Film di cui mi parlava da diverso tempo un amico, che l’aveva visto diversi anni fa in una specie di comune a milano. Mobilitando mari e monti siamo riusciti a reperire il possessore della vhs (per la cronaca una vecchia panarecord che dimostrava il triplo degli anni che aveva, vissuta come poche altre volte mi è capitato di vedere) e a farcela prestare.
Davvero una sorpresa, mi sono davvero stupito di non aver mai sentito parlare di questo film in anni e anni di militanza in forum! Il regista, Chris Shaw, è davvero un personaggio misteriosa: pittore, autore delle musiche, sceneggiatore, montatore, attore, è una figura poliedrica che padroneggia così bene lo strumento cinema che par impossibile che questo Split sia il suo primo e unico film. Ho cercato notizie su di lui in internet ma non sono stato fortunato: a parte il fatto che porta un nome piuttosto comune, non sono riuscito a scoprire chi era, cos’ha fatto prima e cos’ha fatto dopo. C’è un tipo che fa copertine e illustrazioni per gruppi metal/hardcore che potrebbe essere lui ma lo stile mi sembra molto diverso dai quadri presenti nel film, credo si tratti di omonimia.
Incredibile anche il fatto che quasi tutti gli attori, alcuni dei quali davvero bravi, si siano cimentanti nella recitazione per la prima e unica volta in questo film.
Comunque.
Film ultra low-budget, che racconta la storia di un certo Starker, personaggio eclettico e misterioso, che in una società che controlla l’individuo in ogni aspetto della sua vita, cerca a tutti i costi di sfuggire da ogni tipo di catalogazione, sfuggendo dagli emissari del potere centrale che per tutto il film gli danno la caccia per eliminarlo. Se la trama può puzzare di già visto, lo stesso non può dirsi al termine della visione del film. Un analisi così fuori dagli schemi e al contempo così puntuale della società contemporanea giuro non l’avevo mai vista. Si trattano tutti gli argomenti cari alle controculture degli anni ottanta (con un posto d’onore dedicato alle tematiche care al cyberpunk), dalla liberazione dai modelli imposti tramite stampa, cultura e televisione, alla perdita del contatto con la natura (e la natura umana in particolare), dall’alimentazione alle droghe come possibile strada per esplorare nuove possibilità di sviluppo del pensiero, dalla cospirazione globale alla robotica e all’invasione dei computer che sostituiscono le persone.
Il tutto corredato da effetti speciali artigianalissimi e semplicemente splendidi e da un montaggio in grado di creare angoscia e frenesia, e straripante di computer grafica anni ottanta tanto insistente da diventare l’elemento estetico e tematico che caratterizza il film.
Un cocktali di ingredienti davvero azzardato ma realizzato con molta cura e passione, che elude il rischio di trasformarsi in un accozzaglia di elementi incoerenti risultando invece gradevole e stimolante.
In rete su questo film si trova ben poco, ma in questo poco vi è pure un bel saggio (anche se considera il film poco riuscito) che da pure anche un paio di essenziali informazioni sull’autore, e che qui linko: http://www-tech.mit.edu/V109/N14/split.14a.html (attenzione spoiler!)
Ecco qui invece il sagace e competente commento del farinotti: http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=23725 :mad:
Chi conosceva già questo film?