http://www.cinematografo.it/pls/cinematografo/consultazione.redirect?sch=54571
Grandissimo film dell’ottimo Steve McQueen (non è QUEL Steve McQueen, ovviamente, è un omonimo) che conferma quanto di buono si era visto nel precedente (e notevole) “Hunger”.
È un bellissimo film sul vuoto esistenziale, sulle dipendenze (non certo solo dalla dipendenza dal sesso, come potrebbe sembrare ad una visione superficiale, il film ha un significato universale), sull’incomunicabilità e sulla solitudine.
È la storia di Brandon, newyorkese che cerca di colmare i vuoti della sua vita con il sesso in tutte le sue forme, da rapporti con prostitute a quelli con ragazze trovate nei bar, passando per ogni tipo di pornografia (cartacea, online…) e per una masturbazione compulsiva. Mi spiace per quelli che trovano che questo film sia solo la storia di un segaiolo erotomane. In realtà è un film dal respiro molto più ampio, dolorosissimo e senza speranza (stupendo il finale), costruito e scritto con intelligenza e tecnicamente davvero ben fatto. Non è affatto un film sulla sessodipendenza, non solo almeno.
Bello anche come i momenti migliori siano quelli di attesa (o, meglio, di vuoto) tra una scopata (o una sega) e l’altra. Certo, anche i momenti di sesso sono momenti di vuoto ma è un vuoto diverso (o forse no?). Comunque, a questo proposito, mi è piaciuta molto la scena della corsa notturna.
L’unica perplessità me l’ha data la scena che dovrebbe rappresentare lo zenith del degrado: il pompino omosex.
Mi è sembrata forzata e di cattivo gusto, nonché pure un po’ omofoba.
In ogni caso bravissimo (e coraggioso) Fassbender e brava anche la Mulligan, che fa molta tenerezza.
È davvero un bel film, recuperatelo perché merita davvero.