Il film si regge sul niente, la trama è esile come un origami: in uno strano ospedale delle sexy infermiere uccidono una loro collega per futili motivi dettati dalla gelosia. Dopo sette giorni la morta ritornerà sotto forma di spirito e farà un culo così a tutte quante.
E davvero a livello narrativo c’è ben poco altro.
Detta così potrebbe anche risolversi in un cortometraggio di un quarto d’ora (e non ci sarebbe niente di male); e invece i due registi, usando tutte le armi a loro disposizione, mettendo mano agli strumenti del mestiere, riescono a confezionare un lungometraggio che non annoia mai. Saranno le ammalianti sexy protagoniste, sarà l’inarrestabile sequela di sequenze gore estremamente creative e fantasiose, sarà soprattutto che si sfruttano al massimo delle loro possibilità, con grande padronanza del mestiere, tutti gli elementi dello specifico cinematografico: dalla scelta delle inquadrature alla fotografia, dalla cura di costumi e arredamenti all’impeccabile realizzazione degli effetti speciali, dal montaggio alla postproduzione. Ogni aspetto viene curato con precisione pressoché maniacale per rendere il più possibile efficace e suggestivo questo filmetto di poche pretese, che riesce a creare un’atmosfera che ti coinvolge e ti risucchia.
Qualche effetto digitale c’è, ma è innegabile che la parte del leone ce l’hanno gli effetti speciali artigianali, quelli che potevamo vedere anche nel cinema di Bava, di Fulci o dei film di mostri Universal: un cinema in cui a farla da padrone sono giochi di ombre e di prospettive, dove a schizzi di sangue e frattaglie si alternano arti che prendono vita propria e si mettono a strozzare il malcapitato proprietario che con l’altro braccio tenta di staccarsi di dosso la mano indemoniata. Eppure questi stratagemmi così arcaici, rimodernati e supportati da inquadrature efficaci e ritmi di montaggio moderni, funzionano eccome.
In certe sequenze la cura per l’aspetto visivo (composizione dell’immagine, luci, colori, patterns) mi ha ricordato addirittura il Gregg Araki di Doom Generation.
Strano che i due autori di questa pellicola, che tra l’altro ha avuto una certa fortuna a livello di distribuzione all’estero, non abbiano poi più avuto l’occasione di girare film destinati ai mercati internazionali, realizzando solo pochi titoli che hanno circolato quasi unicamente nel proprio paese. Di questi il più interessante sembra Sam Chuk di Laoyont, una specie di droga movie sulla gioventù disagiata di un quartiere popolare, che purtroppo pare essere reperibile solo senza sottotitoli (si trova pure su YouTube).
Visto nel dvd francese, si trova tranquillamente anche in bluray transalpino o in dvd UK.
https://www.amazon.it/Sick-Nurses-Edizione-Regno-Unito/dp/B002DNDMJI/ref=tmm_dvd_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=1645667226&sr=1-1