Chissà come dovevano reagire gli spettatori dell’epoca, che evidentemente si aspettavano la solita commedia sexy, di fronte a questa insolita cronaca di una crisi coniugale, il cui regista nutriva sicuramente qualche ambizione. Si tratta però di un film modesto e a scarsissimo budget, realizzato da uno sconosciuto produttore indipendente (tale Gianni Amedoro) e diretto da un regista-sceneggiatore qui all’unica regìa. Gabriele Tinti, francamente, offre una recitazione piuttosto modesta che rende ancora più antipatico il suo personaggio impotente e maschilista. Molto brava invece Rosemarie Lindt nel ruolo della moglie. Tra gli attori minori Rosario Borelli, nascosto chissà perché dietro uno pseudonimo, è quasi irriconoscibile, mentre Ralph Zucker, il vecchio produttore horror, non l’ho proprio riconosciuto. Il master di Dahlia Eros del 2009 credo sia tuttora la miglior fonte a disposizione (ma il formato sembra che non sia corretto).