The artifice girl (Franklin Ritch, 2022)

Film che mi ha davvero colpito, era da tempo che un film non aveva un simile impatto su di me. Al punto che me lo sono rivisto due volte in fila, cosa che penso non mi accadesse di fare dai tempi della scuola superiore.

Mi hanno colpito tanto le tematiche trattate quanto la struttura e la costruzione della storia, il fatto che si presenti come un intrigante film di fiction ma che in fin dei conti sia di fatto una riflessione filosofica sul futuro dell’intelligenza artificiale e sulle sue possibilità di sviluppo, sui limiti e confini che essa potrà raggiungere, varcare o infrangere (a seconda del punto di vista etico e della chiave di lettura che si adotta).

L’altro tema oltre a quello dell’AI, il tema iniziale che ci viene proposto, è quello dell’abuso sui minori, dei predatori online, della pedofilia.
Due funzionari di un’agenzia paragovernativa che si occupa della tutela dei diritti umani, in particolare dei bambini vittime di abusi online; interrogano in uno stanzino un nerd smanettone di computer che è stato tracciato all’interno di chatrooms in cui i pedofili adescano minori. In breve si capisce che Gareth non è un qualsiasi predatore online ma che c’è dietro qualcosa di molto più grande. Ha sviluppato infatti un modello 3D di una ragazzina basato su una AI, in grado di interagire in tempo reale con i malintenzionati, carpire le loro informazioni personali ed inviarle alle forze dell’ordine.
Questo è il punto di partenza dal quale però prende le fila una riflessione molto più ampia e articolata, finalizzata ad esplorare dal punto di vista morale e valoriale l’utilizzo dell’intelligenza artificiale e ad indagare quanto a fondo ed in che direzioni il suo sviluppo può porre dei problematiche etiche: la simulazione di sentimenti ed emozioni, per quanto sintetici ed artificiali, può avvicinarsi così tanto alle sfera emozionale umana da essere ad essa assimilabile? La capacità di problem solving e di effettuare valutazioni può avvicinarsi a tal punto alla dimensione della scelta da implicare da parte della macchina una volontà ed una intenzionalità? Può un computer o un robot sviluppare dei meccanismi che coincidano con quelli del desiderio?

Delle questioni aperte ed attualmente dibattute da chi si occupa professionalmente di questi temi, portate però all’attenzione dello spettatore estemporaneo con tanta empatia e tangibilità da farne vibrare le corde emotive all’unisono con quelle della “macchina”.

Il regista e unico sceneggiatore (nonché uno degli attori principali), già autore di cortometraggi che mi piacerebbe riuscire a recuperare, è qui al suo primo lungo e sbalordisce la sua abilità nel costruire, pezzo dopo pezzo, un puzzle in cui gli elementi piazzati lì apparentemente un po’ a casaccio invece poi ritornano utili e si incastrano perfettamente con quelli proposti in seguito, formando un affascinante disegno complessivo. Il film inizia con Siri che risponde in modo meccanico e con delle interazioni basiche e termina, 30 anni dopo, con la macchina che si libera dagli scopi per i quali è stata programmata per poter finalmente intraprendere il proprio cammino di libertà e di scelta nel suo interagire col mondo.
A rendere ancora più efficace l’operazione la scelta di inserire alcuni elementi provenienti dalla cronaca e dall’attualità, utilizzandoli come materiale narrativo portante in grado di dare concretezza e consistenza ai personaggi e al loro background.

La ragazzina che interpreta Cherry è di una bravura veramente SCONCERTANTE e sicuramente la vedremo recitare in futuro in pellicole importanti.

Quando parlo male di Hollywood è proprio perché il mio riferimento virtuoso di bel cinema sono pellicole come questa: girata con quattro attori, costituita da tre lunghe sequenze ciascuna ambientata in un unico locale, eppure in grado di acchiapparti e stregarti in maniera totalizzante.

Ho visto la versione inglese, non so se sia distribuito in Italia o meno, probabilmente sta su qualche piattaforma.

Ha vinto premi in diversi festival, tra cui il premio Asteroide per il miglior film all’edizione 2022 DEl Trieste Science+Fiction Festival.

Consigliatissimo a @CUG e a tutti i curiosi in materia di AI, oltre che agli amanti della settima arte in generale.

3 Mi Piace