Serialized - Omicidi in serie (M. Paulette, 2016)

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Da integralista del no-spoiler, quando pesco dal catalogo on demand di SkyGo scelgo spesso film a caso evitando di leggerne anche la sinossi. Stasera avevo voglia di un classico thriller su omicidi seriali e il titolo di questo tv-movie non lasciava spazio a troppi dubbi su quale potesse essere il tema, così mi ci sono fiondato alla cieca.
Il rischio di questo giochino è di incappare in pellicole che possono andare dal prescindibile al sommo inutile, quando non direttamente irritanti.
Non so bene dove collocare questo Serialized, ma siamo comunque in quel range.
Stereotipi un po’ ovunque, fotografia tipicamente televisiva (e grazie al cazzo, mi direte, è un film televisivo… sì, ma io non lo sapevo, vi ricordo!), attori dal sufficiente (la protagonista se la cava e poi per una volta si vede una donna normale: cioè, gran bel viso, ma fianchi e sedere oversize) all’imbarazzante (l’ex marito di lei, il vicino), assassino facilmente intuibile e altri personaggi resi sospetti in modo a dir poco ingenuo.
Ci sono un paio di ispirazioni molto evidenti al nostro cinema di genere: l’idea di baseè presa di peso da Tenebrementre la figura del summenzionato vicino ossessionato ricorda non poco quella dell’omologo paralitico ne Le foto di Gioia.
Nella sottotraccia emerge una critica ai social network, all’editoria nel tempo del web, alla privacy ostaggio della rete: niente di così acuto, ma meglio che nulla.
Il classico film che si dimentica nel giro due settimane.