Volonté è sempre magistrale nel calarsi nei panni di un personaggio e diventare quest’ultimo in tutto e per tutto, e questo è un dato di fatto (basti pensare a Lucky Luciano…).
Qui l’operazione gli risulta oltretutto parecchio agevolata, poiché l’esperienza immersiva riguarda il mondo del cinema, una realtà che egli conosce addirittura dall’interno.
E di fatto questo film è il pretesto per sezionare con chirurgica precisione tutta la macchina cinema, per osservarla in modo trasparente senza però mai abbandonare il filtro di una sagace ironia che rende la visione piacevole e coinvolgente.
Capiamoci, non è il film della vita di Volonté, ma è un divertissement ben riuscito che ci trascina d’emblée nel mondo dei cinematografari.
Volonté è Stark, un attore che ha avuto un improvviso e folgorante successo interpretando Mister X, l’agente segreto di una saga di film polizieschi d’azione.
Il focus sul personaggio di Stark ci consente di gettare uno sguardo sui capricci e le infantili stravaganze di una star che ha raggiunto la fama senza avere però raggiunto una maturità sotto il profilo umano e relazionale; e così assistiamo alle imbarazzanti dinamiche che intercorrono tra Stark e tutte le figure del suo entourage (controfigura, agente, doppiatore, compagna…), con gli altri attori e con i registi, la produzione, la distribuzione. Il film ci mostra il modo ipocrita, falso e mercificato nel quale si relazionano tra di loro queste varie componenti, il ruolo strumentale della stampa, il costante timore dell’improvviso ed ineluttabile declino.
Il bello della pellicola è che oltre a questi grandi temi riesce ad inserire all’interno della vicenda anche tanti piccoli dettagli che raccontano attraverso un caleidoscopio di istantanee le mille varianti, componenti, situazioni che si verificavano all’interno di quel mondo: dall’autore impegnato costretto dalla cooproduzione internazionale ad inserire un attore di cassetta nel film pur ritenendolo inadeguato al ruolo, alle lettere di minaccia anonime scritte coi ritagli di giornale, che accusano le attrici di essere un modello sessista che ostacola l’emancipazione della donna.
Spettacolari i titoli dei diversi film che vedono impegnati nella recitazione i personaggi di questa pellicola: i due polizieschi/gangsteristici in cui recita Stark sono “Lotta feroce” e “La polizia non lo lasciò solo”. Nel mentre la sua compagna è impegnata nelle riprese del western “Farò di te un uomo”.
Ma il top è il ruolo che viene offerto a Stark dal regista impegnato, che deve dirigere la cooproduzione internazionale “L’onanista”.

Mi ha fatto sghignazzare molto la metacinematografica parte finale nella quale Stark e la sua controfigura fantasticano su come potrebbe essere realizzata nel concreto una sequenza presente nella sceneggiature del nuovo film dell’Agente X, visualizzando ripetutamente la stessa scena ed introducendo però uno dopo l’altro diversi repentini cambiamenti.
Leggo i vostri commenti disastrosi sulla precedente regia della Balducci e mi dico che probabilmente qui, sorretta da una sceneggiatura priva di ambizioni autoriali e dall’estro vivace ed eclettico del marito, Armenia ha saputo dare il meglio di sé.
Musiche di Morricone molto ispirate, in parte in stile poliziesco, in parte vicine alle sonorità di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto.
Visto alla videoteca del Centro Sperimentale.