Tenco

http://www.repubblica.it/2006/b/sezioni/spettacoli_e_cultura/tenco/tenco/tenco.html

Caso definitivamente archiviato come suicidio,quindi.Fra l’altro,non ho mai capito chi avrebbe potuto eventualmente trarre vantaggio dalla sua morte.

Non direi, pare che ne abbiano ancora per altri 4 mesi.

Boh,alla tele dicevano che la tesi del suicidio sembrerebbe confermata.

La mia solidarietà è sempre andata a Orietta Berti, per le cose cattive e ingiuste che il pretenzioso Luigi Tenco aveva detto di lei.

A mio avviso invece aveva perfettamente ragione…

Presumo che A.N. fosse ironico.
O almeno lo spero…

Scusate l’ignoranza…Che cosa avrebbe detto Tenco a proposito di Orietta Berti? :confused:

Nel suo biglietto di addio il caro Tenco scrisse un messaggio che diceva una cosa tipo: “in un mondo dove va in finale “Io, Tu E Le Rose” non c’è posto per me”.
“Io, Tu E Le Rose” era la squallida canzone che in quel festival cantava appunto Orietta Berti. Tenco quell’anno presentava “Ciao Amore Ciao”.

E ci sono ancora dubbi sul suicidio?Se uno è così stronzo da scrivere una cosa del genere,niente di strano che si sia ammazzato.Lo so che non sta bene dir male dei morti,ma insomma…

Da dove nasce il sospetto che sia morto per omicidio?

Mah,se non vado errato furono parenti e amici a sollevare la questione.A parte le solite affermazioni del tipo “non l’avrebbe mai fatto,non era il tipo” saltarono fuori delle strane incongruenze.Ad es. mi pare che la ferita alla testa presentasse un’angolazione tale da far pensare che si fosse sparato usando la sinistra,pur non essendo mancino.Almeno,ricordo una cosa del genere…

Se hanno autorizzato una riesumazione con queste deboli teorie, ci deve essere un personaggio abbastanza grosso sulle retrovie della vicenda

Non sono affatto ironico, caro Brass(ens). Era Tenco a non capire che era lui fuori posto a Sanremo, non Orietta Berti. Ha proprio ragione Tuchulcha: quel suo biglietto ha gravemente inficiato la stima di molti nei suoi confronti.

Che Tenco fosse totalmente fuori contesto a quel festival è un dato di fatto innegabile, su questo sono d’accordissimo…
Hai parlato di cose “cattive ed ingiuste” dette da Tenco sulla Berti. Qui mi trovi in disaccordo.
Certo, sul fatto che il biglietto di Tenco fosse quantomeno “cattivo” (per usare un eufemismo) non ci piove, ma io lo trovo sincero, coerente con il suo personaggio, anzi, con la sua persona.
In un mondo dove andava in finale un pezzo come quello della Berti non c’era effettivamente posto per lui, artista vero e tormentato.
Verissimo che tanti l’hanno odiato a causa di quel biglietto, ma è altrettanto vero che nelle sue parole non c’era nulla di personale contro la Berti (cosa che lei stessa ha dichiarato a più riprese dopo aver parlato con amici e collaboratori di Tenco). Ce l’aveva con tutto il sistema, la Berti era soltanto un caso eclatante che mostrava, qualora non lo si fosse ancora capito, che Tenco non apparteneva a quel mondo.

Quell’anno a Sanremo c’erano delle gran belle canzoni in gara, c’era LA MUSICA È FINITA (cantata dalla Vanoni), c’era DOVE CREDI DI ANDARE di Endrigo, c’era L’IMMENSITÀ cantata da Don Backy se non erro… Ecco, con tutte queste belle canzoni ha vinto un’oscena canzonetta (che nessuno si ricorda, peraltro) cantata da Iva Zanicchi e Claudio Villa, ancora a prova del fatto che davvero non c’era posto per Tenco.

Ho avuto anche occasione di parlare con parecchie persone che hanno conosciuto Tenco e con lui hanno anche avuto un rapporto di amicizia in occasione, guarda caso, di un Premio Tenco.
Nella famosa “infermieria” del Club Tenco ho assistito ad una discussione tra celebri colleghi del cantautore che, complice anche l’alcol che scorreva a fiumi, si sono lasciati andare a ricordi molto privati sull’ultimo periodo della vita di Tenco dove era evidente il fatto che si è trovato stritolato in mondo a cui non voleva appartenere, che altro non era che un mondo che non lo voleva. Non voglio entrare nel dettaglio (o almeno non pubblicamente) ma non dimenticherò mai la rabbiosa emozione di Bruno Lauzi quando disse: “Non negatelo… Lo sapevamo tutti che sarebbe finita così”.

Mmmmmhhhh… visto che si parla di ingiustizie, vi rammento che mentre c’è chi gira il mondo per festival e festivalini a bere fiumi di alcool, c’è chi resta chiuso nelle redazioni a fare audiotrascrizioni…

… Paolo, reduce da un’allegra cena tra reduci, questa tua ultima affermazione non può non commuovermi…
Sì, il mondo è ingiusto, come ben sapeva Tenco: c’è chi galleggia tra fiumi d’alcool e chi, chino ad audiotrascrivere, galleggia e basta.

Georgio Brass(ens), ti ho argomentato in privato le ragioni del mio dissenso.

Aldilà del fatto che Tenco fosse un artista “vero” o no,mi pare evidente dal suo gesto estremo e dal biglietto con cui l’ha motivato che non avesse una grande percezione dei suoi limiti.Tradotto in parole povere,il suo bigliettino suona così:“la mia canzone era un capolavoro,ma voi non riconoscete il mio genio e premiate quella della Berti che non è degna manco d’allacciarmi le scarpe.Perciò m’ammazzo,e ben vi stia”.Aldilà della totale mancanza di modestia,il suo gesto mi ricorda quello del marito che per fare dispetto alla moglie si chiude le gioie di famiglia nel proverbiale cassettone.Umanamente mi spiace che l’abbia fatto,ma sempre una coglionata rimane.