Stalking Eva (Joe Verni, 2015)

Mi stuzzicava l’idea di un omaggio al cinema di genere della golden age ibridato con i Vanzina di Sotto Il Vestito Niente. Tuttavia sono rimasto molto deluso. Certo, siamo molto avanti rispetto al trash di Cattive Inclinazioni, qui la regia è matura e professionale, ottima la fotografia, si respira aria internazionale ed il film da un punto di vista estetico è competitivo. Ma la sceneggiatura è una storiella che più lineare e minimale non si potrebbe. Tutto accade come da manuale, il climax finale è semplicemente un non climax e i parafernalia esoterici sono da discount. Non si migliora con il cast, la coppia di protagoniste lascia perplessi, Ksenia Kapinos in particolare (Eva) è davvero un tronco di legno con un bel faccino (per altro sempre in modalità canino bastonato). Il personaggio di Douglas Dean fa vistosamente il verso a quello di Stanley Tucci in Il Diavolo Veste Prada.

Peccato perché tra eco di Argento, Bava, Vanzina e Martino le promesse potevano esserci, ma vengono superate dalle ambizioni e acciaccate da una pochezza narrativa disarmante. Tra gli extra del dvd c’è una scena tagliata (gli incubi di Eva) che a me pareva importante per l’economia del film, mentre inspiegabilmente viene tagliata (quando invece si indulge per lunghi minuti nei quali non accade assolutamente niente ma si vuole evidentemente creare “atmosfera”). Rimane solo un prodotto ben confezionato che, per inciso, arriva un anno prima di The Neon Demon. Agli effetti speciali (ovvero agli omicidi efferati) Sergio Stivaletti. Tutti molto glamour, ma in qualche caso anche molto teatrali “tanto per” ad esempio il primo, con lo sgabello in bocca ad Elettra Capuano…Perché??!

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Mi trovo perfettamente in linea con la disamina fatta dall’utente che ha aperto il topic. Stalking Eva è uno degli ormai rari film che tenta di mantenere viva la tradizione giallo/thriller anni ‘70 (diciamo pure quella Argentiana) mediante lo shock grafico degli omicidi e l’iconico serial killer di nero vestito, purtroppo quasi scomparso dagli schermi cinematografici e praticamente introvabile nei prodotti televisivi nostrani. La pellicola in questione avrebbe tanto da offrire, ma non riesce a concretizzare il tutto perdendosi in una sceneggiatura disorganica e in atmosfere troppo algide che non veicolano mai la tensione necessaria. Buone le “coreografie omicide” filo-slasher, male invece la recitazione (soprattutto la protagonista) e lo scontro finale abbozzato risolto con eccessiva rapidità.
Perfettibile, la mancanza di esperienza si sente e depotenzia un prodotto che davvero poteva ambire ad un buon esercizio di revival del giallo nostrano, un po’ sulla falsariga di Onirica (2019) e Fabula (2020).

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