Un film sicuramente provocatorio, ma non si stratta di provocazione fine a sé stessa. Un film inoltre coraggioso, per il tema delicato che tratta, ed infine anche molto aperto, poiché non emerge un giudizio morale finale sull’argomento che indaga, ma solo una approfondita esposizione di diversi punti di vista.
La pellicola parte presentando la visione del giovane avvocato progressista Christopher, in lotta con la società (ma poi scopriremo, anche con sé stesso), per vedere riconosciuti i diritti di TUTTI gli emarginati sessuali, le cui pulsioni ed istinti egli considera spontanee, naturali, genuine, e quindi da accettare e non da condannare. In questo calderone di divergenza sessuale però ci troviamo davvero di tutto: omosessualità, lesbismo, esibizionismo, scopofilia, ninfomania, travestitismo, transessualità, pedofilia, necrofilia. Una visione scomoda, impossibile da accogliere, che lascia turbato lo spettatore.
Poi scopriamo i lati oscuri dell’avvocato Christopher, le sue debolezze, il fatto che egli stesso vive la sessualità in modo anormale e deviato (provocando l’enorme sofferenza della sua compagna, generando inconciliabilità e violenti traumi), e ci rendiamo conto che la sua battaglia per il riconoscimento dei diritti degli emarginati sessuali è in primis una battaglia interiore per l’accettazione di sé.
Poi una terza riflessione, mi sembra, coinvolge lo spettro sociale a più ampio raggio, e viene fatta con triste lucidità, anche se mai in modo del tutto esplicito: come chi vive la sessualità diversamente ha diritto ad affermare sé stesso e a sentirsi accettato, al tempo stesso la società non potrà mai capire e integrare fino in fondo chi vive la sfera sessuale in un modo così diverso, conflittuale, incomprensibile. La figura della compagna di Christofer in questo senso è emblematica: per quanti sforzi essa cerchi di fare per comprendere, sostenere, fare sue anche queste visioni altre del concetto di sesso e amore, questo sforzo la porta soltanto a perdersi, a non capire più sé stessa, a fare cose che considera abominevoli, a sentirsi disgustata e ad avere un vero e proprio rifiuto fisico di ciò che sta facendo.
Sjöman ci dà anche uno spaccato efficace di come l’umanità, anche la più marginale ed emarginata, sia incapace di unirsi e sostenersi a vicenda, consentendo invece che le differenze generino separazione, conflittualità, antagonismo (le difficoltà per la realizzazione del corteo degli emarginati sessuali, e gli esiti deludenti della manifestazione).
Infine Sjöman ci spiazza, mostrandoci come Christopher, l’avvocato che era a capo del movimento per i diritti degli emarginati sessuali, fosse in realtà un falso profeta, e stesse portando avanti una battaglia che per lui era in primis un bisogno di autoaffermazione, un discorso personale travestito da azione sociale e collettiva. Nell’ultima scena, dopo il fallimento della parata, lo vediamo intento a cercare di sedurre una nuova ragazza utilizzando altre nuove strampalate tesi sociali.
Film uscito in vhs CVR (anche se stranamente nella copia che ho visionato io non c’è il solito fastidioso loghino CVR in basso a sinistra) e poi sparito del tutto dalla circolazione, come diceva vergerus purtroppo è difficile che prima o poi un film del genere sia pubblicato in dvd, credo che faccia molto più comodo a tutti lasciarlo sepolto e destinarlo all’oblio. In tutta sincerità m stupisco davvero che il film sia stato distribuito all’epoca nella bigotta Italia, e tra l’altro senza alcun intervento censorio (scene forti ed amorali che ne sono da riempire un armadio).