Scerbanenco - Le Spie Non Devono Amare

Uno dei più deboli ed inutili romanzi di Scerbanenco, più che uno spionistico un harmony in salsa spy. Ovviamente anche qui troviamo un largo respiro e destinazioni remote raccontate con una precisione salgariana, dopotutto è sempre un Scerbanenco, ma è l’intera storia a risultare, come giustamente Gianni Canova scrive nell’ottima prefazione, “un po’ di Liala e un po’ di Grand Hotel”. Solo per gli Scerbanenco maniaci.

Neanch’io lo amo granchè. D’altronde Scerbanenco ha scritto numerosi romanzi e racconti rosa; probabilmente le aspettative di alcuni lettori - me incluso - sono rimaste deluse perchè confidavamo in una storia più noir. Invece si tratta di una storia d’amore in cui l’elemento spionistico è poco più di un pretesto.

L’errore sta a monte ed è delle case editrici e di editor furbi.
Scerbanenco NON era uno scrittore di polizieschi. Ha scritto alcuni noir, alcuni mistery, alcuni romanzi d’amore, qualche avventuroso, era poliedrico e geniale.

Anche per questo motivo alcuni dei Suoi lavori per questo motivo non vengono apprezzati. Uno compra un romanzo pernsando “ora leggo un bel romanzo di spionaggio, un poliziesco, un intrigo”…e poi rimane giustamente deluso. Bisogna ripulire la fedina di Scerbanenco, restituirlo alla letteratura “tout-court” senza relegarlo “al genere”.

PS: Scusate se rompo sempre le palle quando si parla di cose che mi interessano. So che capirete.

Vabbè, bisogna anche riconoscere che il poliziesco è il genere che ha contribuito alla riscoperta di Scerbanenco. Un po’ com’è avvenuto per Fulci con l’horror. Ci sta pure che un lettore venga tratto in inganno; fermo restando che il presente romanzo è deboluccio di suo, ho letto racconti rosa dell’autore assai più ispirati.

su questo non ci piove, il mio era un discorso scevro dal giudizio sul romanzo in oggetto.

Concordo, ho letto di meglio di Scerbanenco. Ma capisco il discorso Scerba, e ne avevamo già parlato di persona, ormai gli editori hanno visto che vende e allora sfornano qualunque cosa. Per fortuna la maggior parte di questa produzione varia dal buono all’ottimo, vista la fonte; ci sta che ogni tanto passi tra le maglie anche un libro come questo. Che poi, ad ogni modo, mi sono goduto. Anche solo

la scena dei conigli in Australia

merita la lettura.

Concordo, finora è uno dei suoi romanzi meno ispirati che abbia letto. Questo e Sei giorni di preavviso, credo.
La protagonista Ornella Dallas è un po’ troppo svenevole per i miei gusti… vabbè.