Telefono rosso number 2 - Dudy Steel (1988/90, in base alle fonti)

https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://m.imdb.com/title/tt31052232/&ved=2ahUKEwj7wqL8wsOLAxVR9QIHHdLjFZEQFnoECCIQAQ&usg=AOvVaw0NLGCIurrIUdewcPbrxRSo
Continuo il mio cammino senza meta a zig-zag fra le invenzioni geniali messe in atto dai pornografari nostrani con il mero intento di sgraffignare qualche verdone in più. Sì, lo ammetto, mi fanno divertire, spesso (e questo è uno di quei casi) è più interessante farsi strada fra la nebbia di leggende e pettegolezzi che avvolge il film piuttosto che vedere il film stesso.
Stavolta andiamo a pizzicare un vero professionista, incallito nel suo infischiarsene delle regole lui ne fa quasi una disciplina, un modus operandi. Convinto da subito (a ragione) che Telefono rosso, hard con Cicciolina in lavorazione sotto la supervisione di Riccardo Schicchi, avrà un forte riscontro, mentre gira da brava formichina mette da parte qualche briciola per improntare poi, per cavoli suoi, il numero 2. Quel volpone di Schicchi lo sgama, ma l’impavido Steel riesce comunque nell’intento e ancor più sfacciatamente ultima l’opera con un numero da prestigiatore: aggiunge alla cieca a piene mani altre sequenze della Staller già viste perché provenienti da Cicciolina number one e Banane al cioccolato. In pratica un intruglione dove di inedito ci infila solo qualche straccio di nuovo doppiaggio e le sue musiche, da lungo tempo oggetto di studio intensivo in quanto sovente impossibili da catalogare. È una boiata immonda, già prima dell’inizio del nuovo millennio il grande rivalutatore Marco Giusti non può che definirlo un “rimontaggio maldestro” (Dizionario dei film italiani stracult). Ovviamente anche il voto dato dal professore di sessuologia applicata è bassissimo… che severità! Arriva ad accusarlo addirittura di essere “una delle tipiche truffe di Steel” (Rocco D’Amato - DizionHard). Voi ormai lo sapete, io sono l’anti-critico per antonomasia, dalla nascita, di questa mia passione per i viaggi lungo le strade più sgangherate del cinema italiano. Non amo sottolineare i difetti, sbeffeggiare i lavori e i capolavori dei miei compatrioti, o meglio mi diverto a sbeffeggiarli con affetto, con gentilezza diciamo, accendendo i riflettori sui pregi, sforzandomi di parlarne sempre bene. Ecco, in questo caso un punto a favore c’è… ehm… il manifesto, da ex studente di tecniche del visual io dico: è davvero bello!


Non vi ho convinti, no? Lo sapevo! Ve ne siete accorti!? Perché se tutto fosse filato liscio il nome di sopra doveva stare sotto (Regia di) e viceversa… però vedi quando uno in fondo in fondo (alla Fossa delle Marianne) è una persona onesta… alla fin fine l’idea è effettivamente venuta a lui, è stata concretizzata e di conseguenza presentata da lui, da Dudy Steel!

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ottimo approccio il tuo a queste opere di montaggio ,piu che film veri e propri…era il periodo di telefono giallo di augias credo,poveraccio chissa se conosce queste “derivazioni”

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