Vi quoto come non mai, il finale fatto di sguardi tra Calà e la Suma è uno dei pezzi migliori di Vanzina, e io stesso stento a trattenere una lacrimuccia tutte le volte che mi rivedo il film.
Calà, sulla sua pagina facebook uffiziale, ha scritto che durante una proiezione del film era seduto vicino a Carlo Verdone, che vedendo la scena finale gli sussurrò “Che fijo de na mignotta”, inteso in senso positivo, come a dirgli “Guarda cosa sei capace di fare”.
Il film fu girato in buona parte a Fregene, non a Ostia Lido. Stando ai racconti pare che il film lo dovettero finire gratis perchè Angeletti e De Micheli navigavano in cattive acque e fu soltanto per l’ostinazione di Claudio Bonivento che il film venne concluso. Il grosso della colonna sonora è dato dalla CGD, che pubblicò anche il 33, ma le canzoni sono usate in modo fin troppo sbarazzino. Anche se non viene specificato l’anno dovremmo essere nel 1964, ma ad un certo punto si sente ROSE ROSSE (e Calà in una famosa scena cita LA MUSICA È FINITA). E a essere proprio puntigliosi c’è da dire che i 32enni Calà e De Sica erano un po’ grandicelli per fare quelli che in teoria avrebbero dovuto essere dei ventenni. Alla fine quella più in parte era Giorgia Fiorio che adolescente lo era davvero (più il ventiquattrenne Gianni Ansaldi che sembrava averne non più di 16). Marina Suma faceva sangue pur rimanendo completamente vestita, mentre come al solito Virna Lisi da a tutti una lezione di classe e stile.
Tornerà in sala il prossimo 28 o 29 agosto, non mi ricordo, in 4K. Non credo che questa tecnologia possa dare particolare beneficio al film senza considerare che è stato strareplicato e che più o meno lo si conosce tutti a memoria
Ma infatti. Fino a qualche anno fa, tentavo ingenuamente a volte di fare “proselitismo” con gente molto più giovane, parlando loro di certi film. Poi mi sono rotto i cosiddetti, sempre più tristemente conscio dell’inutilità delle mie azioni. Perciò, le ultime due generazioni vadano pure a prenderlo in quel posto. Perché, diciamolo senza remore ad alta voce, su talune cose è bello essere “elitari”, ed elitisti. E pure un po’ ETILISTI, via…
a te non fregherà punto, distributori e produttore sicuramente non lo fanno solo come operazione nostalgia. non son così gonzi da non sapere che chi lo ha amato (da) allora ha il dvd a casa.
Buon per te, Schramm. Ma sono convinto che attualmente, la maggior parte dei loro coetanei se ne freghi altamente, di tanto cinema del passato. Non parliamo poi, dei quindicenni. Rischiano di sghignazzare come idioti, davanti al finale con in sottofondo “Celeste nostalgia”. Triste, ma vero…
Rivisto ieri in una sala della provincia di Agrigento, inutile dire che ero UNICO E SOLO. Il restauro è fantastico, sia nei colori che nell’audio, si avvicina molto a alla qualità del suono recente. La cineteca di Bologna ha fatto un gran lavoro.