Non è il mio Wilder preferito ma è comunque delizioso, con parecchi momenti memorabili.
Rivisto ieri sera dal dvd italiano (che poi è quello Paramount internazionale), intrattiene per tutta la sua durata in maniera molto piacevole e veloce. La Hepburn (reduce dal successo di Vacanze Romane e al suo secondo film importante) è splendida anche se, ma qui entriamo nella sfera dei gusti personali, il suo personaggio non è simpaticissimo. Questa ragazzina che dopo due anni a Parigi si trasforma in una donna sofisticata ed emancipata non mi ha fatto mai impazzire (ma, ripeto, è solo questione di gusti) anche se la caratterizzazione della Hepburn è azzeccatissima. Adoro invece i due protagonisti maschili Humphrey Bogart e William Holden. Il primo (in un ruolo che sarebbe dovuto essere di Cary Grant) perfetto nel suo essere un cinico burbero pronto ad addolcirsi nel finale e il secondo impeccabile nel suo ruolo di playboy impenitente e sfaticato.
Ottimo tutto lo stuolo di comprimari (in particolare tutte le maestranze che lavorano alla villa).
La sceneggiatura del film è tratta dall’omonima pièce teatrale ed è stata scitta dall’autore originale con la collaborazione dello stesso Wilder ed Ernest Lehman, grande esperto di adattamenti per lo schermo.
Grandissima la fotografia in bianco e nero.
Come sempre la versione in italiano cambia alcune battute difficilmente traducibili ed adattabili ma alla fine risulta abbastanza fedele all’originale.
Simpatico come Wilder faccia riferimento alla pièce teatrale “The Seven Year Itch” (che poi è “Quando La Moglie È In Vacanza”) che girerà l’anno dopo. Un po’ stucchevole (ed eccessivo) l’utilizzo della canzone “La Vie En Rose”.
Il dvd ha dei gravissimi difetti audio nella versione italiana, disturbi che, personalmente, avrebbero dovuto rendere non utilizzabile per il commercio l’intera traccia. Ci sono dei fruscii fortissimi che spesso coprono le voci e che sono davvero molto sgradevoli. Questo comunque accade 5 o 6 volte e non certo per tutto il film. In ogni caso è un difetto molto grave.
La versione in inglese invece non ha problemi. La qualità video è soddisfacente senza che il master sia stato oggetto di restauri.
C’è pure una breve featurette negli extra con uno degli storici boss della Universal e materiale di repertorio.
Rivisto in BD, film delizioso sotto tanti aspetti ma concordo con Giorgio sul fatto che Sabrina non sia inizialmente un personaggio così “simpatico”, soprattutto per gli standard delle commedie di quegli anni. Un pò esagerato, a mio parere, il tentativo di suicidio iniziale, risolto poi con eccessiva nonchalance. Da lì in poi invece il film scorre decisamente molte bene, divertente e un pò amaro. Cast perfetto in tutto e per tutto, fotografia in bianco e nero splendida, molto belle le scenografie e gli interni, soprattutto dell’ufficio di Bogart.
BD eccezionale, purtroppo in Europa quegli infami di Paramount tolgono gli extra…
Io il film l’ho visto solo una volta, molto tempo fa e non mi fece impazzire, perlomeno per essere un film di Billy Wilder. Concordo sulla scarsa simpatia che suscita la protagonista, un po’ troppo con la puzza sotto al naso; rimasi inoltre delusissimo da Bogart, che dite quello che volete ma con quel personaggio lì non c’entrava proprio niente, un (voluto?) caso di miscasting come pochi altri.
Mi sembra di ricordare, dal libro “Conversazioni con Billy Wilder” di Cameron Crowe, che Wilder per quel ruolo avesse in mente Cary Grant ma poi per qualche motivo si passò a Bogart (che in effetti anch’io ritengo poco adatto, per quanto bravo).
edit: cavoli, ma che ci doveva essere Grant era già scritto nel post iniziale, non me ne ero mica accorto! Che figura da salame! :#D
Grant e Curtis sarebbero stati una coppia perfetta quanto “scontata”, mentre Holden e Bogart, piu’ atipici, li trovo pero’ ottimi come resa. Vedere Bogart destreggiarsi in certe situazioni, non gangsteristiche o poliziesche, lo trovo piacevole.
Bogart avrebbe dato dimostrazione di classe assoluta anche se avesse recitato in Tulpa.
Qui è vero che è in un ruolo insolito ma secondo me funziona. Ne esce bene anche se effettivamente la sua presenza è un po’ straniante. Non parlerei di miscasting, però. Alla fine funziona anche se forse è proprio il personaggio a non essere eccezionale.
Ripensandoci, la scelta di Bogart aggiunge al film una componente di “sorpresa” che forse con Cary Grant non ci sarebbe stata.
Mi spiego: quando ho visto il film per la prima volta, in tv da bambino, sono rimasto stupito dal fatto che alla fine Audrey Hepburn scelga Bogart. Devo aver pensato qualcosa del tipo “ma come? ma lui è vecchio!” Se invece il personaggio fosse stato interpretato da Grant la cosa mi sarebbe sicuramente parsa più naturale, magari l’avrei intuito fin dall’inizio.
Quando poi, da grande, ho visto il film anche in inglese mi ha sconvolto sapere che “Linus” si legge LAINUS, ma questa è un’altra storia…
A Wilder piaceva portare attori su territori che per loro non erano familiarissimi con personaggi spiazzanti.
Un altro esempio è in “Uno, Due, Tre” con James Cagney, noto ai più per le sue interpretazioni da brutto ceffo, che ne esce come un attore comico stratosferico. Ok, Cagney aveva già fatto qualche ruolo brillante ma erano film molto meno conosciuti e comunque non aveva mai avuto un ruolo simile.
Per Bogart è un discorso simile, alla fine è stato portato fuori dai suoi binari ma per me se l’è cavata più che bene.