Smetto Quando Voglio - Sidney Sibilia, 2014


L’ho visto a Roma qualche giorno fa e devo dire che mi sono divertito. Una bella commedia, intelligente e divertente, di quelle che magari non fanno sbudellare dalle risate (anche se ci sono diverse battute e situazioni esilaranti) ma che ti stampa un sorriso in faccia per tutta la sua durata.
Il cast è mostruosamente affiatato (e infatti in parecchie scene è stato loro permesso di improvvisare) e sono tutti davvero simpatici (tranne la Solarino, vabbeh, e Neri Marcorè, per me un po’ fuori parte).
Nel film recita pure il mio amico Guglielmo Favilla in un piccolo ruolo (è il gay nella scena in discoteca).

Tra i vari pregi del film c’è anche quello di avere un finale compiuto e di non dire le solite banalità ma, anzi, di fare parecchie riflessioni intelligenti - nonché molto amare - sul precariato. Altro pregio è che non è ricattatorio, non è disonesto, non prende le strade più facili. È divertente ma con intelligenza, senza mai essere banale.

Poi è girato bene, non si ha mai l’impressioni di vedere qualcosa di televisivo portato al cinema (nonostante ci siano parecchi volti televisivi direttamente da Boris), è un film vero, girato come un film per il cinema. E il regista Sibilia (classe '77) è bravo, sa cosa fare e nel film ha almeno una scena davvero notevole (quella della rapina, con tutti i personaggi in campo, proprio riuscita).
La fotografia è estrema, con colori molto saturi. È una scelta voluta quindi ha il suo perché. A me non faceva impazzire ma poi dopo pochi minuti non ci ho fatto più caso e non l’ho trovata affatto fastidiosa.

Unica nota negativa sono i titoli di testa che hanno un font sciattissimo (chissà perché poi), facevano presagire un film squallido e cheap (per me queste cose contano) ma poi invece sono stato piacevolmente smentito. Resta comunque il mistero del perché abbiano fatto dei titoli di testa così banali e brutti.

Certo è che se quella cacata del film di Zalone ha fatto 50 milioni di incasso, questo doveva fare 50 miliardi. Vai a capire la gente…

Pazzesco, incredibile: tante volte, sui film italiani, siamo in fortissimo disaccordo (vedi “La grande bellezza”). Ma stavolta, in sostanza quoto tutto l’intervento di Brass: la prima LIETISSIMA sorpresa italiana del 2014. Già il trailer mi aveva positivamente colpito e “stimolato” alla visione, fatto ancora più eccezionale in quanto spessissimo coi film italiani ho lo stimolo…alla cagata (ultimo esempio di una lunga lista: il trailer di “Una donna per amica”! Roba da randellare a morte il regista e Fabio De Luigi. La Casta no, quella la “randellerei” in altro modo. Oltretutto, se si è fatta sbattere da Accorsi, non sarà tanto difficile ciularla…). Bella storia, buoni dialoghi, fotografia “psichedelica” super, e attori giustissimi, tutti. Menzione in particolare al protagonista Edoardo Leo, una sorta - almeno qui - di Bradley Cooper “all’amatriciana”: meno bello del suo collega yankee (anche se pure lui a un certo punto ha una scena a torace nudo, mica male fra parentesi), ma simpatico e “sanamente” paraculo. Purtroppo, vai a capire i gusti del pubblico, non sta incassando come meriterebbe: e sì che perfino “Un boss in salotto” ha fatto più di 11 milioni. Misteri della mente italica…
P.S. A proposito: il succitato Cooper sarebbe protagonista perfetto per l’eventuale remake yankee…

L’ho visto anch’io sabato scorso. Confermo i giudizi molto positivi di Zardoz e Giorgio Brass. Mi è piaciuto moltissimo,
Smetto quando voglio dimostra che i film a basso costo quando sono sorretti da idee valide funzionano alla grande. Si ride spesso, anche se amaramente. Gli attori sono bravissimi. E’ una commedia, ma intrisa di acido muriatico. Alla fine nessuno è innocente, come dicevano i Sex Pistols.

A prima vista potrebbe sembrare uno dei rari film italiani esportabili all’estero. Però a pensarci bene - per questo non credo che il remake yankee ipotizzato da Zardoz sia realizzabile - è una storia tipicamente italiana, fuori non la capirebbero, non farebbe ridere nessuno, come un film di Totò visto con i sottotitoli in svedese.

Negli USA, in Germania o in Inghilterra, cervelloni come i nostri 7 giovani ricercatori insegnerebbero nelle migliori università, ben retribuiti e rispettati. Qua per campare devono lavare i piatti in nero. Oppure emigrare verso i succitati paesi.

E poi ricordiamoci che il finale è sì divertente e simpatico, ma è anche uno dei finali più amari visti negli ultimi tempi. Perché è un paradosso drammaticamente attuale sul quale, per assurdo, non ci sarebbe nulla da ridere.

Visto anch’io nel week end, non posso che confermare i giudizi positivi espressi nei post che mi hanno preceduto, salvo su alcuni punti secondari, ossia…

Oddio… io in certe scene, su tutte quella “surreale” della rapina in farmacia,che pur nella sua “tragicità” mi ha fatto sbellicare a tal punto da non riuscire più a smettere di ridere… e non mi capita molto spesso :smiley:

Il cast è mostruosamente affiatato (e infatti in parecchie scene è stato loro permesso di improvvisare) e sono tutti davvero simpatici (tranne la Solarino, vabbeh, e Neri Marcorè, per me un po’ fuori parte).
E il regista Sibilia (classe '77) è bravo, sa cosa fare e nel film ha almeno una scena davvero notevole (quella della rapina, con tutti i personaggi in campo, proprio riuscita).

Cast ottimo in generale, confermo il giudizio di Giorgio sull’essere fuori parte di Marcorè (un Marco Giallini nel suo ruolo sarebbe stato molto più adatto) e sulla legnosità/antipatia della Solarino… in più aggiungerei che neanche Libero de Rienzo mi ha fatto impazzire: con la sua recitazione rende il personaggio interpretato il più “macchiettistico” di tutto il cast.

Unica nota negativa sono i titoli di testa che hanno un font sciattissimo (chissà perché poi), facevano presagire un film squallido e cheap (per me queste cose contano) ma poi invece sono stato piacevolmente smentito. Resta comunque il mistero del perché abbiano fatto dei titoli di testa così banali e brutti.

In realtà all’inizio i titoli che passavano all’interno dell’insegna luminosa della farmacia mi avevano positivamente sorpreso, chissà come mai poi hanno banalizzato il resto dei titoli di testa. Mi viene il dubbio che anche i successivi fossero simili al “Domenico Procacci presenta” ma che poi, magari in quanto non facilmente fruibili dal pubblico meno attento, siano stati cambiati all’ultimo e sostituiti con il font sciattissimo di cui parli… peraltro ho trovato anche le riprese aeree girate con l’ausilio del drone sopra cui passavano i titoli abbastanza gratuite, cosa che potrebbe avvalorare la tesi di una “sostituzione” dei titoli decisa all’ultimo momento.

Mamma mia! Ho visto il trailer prima del film: battute agghiaccianti e di una volgarità totalmente gratuita, con un Fabio De Luigi sempre più imbarazzante. Preferisco ricordarlo per l’imitazione di Lucarelli fatta dalla Gialappa’s

Menzione in particolare al protagonista Edoardo Leo, una sorta - almeno qui - di Bradley Cooper “all’amatriciana”: meno bello del suo collega yankee (anche se pure lui a un certo punto ha una scena a torace nudo, mica male fra parentesi), ma simpatico e “sanamente” paraculo. Purtroppo, vai a capire i gusti del pubblico, non sta incassando come meriterebbe: e sì che perfino “Un boss in salotto” ha fatto più di 11 milioni. Misteri della mente italica…
P.S. A proposito: il succitato Cooper sarebbe protagonista perfetto per l’eventuale remake yankee…

Qui non sono d’accordo: Leo di solito fa personaggi abbastanza impacciati… e pure qui alla fine è impacciato, diventando più deciso e paraculo solo dopo il “cambio di marcia”, quindi trovo il paragone con Bradley Cooper un po’ azzardato, a meno che non volessi accomunarli per via del fatto che entrambi sono stati protagonisti di film incentrati su “pasticche” particolari :smiley:

Hai ragione sul fatto che la storia è decisamente molto italiana… tuttavia penso che con qualche piccola variazione di sceneggiatura/adattamento sulle caratteristiche dei personaggi, magari rendendoli disoccupati un po’ più “generici”, potrebbe essere anche esportato negli Usa e nei paesi europei dove il merito viene sempre riconosciuto.

non l’ho visto ma devo dire mi ha incuriosito molto, non per altro ma perchè è stato molto sponsorizzato nel sito di calcetto che uso abitualmente per organizzare/giuocare

ma c’entra qualcosa col calcetto?

Hai pensato che lo “smetto quando voglio” del titolo fosse riferito al “giocare a calcetto”? :smiley:
Comunque no, non c’entra proprio nulla…

anche, ma come dicevo per l’appunto sopra il film è stato sponsorizzato dentro il sito che uso per giuocare a calcetto

hanno pure organizzato dei tornei a tema in cui i vincitori avevano dei biglietti aggratis per le prime nazionali pertanto penzavo il film ci avesse qualche riferimento sul tema

Piaciuto pure a me, per un attimo riconcilia con l’attuale cinema italiano. A differenza di Federico, io ai colori “estremi” della fotografia non mi sono abituato, mi è parsa una scelta si legittima ma anche discretamente paracula, perché fanno molto effetto Instagram che va di moda. E del cast - oltre a Marcorè fuoriparte (ma oramai prezzemolino, come la Buy nei film con le pillole, le ansie e gli psicanalisti) - Stefano Fresi mi è parso l’anello debole, il suo è il personaggio più macchiettistico e cartone animato del gruppo, forse si poteva calcare un po’ meno la mano. Adorabili i benzinai latinisti.

Rivisto ieri sera nell’ottimo dvd 01 (pur non avendo ancora visionato gli extra però) ammetto di essermi divertito molto anche alla seconda visione, sebbene non abbia riso sicuramente come feci al cinema, soprattutto nella spettacolare scena della farmacia :stuck_out_tongue:

Il film resta sempre valido nonostante Marcorè (e in parte la Solarino) continuino a risultare le note stonate (o meglio, meno intonate) di un cast quasi perfetto. Rispetto alla prima visione invece Leo mi è sembrato, per via di alcune espressioni vocali e facciali, molto più simile a Carlo Verdone che ad un Bradley Cooper de noantri :smiley:

C’è da dire comunque che il film, causa il formato scope e i colori acidi, visivamente perde davvero parecchio nella visione casalinga :frowning:

Visto sotto Natale, sposo in toto il commento di Brass, titoli di testa agghiaccianti inclusi. Una cosa però mi stupisce, sostanzialmente il film è un rip off bello e buono di Breaking Bad, che speranza avrebbe per il mercato estero? A breve cerco di recuperare il secondo.

Divertente e con il grosso merito di avermi fatto appassionare a breaking bad prima e a better call saul dopo.
Un filmetto rimane , comunque.

Mah, filmetto non direi, nel mare degli obbrobri rimane comunque un’ottima commedia che usa la trama di Breaking Bad per analizzare il problema del precariato. Il Professore Barone è un esempio classico, pare una macchietta ma purtroppo non lo è.

Il precariato è affrontato in maniera tagliente, sagace e vera, devo dire.
Ma sempre filmetto rimane. Sulla stessa linea di Zalone senza offesa alcuna. Io adoro anche i filmetti.

Dai, c’è un abisso sia nella scrittura che nella messa in scena. Non voglio dire che sia “Citizen Kane”, ma un’ottima commedia sì. Buono anche il primo sequel, devo ancora vedere il terzo capitolo.
Ora dirò una cosa impopolare, ma tra i film italiani degli ultimi anni ho apprezzato più questo che l’osannato “Lo chiamavano Jeeg Robot” (che mi è comunque piaciuto).

Sequel di smetto quando voglio ??

Se esistono devo vederli

Ad ogni buon conto non ho colto l’abisso, pur volendo fare la commedia semiseria e agrodolce non vedo particolari differenze rispetto a un film medio di Zalone.

http://www.gentedirispetto.com/forum/showthread.php?32072-Smetto-quando-voglio-Masterclass-(S-Sibilia-2017)

Il terzo, “Smetto quando voglio - Ad honorem”, è uscito il 30 novembre scorso.