La Silva ha raccontato che prima di questo film aveva avuto un ruolo abbastanza grosso in un’importante mini serie per la RAI: Accadde ad Ankara con Satta Flores e Walter Maestosi e diretto da Mario Landi (nel 1979, lo stesso anno di Giallo a Venezia…). Aveva ricevuto diversi complimenti da vari critici e le fu consigliato di aspettare perché sicuramente le sarebbero arrivate altre offerte di pari livello. Invece accettò quasi subito questo film e così perse il treno.
signori qui lo dico e non lo nego: a sacco va scolpito un busto in oro massiccio alto come la torre eiffel e grosso quanto il k2. crasi sbronzissima tra strategie pubblicitarie, proteste universitarie, slogan murali la cui descrizione culmina in dichiarazioni divorziste e cronaca nera visti come reciproche metonimie e scaturigine di un sesto sesso e di un terzo occhio filmico. il tutto con riprese sponsorizzate dalla carlona, un montaggio che è un inno alla tigmotassi, dialoghi da psicofarmaci mal dosati accompagnati da mezzo litro di acquavite (con perle ineffabili del calibro di una volta pubblicizzata la pubblicità pubblicizzo il prodotto da pubblicizzare), un mimo apparso a cazzo che ricorda il pulcinella del pastore terremotato, una colonna sonora che parte con la trashendentale canzoncina odore di jeans e diventa goblinara in un finale che non sai decidere se è generato non creato dalla stessa sostanza della turksploitation o neo-avanguardismo involontario, con un freeze frame che si frantuma come un vetro, sempre così a cazzo senza alcun nesso logico o semantico con quanto visto mezzo minuto prima. l’angelus fatto da un papa sotto mescalina, una guerra santa o atomica dichiarata a entrambi gli emisferi cerebrali. e risate che più non ce ne potrebbero essere fino all’implosione polmonare.
per me quest’uomo è un grandissimo per dire il minimo.
Non c’ho capito niente, ma mi fido.
e fai bene a fidarti anche se non so quanto il cinema assolutamente scarenato di sacco ti entusiasmi proprio in quanto elogio del disastro grammaticale
Io vorrei vedere tanto Porcherie sulla spiaggia, ma a quanto pare è irreperibile.
perché cercare l’irreperibile quando questo è reperibile anche su yt (ovviamente non insertato ma chissene)?:
Non sapevo essere su YouTube. Comunque è stato insertato successivamente (certamente non con la protagonista).
secondo me senza inserts è ancora più folle in quanto meno lineare e codificato. difatti preferisco arduino all’idea di un harduino, che comunque proverò ad affrontare. e ora apro la caccia per la tua prima volta, che sento già essere tantissima manna.
È ovvio che in censura non presentassero la copia cinematografica ma bensì una più casta per l’ottenimento del nullaosta ministeriale. Controversa è la situazione relativa agli inserti: Sacco dice fosse materiale estraneo manovrato dal distributore (Cinemerit Coop, Ivano Luigino Brizzi) altre fonti sostengono che già originalmente sul set fosse stato girato qualcosa di esplicito.
Porcherie sulla spiaggia è l’ennesima invenzione satirica di Marcello Garofalo, il film altro non è che Umido (1989).
La versione hc comunque arrivò in sala, giusto?
Si, come no. Penso che l’hard fosse l’unico elemento che poteva rendere commercialmente appetibile un prodotto del genere.
A Bologna arrivò nell’agosto del 1980, pochissimi giorni dopo lo scoppio della bomba nera.
io avrei voluto tanto essere là in mezzo per godermi volti e reazioni degli spettatori. chi voleva farse na pippa deve aver avuto serie difficoltà ad avere un’erezione anche solo barzotta, dal quanto avrà riso o a seconda sbadigliato
come mai è solarizzata?
recuperato da microfilm, quindi virato in B/N.