Titolo: Scarlet Diva
Anno: 2000
Nazione: Italia
Regia: Asia Argento
Durata: 87’
Cast: Asia Argento, Daria Nicolodi, Leo Gullotta, Jean Shepherd, Francesca D’Aloia, Vera Gemma
Produzione: Opera Film
E venne il giorno che su GdR fu aperto un thread su Scarlet Diva…
Pellicola monstre costruita da Asia per Asia attorno ad Asia (scritta, diretta, interpretata, montata…). Discesa agli inferi di un’autobiografica attrice di nome Anna Battista, che si sbatte a destra e a manca tra demoni personali, copioni improbabili, e ancora più improbabili compagni di viaggio e di sventura. Quasi impossibile narrare la trama poiché l’ultimo problema del film è la trama, che infatti sostianzalmente non c’è. Si, vediamo Asia/Anna che corre a Parigi, a Los Angeles, ad Amsterdam, a Locarno, a Roma, ma alla fin fine è sempre lo stesso meccanismo: una qualche causa persa, dei diavoli di contorno e Asia che si autodistrugge perchessì. Un romanzo di formazione che non è un romanzo e che non forma proprio un bel niente, però è bohemien abbbestia.
Quello che francamente risulta fastidioso è che la platea di personaggi intavolati dalla Argento, l’intera galleria di tipi, è rigorosamente dannata, maledetta e negativa, non c’è un personaggio, non dico positivo, ma semplicemente normale. No, lesbiche, drogati, erotomani, fancazzisti, deviati sessuali, ninfomani, sadici, marchettari ghey, eccetera, solo nichilismo e ghetto dei reietti disperati. Asia si dibatte come una trottola tra bassifondi metropolitani e umani, all’insegna del sesso, droga e rock ‘n’ roll (sai che botta di trasgressione inaspettata!)
Riprese in digitale (con riversamento in pellicola), inquadrature svalvolate, macchina in movimento, colori che sballano quando devono sballare; Asia fa tutte le facce del repertorio, non lesina nel mostrare le tette, assegna alla madre Daria Nicolodi un ruolo ignorante (e se c’è dell’autobiografico…auguri!), usa un linguaggio scurrile e spesso sembra fare quello che ci si aspetterebbe da Asia Argento che fa Asia Argento. Stringi stringi però, Scarlet Diva pare un ibrido tra una seduta di autopsicanalisi ed una celebrazione esaltata di un mondo fintamente maledetto ma in realtà pseudofigo.
C’è pure una particina per Selen, invero abbastanza gustosa, che fa la zoccola (ma vah…!).
Tra i numerosi extra del dvd Minerva (backstage, storyboard, foto, trailer, colonna sonora, traccia Rom della sceneggiatura, etc.), c’è un “dialogo con la regista”, condotto da un giornalista vagamente “embedded” - si nota poco poco, uno sbrodolo… - durante il quale Asia parla teneramente della sua creatura filmica, come è normale e giusto che sia, mettendo in luce la sua indole alternativa contro tutti i classicismi, i canoni, le norme del cinema “istituzionale”.
Scarlet Diva o lo si ama o lo si detesta, è fatto apposta, borderline tra il disturbante ed il ridicolo involontario. Ed il finale, irritante, non vuole spiegare alcunché, il film finisce e Asia è Asia.