Scusa Quentin, ma a chi ti riferisci?

Fa’ un po’ male sentirselo dire da uno come Quentin Tarantino, ma in fondo tra noi (Italiani) ce lo diciamo continuamente, e ciò non significa che sia del tutto esatto.
Sto parlando delle dichiarazioni Cannensi (di Cannes) del regista americano che nei giorni scorsi ha definito il cinema italiano di oggi deprimente e povero di idee. Ha accusato i nostri cineasti (registi, produttori, sceneggiatori) di raccontare sempre le solite storie di adolescenti in crescita, di problemi di coppia e “vacanze per minorati mentali”. Una critica dura che viene da un conoscitore e appassionato di cinema italiano degli anni '60 e '70 con una certa predilezione per il cosiddetto cinema di “serie B”, o meglio “non autoriale”. Tarantino ha in progetto da tempo il remake di un film di Enzo G. Castellari (“Quel maledetto trenno blindato”) e spesso, da Pulp Fiction in poi, ha omagiato con più o meno esplicite citazioni registi come Lucio Fulci, Mario Bava e altri appartenenti a quella sorta di artigianato del cinema che sicuramente non trova una linea di continuità in quel cinema che oggi pare disprezzare tanto.
Se volessimo dare dei nomi ai riferimenti di Tarantino nelle sue dichiarazioni potremmo riconoscere negli “adolescenti in crescita” i film di Fausto Brizzi, nelle coppie in crisi sicuramente ci vedremmo Veronesi e Muccino mentre i minorati mentali in vacanza (con tutto il rispetto) non possono essere altri che Boldi e (Christian) De Sica dei cinepanettodi di Parenti e Vanzina.
Beh, caro Quentin (sappiamo che ci leggi con una certa assiduità…), non è in questi autori che devi cercare il nuovo cinema italiano. Sicuramente non ti mancano i mezzi per conoscere registi meno industriali come Paolo Virzì, Soldini, Sorrentino, Crialese o Luchetti (quest’ultimo anche fortunato al botteghino).
Ci piacerebbe che tu ampliassi la tua critica anche a questo cinema italiano (quello vero). Probabilmente confermeresti quello che hai già detto, ma a noi non resterebbe il dubbio di un’opinione troppo superficiale.

http://kinemazone.blogspot.com/2007/05/tarantino-e-il-cinema-italiano-quale.html

…Certo, quest’anno, non ha tutti i torti (giusto Lucchetti e rarissime eccezioni, il botteghino non fa testo, il 2007 sino ad ora è stato un pianto)…
…daltronde se c’è qualcuno che ha, sempre e senza limiti, elogiato il nostro Cinema Questi è proprio Tarantino…
…speriamo serva da incoraggiamento…:frowning:

Come ha dichiarato, lui può vedere solo opere che poi vengono esportate sul mercato internazionale con la lingua inglese…ovvio che molti autori gli siano sconosciuti…

Nemmeno io amo molto “quel” particolare cinema italiano.
Non ci giro attorno, è così e bo.
Tematiche, situazioni e “girato” da fiction televisiva li scanso come la peste.
Un Posto Al Sole in tv e Un Posto All’Ombra al cinema non sono i miei ideali di spasso.
Con questo non voglio sparare su tutto quanto è stato prodotto ma è un fatto che se penso al cinema italiano di adesso, nell’insieme, non mi viene in mente nulla di roseo.
Poi, a ben vedere, se uno è pure un fanatico di cinema di genere dei bei tempi che furono…beh allora le distanze si fanno smisurate.

No, non mi ha proprio scandalizzato l’intervento di Quentino.

Io concordo con quello che ha detto Tarantino in linea di massima… ovviamente lui ha estremizzato e l’ha detto a modo suo facendo un parallelo fra il nostro cinema di genere odierno e quello vintage… e in questo caso non c’è davvero confronto.
Tuttavia andrebbero fatte alcune puntualizzazioni riguardo il cinema più autoriale: in questo campo infatti, grazie a qualche “grande [più o meno] vecchio” (penso ad Olmi e Bellocchio che, IMHO, in tempi recenti hanno sfornato due capolavori come “Il mestiere delle armi” e “l’ora di religione”) e a un paio di “giovani” (come Sorrentino e Garrone) ci difendiamo ancora bene… ma la distanza fra questi e i brizzi, i veronesi o i neri parenti (volutamente minuscoli) ecc ecc come la colmiamo? Un tempo c’erano una serie di autori di “seconda fascia” che non sfornavano tutti capolavori come il primo De Sica o come il Monicelli dei tempi d’oro… ma che tuttavia si difendevano bene con opere di un certo spessore anche se non esenti da squilibri vari… ad esempio mi vengono in mente i nomi di Bolognini, Leto, la Wertmuller degli anni '60 e '70, Sergio Citti (che però secondo me un paio di capolavori li ha girati) ma purtroppo questi registi non hanno prodotto “discepoli” ai giorni nostri… e adesso ne paghiamo le conseguenze! :frowning:
Qualcuno potrebbe replicare a questo mio intervento: “e muccino dove lo metti?” :confused:
Ma mi faccia il piacere!!!111111 :smiley:

nemmeno a me.
anche perchè se pensiamo che esportiamo pure all’estero e pure con clamore e successo il RE della crisi dei ventenni, dei trentenni e dei genitori… ovvero Muccino allora capiamo perchè ha detto così. Se uno come lui ha tanto amato il cinema italiano del passato vedendo cosa c’è oggi gli viene da piangere. (poi voi lo sapete meglio di me, io non sono un esperto del cinema di genere)

ma anche le cose più “serie” diciamolo, non sono un po’ bolse, già viste, magari ben fatte ma sempre con le stesse facce, recitate sempre con quel tono drammatico da fiction tv? magari ben fatte ma poco innovative, poco competitive con cose più fresche che giungono dall’estero?
perchè oggi recitano tutti in maniera pessima e sforzata mentre una volta anche gli attori più sputtanati avevano una recitazione naturale?
sono domande, non una affermazioni, perchè di cinema italiano contemporaneo non ne guardo tanto per via di questi limiti che mi fanno incazzare. ma pensate a chi aveva una volta l’italia. di genere e non di genere. erano tantissimi quelli validi! non 3 o 4 come oggi, come quelli citati.

Sentito della diatriba stamane al tg, mi aggrego agli altri forumisti circa l’eistenza in Italia di una piccola ondata di giovani cineasti che riescono a fare film decenti (i già citati Sorrentino, Garrone a cui aggiungo anche Soavi), ma in fondo “Re Mida QT” non ha tutti i torti, pensando alle orrende porcherie made in italy che affollano le sale e che vanno anche nei festival (vero Costanzo?, e l’ultimo Olmi? e l’ultimo televisivissimo Taviani?).
A questo punto molto, ma molto meglio il cinema dei fratelli Guzzanti, sia di Sabina (il cui prossimo film verrà presentato a Venezia2007) che del fratello (il cui Fascisti su Marte è senza ombra di dubbio il miglior film italiano uscito nella scorsa stagione). Per il resto l’autorialità solipsistica di molti registi nostrani non può far altro che confermare le affermazioni del regista americano. Basti confrontare questi ultimi film “d’autore” e quelli prodotti negli anni 90 ai soli film usciti ad es. nel 1978 (sia di autore che di genere) per rendersi conto di “come siamo caduti in basso”. Nascerà mai un nuovo Castellari? Non credo.

Quando parla Tarantino sembra che parli Dio. L’opinione del mitico Quentin è opinabile così come quella di qualsiasi altro addetto ai lavori.
A me pare che la discussione parta da un assunto completamente sbagliato, Tarantino non mi pare abbia fatto nessun parallelo con il cinema di ieri e quello di oggi, ha semplicemente riportato un dato di fatto e cioè che il cinema italiano di oggi fà pena, e ciò è sacrosanto e sotto gli occhi di tutti.
Non sono le eccezioni che cambiano i dati di fatto, e considerando che chi si salva in Italia ormai sono un pugno di invisibili, il discorso di Tarantino non fà una grinza e non è nemmeno superficiale anzi è un’osservazione spietata. E poi regà…è sempre il solito discorso

Mi sembra chiaro che Tarantino si riferiva al cinema popolare. Anche il cinema di genere degli anni '70 lo era. Quindi ha tracciato un paragone tra due epoche e mi trova d’accordo

Beh non e che ci voleva Tarantino per scoprire che il cinema Italiano di oggi e una merda è basta! Io non salvo quasi niente del nostro cinema odierno…fa cagare ha ragione…ma fa cagare davvero di brutto.Sentirselo dire poi da uno come lui che apprezza quello che e stato il nostro grande cinema dei tempi andati beh e anche una bella figura di cacca, siamo stati bravi solo a fare sempre peggio.Ha ragione non ci sono cazzi…

Un contributo alla discussione dal sito mymovies.it

http://www.mymovies.it/cinemanews/2007/2253/

alcune cose scritte da chi ha redatto l’articolo sono condivisibili… altre un po’ meno

La cosa che mi sta sul cazzo di Tarantino è che è furbo come pochi(precisando che comunque su questo argomento ha in parte ragione)…
Guarda caso fa’ questa affermazione qualche giorno prima dell’uscita nelle sale italiane di Death Proof…

Si vede comunque che Quentin non aveva ancora visto Zombies: the beginning

Che il Quentin su 'ste cose ci marci è palese, ma il suo amore per un certo tipo di cinema italiano è sincero. E che a confutare certe sue argomentazioni (superficiali quanto volete ma un fondo di verità ce l’hanno) abbiano scomodato nientemeno che Tullio Kezich, con le sue sparate su “Tarantino estimatore di porcherie”, “Cinema di serie Z” e quant’altro la dice lunga. Porcherie? Ma non era Kezich che in tempi recenti salutava de Sica e Boldi come “i nuovi Totò e Peppino”? Giusto per rimanere in tema, eh.

Ho letto l’articolo gentilmente riportato dall’immarcescibile Steed.

Il critico che dice che “quel cinema” eran filmacci…ha ragione al pari di chi, costretto a sorbirsi Mio Fratello E’ Figlio Unico per esempio, non riceve lo stesso carico di emozioni con cui si innaffia invece l’anima nel vedere Perché Quelle Strane Gocce…

La “critica” non va sempre là dove ti porta il cuore.

E così, che diavolo volete che vi dica, se pur mi guardo un bell’incubo di Garrone o di un altro regista “capace” (e lascio stare gli incapaci…) che mi proponete voi, degli ultimissimi anni, ecco che purtroppo non scatta quasi mai quel “qualcosa”. Tabula rasa di emozioni. Passioni in “out of lunch” perenne. Divertimento a -20 che sembra di essere in Svezia durante la festa di Santa Lucia.

Le passioni non sono né progressiste né conservatrici e anche se mi si mette innanzi l’Olmi dei Cento Chiodi la sostanza non cambia. Anzi il discorso diviene ancor più imbarazzante.
Togliersi le bende dagli occhi prego.

Non piace il cinema popolare?
Bene…bene…

Parliamo di cinema “CINEMA” allora…

Prendiamo un po’ uno Scola degli anni settanta và…
Io metto sul piatto una robetta del tipo Una Giornata Particolare (1977).
Il critico di turno con che mi rilancia del 2007 (ma va bene anche se mi trova una pellicola del '97, 98, 99, etc. etc. etc.)?

Aspetto e spero…(intanto però vo a cacare…)

Il guaio è che tanti critici non considerano il cinema popolare “vero cinema”. Hanno sdoganato a denti stretti Sergio Leone, ma col piffero che fanno lo stesso con Bava (degnato del termine di “artigiano” col tono che riserveremmo ad uno studente zuccone ma in fondo benvoluto, che sulla pagella si ritrova la sufficienza più per simpatia che effettivi meriti didattici), Di Leo o Fulci. Poi è chiaro che partire dall’eccesso opposto (il vero cinema è Joe D’Amato, fanculo a Ermanno Olmi perchè i suoi film son difficili per il grande pubblico) sia altrettanto deleterio; ma appunto di eccessi si tratta. Che il cinema tricolore sia da tempo in crisi lo sapevamo senza che si scomodassero i filmakers americani, grazie tante.

Ricapitolando e parlando dei soli anni 2000
a Tarantino :
1)non è piaciuto il nuovo Dario Argento che è molto più loffio di prima, ma permettetemi , la mette nel popò a tutti i film horror orientali tanto di moda.
2) i Manetti non se li fila di pezza (e mi sa che quelli piacciono soltanto a me)
3) L’ultimo Mattei non l’ha visto
4) La Fiction Deodatiana non arriva in Usa
5) Non ha visto i porno di D’Amato (spero)…unico caso insieme a Brass di involuzione registica, di solito dal Porno si Inizia e poi si fanno i film veri…
6)Non sa chi è Roger Fratter (ma gli americani di Fratter ne hanno a bizeffe, gli bastano i films con Misty Mundae)
7) Non avuto ancora il tempo di vedere l’ultimo Bava Jr.
7) Alex Infascelli, Eros Puglielli, Alessandro Pambianco e Paolo Sorrentino non esistono (averli accorpati non vuol dire stimarli alla stessa maniera)

…siamo sicuri che ha torto mettendo i settanta sulla bilancia?

Quel che lui ha detto è soltanto lo schietto parere di uno a cui il cinema piace e non lo fa soltanto per lavoro.

…E cosa fondamentale non mi sembra arroganza ma mancanza di inutile ruffianesimo.

Tarantino fa il genere di film che ama vedere al cinema. E trovo ridicolo che i sepolcri imbiancati come Kezich lo rimproverino di guardare solo “al cinema di serie Z” e di dimenticare Olmi e i fratelli Taviani. Ma sant’Iddio, mica si vuole negare il valore di un certo tipo di cinema! Semplicemente, al pubblico non puoi proporre solo quello, ha il diritto di vedere altre cose. Non fu proprio Kezich, nelle sue recensioni risalenti agli anni 80, a lamentare la scomparsa di un cinema medio (leggi: popolare) qualitativamente valido? Sta ben lì il problema: il cinema non lo portano avanti solo i maestri e le avanguardie, qui in Italia la maggior parte di ciò che passa per cinema d’intrattenimento attualmente fa schifo, salvo poche eccezioni. Non c’è bisogno di guardare ai prodotti americani; Francesi e Spagnoli da un pezzo realizzano pellicole di genere più interessanti delle nostre.

E dimentichi che Bellocchio ha fatto pure Il regista di matrimoni, gran sorpresa per me, che fino ad un paio di anni fa avevo molti pregiudizi sul cinema italiano moderno, per fortuna li ho messi da parte. Insomma, ripeto la mia posizione, la crisi c’è, ma invece di piangerci addosso, perchè non ci sforziamo di guardare tra in nostri autori? Di buoni ce ne sono. E invece di stare solo a tirar merda sarebbe bene sostenere i film che meritano, pochi forse, ma ci sono…perchè sommergerli insieme al resto?

quoto tutto quanto. hai detto una cosa a cui non avevo mai pensato. in italia non è che il cinema è in crisi perchè manca il cinema di qualità, di alto livello, serio. è in crisi perchè è il cinema popolare che fa cagare, e quentin ha ragione, ragionissima. il cinema che fa grossi incassi, fa cagare e li fa perchè ha anche soldi da spendere in marketing, e si sa che con un buon marketing puoi vendere anche la merda.

concludo dicendo che a volte sputare merda può aver la valenza di un incitamento, di spronare il cinema italiano. vedere che tutto un certo cinema non esiste più lo ha giustamente fatto incazzare. e se il cinema intero si sdegna e fa le orecchie da mercante scazza altamente. in fondo gli andrà bene così, a mangiare sono sempre i soliti noti e pieraccioni oggi ha persino annunciato che la prossima protagonista del suo film sarà Laura del grande fratello… giusto per prendere un’attrice professionista di livello… e via…