di ottimo livello, peggiore in campo Accorsi…troppo teenager per interpretare un commissario di polizia(descritto poi come è nel libro)insieme a Riccardo Scamarcio(il nero), decisamente non gli si può dare una perte da killer
ma Kim Rossi Stuart,GianMarco Tognazzi,Claudio Santamaria,Pierfrancesco Favino(pù di tutti) sono stati bravissimi e azzeccatissimi
2)Il film nonostante la lunga durata e scorrevolissimo e divertentissimo
3)Fikissimi i personaggi di contorno anche se non perfettamente delineati
4)Placido presenta comunque un film coraggioso smerdando anche un pò il nostro paese

Contro:
1)Fotografia e molte riprese pessime!!!anke l’audio non è stato ben salvaguardato, poichè in certi tratti la musica è più alta dei dialoghi
2)La presentazione dei personaggi stile Snatch è ottima ma totalmente esterna al film
3)Dal Romanzo molti personaggi sono stati tagliati ed il finale cambiato ma questo è comprensibile visto ke Romanzo Criminale è un bel mattone
4)Nonostante è scorrevole…il film presenta seconde me delle sequenze troppo veloci e non dettagliate nonostante siano importantissime.
Manca la delineazione della crescita della Banda(dalla strada agli alti livelli)
Manca una versione più dettagliata sul Sequestro Moro e sulla strage di Bologna
Troppo spazio alla storia d’amore di Kim Rossi Stuart

Comunque ripeto un discreto film da guardare!!!
Lo consiglio vivamente!!!

visto ieri sera

prima sorpresa: fate pure che ieri era mercoledì, giornata di sconto, ma il cinema era stramurato di gente, con la coda per il ticket che usciva dal cinema jolly (che non è un buco), percorreva tutto lo stradino fuori e arrivava su via marconi… merito dei bei attorini? tam-tam? 70’s reflex?

così con tutta la pollanetsquad ce lo siamo visti seduti sulle scale

ho letto tutto e il contrario di tutto su questo film, boh per me si fa guardare più che volentieri, non è certo un capolavoro ma non penso voglia esserlo

gli attori sono così così, i nomi che più mi inquietavano tipo accorsi e santamaria alla fine sono quelli che mi sono piaciuti di più, so di dire una roba grossa e me ne prendo tutte le responsabilità, kim rossi stuart proprio no, non mi è piaciuto, il freddo nei miei viaggi era tutta altra persona, bravo anche qualche comprimario tipo er patata, ci avrei visto qualche attore più trucidone, anche un mastrandrea io penso ci sarebbe stato bene

la ricostruzione dell’attentato alla stazione di bologna francamente poco convincente, a parte il fatto che hanno fatto saltare la parte destra invece che la sinistra (penso non sia un vero blooper, è che la sinistra è cambiata troppo, c’è anche il mc.donald incamuffabile), e soprattutto è irrilevante e potevano evitarlo di fare

in termini generali è vero, assomiglia un pò nello spirito a Piazza delle 5 lune, io comunque questi filmetti un pò così, mettiamoci tipo anche L’odore della notte, me li guardo volentieri, non esco dal cinema schifato, non è il ritorno del poliziesco all’italiana, non è cinema d’autore, siamo lontani dal memorabile, però me li guardo volentieri uguale

segno comunque che certe storielle tirano, io penso che se qualcuno mettesse su pellicola che so, le vicende di vallanzasca, potrebbe avere un analogo discreto seguito

A me Piazza Delle 5 Lune è piaciuto. Spot della MPS incluso.

sìsì anche a me è piaciuto… ma che è la MPS?

il discorso è sempre lì, se da questi film ti aspetti il pieno ristabilimento della verità storica o che ti vengano svelati chisà quali retroscena o scomode verità ci resti deluso, se li prendi come filmetti in cui c’è il ricamo attorno a vicende comunque reali, ricostruite con un minimo di credibilità li guardi anche volentieri… le ricostruzioni di Piazza delle 5 lune per me erano fatte nettamente bene, meglio di romanzo criminale

Be’,il successo è probabile sia da imputare anche al cast di richiamo,un po’ come avvenne per Palermo-Milano sola andata(all’epoca il Bove andava molto).Ad onor del vero,'sti nuovi film di denuncia mi piacciono poco:troppo fanta,troppo annacquati…se penso a quel che osava un Francesco Rosi non c’è paragone.

http://www.mps.it/ Monte Paschi Siena

Io l’ho visto Lunedì, e devo dire che il solo pensiero di vedere attori come Accorsi e Stuart girare uno “pseudo-film di genere” mi diverte!
Tuttavia il film se esalta nella prima ora, delude nella successiva ora e mezza.
Bravi Favino(lontano anni luce dal personaggio de “L’ultimo bacio”) e Santamaria, Accorsi non sarà mai all’altezza di Merli o Nero (loro si che erano commissari!), buono l’impiego di alcuni caratteristi anni ‘80, ma se anzichè farne un unico lungo film, ne avesse fatti due di un’ora e tre quarti ciascuno(tipo “Kill Bill”), ampliando i caratteri dei personaggi, i fatti storici e le scene d’azione… sicuramente sarebbe stato meglio. Comunque grazie Placido, per il coraggio. In un deserto come quello che il cinema italianao sta attualmente attraversando, una pozza d’acqua, anche se calda e sporca può togliere un po’ di sete, speriamo solo che l’oasi sia vicina!

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=36221

n. 247 del 18-10-05 pagina 6

Ma il boss chiede il ritiro della pellicola di Placido
di Redazione

Buona critica, buon pubblico ma il film di Placido con Kim Rossi Stuart potrebbe essere tolto dalle sale. La ricostruzione dei crimini della banda della Magliana, ritratta nell’ultimo film di Michele Placido «Romanzo criminale», lederebbe infatti l’onorabilità del pentito Maurizio Abbatino.
Per questo, l’avvocato del «Crispino», come era noto il componente dell’associazione malavitosa, ha chiesto la messa in mora alla Cattloya, che ha prodotto la pellicola, e alla Warner Bros, che ha affiancato la casa cinematografica insieme all’inglese Crime Novel e alla francese Babe.
La pellicola in questione porta sullo schermo la storia della banda della Magliana. Fra i protagonisti, accanto alle figure di spicco, c’è anche quella di Abbatino, che dopo l’arresto a Caracas nel gennaio 1992 aveva cominciato a collaborare con la giustizia, chiarendo molti dettagli della storia dell’organizzazione.Il legale promotore dell’iniziativa è lo spezzino Enrico Vigorito.
In una lettera raccomandata, aveva dato cinque giorni di tempo alla produzione: dopo di che ha annunciato di voler procedere con la richiesta del ritiro del film di Placido dalle sale italiane, per tutelare l’onorabilità del pentito.
Abbatino, che le cronache dell’epoca descrivevano come timido, freddo, di poche parole, non ha gradito la ricostruzione dei fatti della trama, che attribuisce diverse responsabilità da quelle che gli sono state in realtà attribuite anche in episodi differenti da quelli tradizionalmente riconducibili alla Magliana, come la strage di Bologna o il rapimento Moro.
Il film, 105 minuti, con un cast notevole che conta su Stefano Accorsi, Gianmarco Tognazzi e Kim Rossi Stuart, è stato accolto con favore dalla critica e dal pubblico ma a questo punto il film rischia addirittura di essere messo in mora per lesa onorabilità.

diciamo subito che la buona riuscita del film è merito soprattutto dell’ottimo libro di de cataldo, chiariamo subito che Placido non ha girato un capolavoro, si sono visti buoni spunti nella ripresa, le musiche scelte così così, gli attori, bè Accorsi nei panni di Scialoja, con quel visino un po’ così, quel vocino un po’ così, quel fisichino un po’ così… Kim Rossi ( cazzo gli è capitato anche un bell’incidente) regge secondo me il personaggio, lo caratterizza discretamente e lo approfondisce negli aspetti psicologici, insomma un buon Freddo, Santamaria nel ruolo del Libanese è forse il migliore dell’intero cast.
Cosa dire un buon prodotto che poteva dare però ben altro risultato…

Santamaria non fà il Dandy?

hai ragione drugo, l’attore che interpreta il libano è pierfranceso favino

Visto stasera.
Alla fine della fiera non è male, purtroppo parte di ciò che è narrato nel libro viene cambiato…E l’atmosfera né risente diventando un pò troppo fantapolitica.
K.R.S. bravissimo (ma io sono stato sempre un suo ammiratore), gli altri attori ci stanno tutti. Ottimi i Buffoni’s brothers.
Belle le musiche.
M’ha preso bene :slight_smile:

quoto in toto il giudizio del drugo, aggiungendo una curiosità:
l’acconciatura dei capelli di Kim Rossi Stuart e alcuni tratti somatici non vi ricordano per caso il primo Ray Lovelock (diciamo su per giù periodo Milano Odia)???

Mi sono fissato con i nomi veri e quelli del libro/film, datemi una mano!

-Franco Giuseppucci detto “er negro” = Libanese
-Maurizio Abbatino detto “er crispino” = Freddo
-Enrico De Pedis detto “Renatino” = Dandi
-Marcello Colafigli = Bufalo
-Edoardo Toscano = Scrocchiazeppi
-Fulvio Lucioli = Sorcio
-Massimo Carminati = Nero
-Fratelli Carnevale = Aldo e Ciro Buffoni
-Franco Nicolini detto “Franchino il criminale” = Terribile
-Fratelli Proietti = Fratelli Gemito
-Pippo Calò = Zio Carlo
-Flavio Carboni = Il secco

Senza contare poi quelli che nel film non si vedono ma ci sono nel libro:
-Danilo Abbruciati = Nembo Kid
-Fabiola Moretti = Donatella
-Nicolino Selis = Mario il sardo
-Valerio Fioravanti = Il Pischello
-Alessandro Alibrandi = Il Sellerone
-Gianfranco Urbani = Puma
-Claudio Sicilia = Trentadenari
-Antonio Mancini = Ricotta

Non ho capito chi sono Fierolocchio e Botola…