Immagino che ogni coro debba avere la sua stecca, ed eccola qua.
Ho evitato di commentarlo mesi fa perché non mi andava di fare il bastian contrario su un film che ha riscosso tanti entusiasmi, ma visto che ora è passato un po’ di tempo io lo dico: a me The Artist non è piaciuto per niente, lo considero una truffa e anche l’ennesimo sintomo di un cinema in totale crisi di idee.
The Artist è un pessimo esercizio di stile. La trama deriva da Cantando Sotto La Pioggia come diceva mr. steed, ma anche da Luci Della Ribalta, e per fugare ogni dubbio gli autori infilano un passaggio musicale chiaramente ricalcato sul tema scritto da Chaplin nella scena in cui
Valentin si risveglia a casa di Peppy dopo il ricovero in ospedale
Per come la vedo io, mettersi a diretto confronto con questi giganti equivale a stendersi sui binari e farsi passare sopra un paio di Eurostar.
L’intreccio è banalissimo. Va bene cercare la semplicità e leggerezza del cinema d’epoca ma ci si aspetterebbe almeno un’invenzione, un guizzo d’imprevedibilità che attenui quella sensazione di “unisci i puntini da 1 a 40” di una trama che macina uno stereotipo dietro l’altro, compreso - per l’ennesima volta - il crack finanziario del 1929 che rovescia le fortune dei personaggi. Invece nulla, vale sempre la scusa del “cinema d’altri tempi”.
Jean Dujardin ha il fisico del ruolo e la sua riproposizione del divo del muto è altrettanto stereotipata, sorrisoni a 32 denti, mossette e gigioneria dall’inizio alla fine. Poi l’ho trovato poco credibile nel ruolo del vecchio divo in disarmo scalzato dalle nuove leve, visto che è praticamente coetaneo della protagonista e che nel passaggio di tempo, pur con tutte le disgrazie che avrebbe passato, il personaggio non invecchia d’una ruga, un capello bianco o un chilo di troppo. Io non farei il paragone con Calvero e la ballerina Terry se gli autori non se la fossero cercata.
James Cromwell è completamente sprecato, come del resto Malcolm McDowell che chissà perché è relegato a una comparsata
Un’altra cosa fastidiosa è il fatto che spesso The Artist non è un film muto, ma piuttosto un film con dialoghi a cui è stato tolto l’audio, e non è proprio la stessa cosa. Voglio dire che spesso manca la sintesi mimica del muto e si vedono gli attori dialogare in modo fitto, con campi e controcampi, senza che le didascalie spieghino cosa diavolo si stiano dicendo. La sensazione è quella di essere stati esclusi dal film per qualche istante e di aver visto una manciata d’inquadrature inutili.
Incomprensibile poi l’utilizzo dello score di Vertigo nel prefinale. A parte il fatto che Vertigo non è un film muto, mi colpisce la banalità di incollare una traccia sana - cinque minuti buoni di film - su scene che non c’entrano nulla e che potevano tranquillamente avere una colonna sonora originale come il resto del film. Va bene il citazionismo (che in realtà credo abbia rotto un po’ tutti), ma qui parliamo di uno scippo insensato ai danni di uno dei film più famosi dela storia. E’ come se girassi la scena di un incidente stradale utilizzando lo score della doccia di Psycho, che c’è di geniale in questo?
Insomma per me è pollice verso. Io avrei bollato The Artist come un film destinato a chi magari non ha mai visto un film muto, se non addirittura in b/n, che di certo non conosce Singin’ In The Rain, Chaplin o Hitchcock, ma è evidente che mi sbaglio visto il successo che il film ha riscosso anche qui sul forum.
Ora, c’è qualcun altro che fa outing o mi tocca prendere tutte le sassate da solo?!